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Sorpresa del piano acustico, stop alle 24 per locali fuori mura: "Beffati i virtuosi"

Ieri l'approvazione del nuovo piano acustico, ma i gestori che non hanno mai infranto le regole sbottano: "Non disturbiamo nessuno, musica fino all'una. A rischio i dipendenti"

I decibel dividono ancora, e questa volta Piazza Verdi non c'entra nulla. E' il leghista Manes Bernardini a farsi portavoce dei gestori dei locali "virtuosi" fuori dal centro che ieri hanno ricevuto una bella sorpresa: il documento infatti limitava le attività "nelle aree private di pertinenza dei pubblici esercizi" alle ore 22, prolungate poi (nel corso della stessa giornata di approvazione delibera) alle 24.

BERNADINI: "NESSUNO HA AVUTO LA FORZA DI OPPORSI ALL'ASSESSORE". E' stato Manes Bernardini a ricevere le prime opposizioni da parte di alcuni gestori di locali fra cui La Lumiera (sui colli) e il Caffè Atlantico (ex Piazza Azzarita ora in zona industriale a Santa Viola): "Sono tutti consapevoli, a partire dal sindaco, della scelta scellerata dell'Assessore Gabellini - commenta il consigliere del Carroccio - ma nessuno ha avuto la forza di contrastarla. Molti locali avevano già ricevuto l'autorizzazione perchè al di fuori ".

PER I LOCALI AUTORIZZATI UNA BEFFA E UN DANNO NOTEVOLE. La questione sta nel fatto che molti di questi locali si trovano in mezzo ai campi o in zone industriali in cui non esistono unità residenziali: "Nel 2010 ho ottenuto l'autorizzazione di Comune e Arpa - spiega Massimiliano Baldazzi, uno dei titolari del Caffè Atlantico in zona Santa Viola - per poter avere musica di accompagnamento alle serate fino all'una e oggi, quando il mio calendario estivo è programmato da tempo, vengo a sapere dello stop alle 22 con prolungamento poi alle 24. Per i non addetti un'ora non fa la differenza, ma per un imprenditore che sceglie una tipologia di locale come la nostra, a quell'ora ci si gioca molto. Non dimentichiamoci che ho anche riqualificato una zona industriale che prima di noi era buia e deserta, quindi insucura e covo di microcriminalità".

LA LUMIERA: A RISCHIO L'ATTIVITA'. Anche Gabriele Lollini, della Lumiera di via Sabbiuno, sta cercando di capire come risolvere la situazione, visto che per loro il rischio è addirittura la chiusura dell'intera attività.  "Io sono una risorsa per Bologna, ho riqualificato una zona di bivacco e di buio con il mio lavoro: oggi ci sono luci accese e gente - continua Baldazzi - Nessuna lamentela, nessun residente infastidito dalle mia attività. E così rischiano anche i miei 15 dipendenti. Se l'amministrazione non ci viene incontro ricorreremo al Tar".

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