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Pd, svolta laburista Lepore- De Pascale: "Ma non siamo una corrente"

Il gruppo che sostiene l'idea di inserire la parola lavoro nel nome del Pd vuole "solo dare un contributo" al congresso

Guai a parlare di nuova corrente. Il gruppo che sostiene l'idea di inserire la parola lavoro nel nome del Pd vuole "solo dare un contributo" al congresso. "Non ha altre finalità", assicura Michele de Pascale, sindaco di Ravenna e tra i 70 firmatari della petizione a sostegno dell'idea lanciata nei giorni scorsi dal primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore. Che oggi, in conferenza stampa proprio al fianco di de Pascale, rimarca: "Se uscissimo dal congresso non con delle correnti che portano il nome di qualcuno, ma con aree politiche culturali (come ad esempio quella laburista, ndr), sarebbe un miracolo e sarebbe sicuramente qualcosa di più comprensibile agli elettori".

E de Pascale ribadisce: "Questo è un gruppo che non ha altre finalità che non siano lavorare per focalizzare la discussione del Pd su questo tema". Con la parola lavoro nel nome del Pd, continua il sindaco di Ravenna, "proponiamo un cambiamento e un rafforzamento del Pd da incarnare anche nella definizione stessa del partito". Questa, sottolinea peraltro de Pascale, "è una delle poche proposte che sta emergendo al congresso, magari ce ne fossero anche altre. Altrimenti il rischio è solo di una discussione per aria su continuità e discontinuità, su Lingotto o non Lingotto, cioè su cose non comprensibili".

Secondo il sindaco di Ravenna, invece, questo tema "incarna bene lo scatto e l'identità che il Pd deve mettere in campo. E' un'operazione che si basa su radici molto profonde e su nodi cruciali che il Pd deve saper sciogliere. Essere il partito della democrazia oggi è complesso, esserlo anche del lavoro è ancora più complesso. Significa essere in prima fila in alcune battaglie, ad esempio per la tutela e la protezione del lavoro che è tutt'altro che antica, ma anzi è molto attuale, e per la creazione di nuove condizioni di lavoro". 

La parola lavoro, continua nel suo ragionamento de Pascale, "è forse quella meno desueta, perché è la più presente nella vita quotidiana delle persone. La politica dovrebbe fare lo sforzo a volte di usare di più parole che appartengono alla vita vera delle persone". Al momento, sottolinea dal canto suo Lepore, anche dai vari candidati al congresso "è stata bene accolta l'idea di ragionare senza tabù" su questa proposta.

"Poi dovranno entrare anche nel merito dei programmi, ma ci piacerebbe che i candidati condividessero un percorso di questo genere". Mentre de Pascale ha già chiarito il suo sostegno alla corsa di Stefano Bonaccini, Lepore non ha ancora sciolto le sue riserve su questo o quel candidato. "Deciderò strada facendo- dice anche questa mattina- in base alla discussione. Oggi sento più che altro l'esigenza di una discussione sulle idee e questa proposta può aiutare. Poi più avanti deciderò cosa fare, ma oggi vorrei essere al servizio della comunità del Pd per alimentare questa discussione".

Lepore poi aggiunge: "Dividiamoci pure tra le varie candidature, ma sarebbe un grande risultato se la discussione si concludesse definendo un perimetro del Pd che comprende democrazia e lavoro". Del resto, segnala il sindaco di Bologna, citando ad esempio il mondo cattolico, "ci sono pezzi del nostro Paese che vogliono sapere non chi è il leader del Pd, ma se questa comunità porta avanti certe istanze. Anche parlando con questi mondi c'è questa esigenza per tornare a fidarsi del Pd. Per recuperare la fiducia dobbiamo mettere in discussione alcuni pilastri. Quindi vorrei parlare prima del contenuto, del contenitore e poi di chi lo guida", ribadisce Lepore. (Dire)

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