Archiginnasio d'Oro al prof. Luigi Pedrazzi, 'uomo del dialogo'
Durante la cerimonia, il sindaco: "Sicuramente una delle personalità di maggiore spicco della nostra comunità. Impegnato da sempre nel cercare di costruire ponti fra fede e mondo laico e tra le diverse religioni"
Nella sala dello Stabat Mater della Biblioteca dell’Archiginnasio ieri è stato consegnato l’Archiginnasio d’Oro al professor Luigi Pedrazzi, riconoscimento dedicato a personalità che si sono distinte nel campo della cultura e della scienza.
Pedrazzi è stato definito "uomo del dialogo", e riconosciuta come una "delle personalità di maggiore spicco della nostra comunità" - queste le parole del sindaco durante la cerimonia. "Impegnato da sempre nel cercare di costruire ponti fra fede e mondo laico e tra le diverse religioni - ha sottolineato il primo cittadino - il professore ha perseguito con tenacia la collaborazione delle forze storiche, sociali e politiche, con un impegno altrettanto forte per la pace, contro la povertà, per la partecipazione democratica dei cittadini.
Poi Merola si abbandona ai ricordi: "Rimasi molto colpito - ha detto - due mesi fa quando, leggendo un'intervista per i 60 anni, Pedrazzi spiegò cosa accadde quando anime diverse decisero di mettersi insieme per fondare la rivista: "L'idea era che ci potessero essere grani diversi, la semola e la farina bianca, una pluralità di semi che restituiva anche la dialettica del nostro gruppo tra cattolici, liberali e socialisti. Provenivamo tutti dal liceo Galvani e volevamo costruire una nuova cultura democratica. Io credo che questa sia la chiave di tutto il pensiero e l'opera che Pedrazzi ha portato avanti dalla metà degli anni '50 ad oggi".
Poi il capitolo della politica per Pedrazzi. La sua discesa sul campo arriva su sollecitazione di Giuseppe Dossetti, quando – appena 29enne – Pedrazzi si candida con la Democrazia Cristiana alle elezioni comunali del 1956. "Accetta così di far parte - ha ricordato ancora Merola durante la cerimonia - di quel gruppo di cattolici della sinistra DC impegnati a costruire una nuova forma di impegno politico, costruttivo e di “minoranza programmatica" in Consiglio comunale. La componente "dossettiana" si confronta "su un piano di qualità e ancora una volta di dialogo" con la maggioranza comunista e socialista. In quegli anni Bologna compie importanti scelte per il futuro della nostra città: la Fiera, la Finanziaria, i piani collinari, il piano del centro storico. Molte delle grandi scelte di allora sono state condivise da tutte le forze politiche."
Dopo l'esperienza in Consiglio comunale, Luigi Pedrazzi seguì idealmente il percorso di don Dossetti attraverso i lavori del Concilio Vaticano Secondo,
abbandonando l'attività di consigliere. Negli anni '60 diventa aggiunto del sindaco al Quartiere Mazzini grazie all'esperienza amministrativa accumulata nel mandato precedente. "E anche in questo - ha detto ancora il sindaco - seppe fare prevalere il confronto di merito nelle decisioni che l'istituzione avrebbe preso: “Non avevo una maggioranza – ebbe poi modo di dire Pedrazzi - perché ero di minoranza, ma questo non voleva dire niente, perché lì veramente la collaborazione tra di noi era fortissima”. Voi capite come dire meglio anche oggi che questo è lo spirito fondativo e attuale delle originali esperienze dei Quartieri della nostra città."
Lontano da un ruolo politico e amministrativo per più di quarant'anni, nel 1995 c'è un nuovo inizio, una nuova esperienza in Comune, Pedrazzi fu chiamato dal sindaco Vitali a ricoprire la carica di vice sindaco fino al 1999, dando così vita a quella che è considerata l'anticipazione della futura coalizione dell'Ulivo. "Dunque tutto il percorso personale e politico di Luigi Pedrazzi - ha chiosato il primo cittadino - è segnato da questa collaborazione ideale tra le forze storiche della politica e della società in uno sforzo continuo di convergenza per il bene comune. In un mondo che stava cambiando, ancora una volta, tanto sul piano geopolitico, quanto su quello locale. Un mondo che Pedrazzi non ha mai smesso di seguire."