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Manovra. Merola chiede convergenza: "Uniti contro crisi". Opposizione frena

Consiglio straordinario fiume sulla manovra e i suoi effetti. Sindacati e associazioni economiche locali al tavolo. Tutti concordi su necessità modifiche, non sulle modalità. Odg rifiutato dall'opposizione

Ieri a Palazzo D'Accursio consiglio straordinario fiume, una giornata intera a discutere degli effetti della Manovra sulla città. Sindacati e associazioni economiche ammessi al tavolo, tutti concordi su "inadeguatezza" della manovra e necessità di introdurre modifiche, soprattutto in merito alle misure di crescita del territorio. Non c'è però affinità su modalità di intervento tra maggioranza e opposizione.

OPPOSIZIONE FRENA. Virginio Merola ha concluso la seduta con un accorato appello alla convergenza e alle larghe intese: "La città ci chiede di essere uniti contro la crisi", ma l'ordine del giorno proposto dai capigruppo di Pd, Sel e Idv alla fine viene approvato con i voti della sola maggioranza.
Contraria l'opposizione (Pdl, Lega Nord, 5 Stelle e Terzo Polo), che aveva chiesto di approfondire il testo in commissione, per poter elaborare i propri emendamenti.
Il testo chiedeva appunto di "operare per la massima convergenza" fra forze politiche, sociali, economiche per rivedere gli accordi con il Governo sulle infrastrutture e conteneva un giudizio negativo sulla manovra, in quanto troppo penalizzante per i Comuni.

L'ORDINE EL GIORNO, IMPEGNI. Approvato ieri con i voto favorevoli della maggioranza, l'odg impegna l' Amministrazione comunale a realizzare tutte le  iniziative idonee a costruire una risposta unitaria del territorio alla crisi  economica  e  alle  restrizioni  imposte  dalla  manovra,  col pieno coinvolgimento  dei  soggetti  economici  e  sociali del nostro territorio, valutando  le  proposte  emerse  dal Consiglio comunale straordinario sulla manovra  e  dalla  già programmata prosecuzione di questa fase di ascolto e confronto nelle Commissioni consiliari.
L'ordine  del giorno impegna inoltre il Consiglio ad operare per la massima convergenza  fra forze politiche, forze sociali ed economiche, istituzioni, parlamentari eletti nel territorio affinché, nell’interesse esclusivo della città,  possano  essere  portate  a  termine  alcune  misure  necessarie al rilancio  dello  sviluppo  di  Bologna  come  la revisione dell’accordo col Governo  sulle  infrastrutture,  la  modifica  dei  criteri  di  virtuosità relativi   al   Patto   di   stabilità,    la   realizzazione  della  Città metropolitana,  il contrasto all’evasione fiscale.

PDL. "In queste condizioni - ha detto Marco Lisei, capogruppo Pdl - votiamo contro, questo testo non ci rappresenta minimamente", pur spiegando di avere apprezzato le parole del sindaco che in alcuni passaggi aveva citato anche proposte arrivate dalla minoranza, dicendo che valeva la pena approfondirle. Merola, nel suo discorso, ha spiegato di aver accolto con soddisfazione gli interventi al consiglio di imprese, associazioni e sindacati, intervenuti al mattino: "abbiamo toccato con mano - ha ricapitolato - un giudizio condiviso sulla manovra, che viene valutata come inadeguata". Che "coincide con quello del sistema degli enti locali, di ogni colore".

INCONTRO CON PARLAMENTARI. Merola ha chiesto al consiglio di arrivare unito all' incontro che verrà fissato con i parlamentari del territorio. Un'unità necessaria, ha aggiunto, anche per delineare il piano strategico della città. In particolare, poi, utile da avanzare insieme al Governo alcune richieste: il sindaco ha ricordato l'importanza di "battere pari" sulla città metropolitana e le infrastrutture, "per non perdere i finanziamenti". E ha citato il Passante Nord, il progetto di una metropolitana di superficie su cui trasferire i fondi del 'Metro', e il Civis "su cui il ministero deve ancora pronunciarsi".

Su come far fronte concretamente alla manovra e ai tagli, di nuovo il sindaco ha chiesto di "ragionare insieme sul merito". Come la vicesindaco Giannini al mattino, anche lui ha fatto capire che l'intento è quello di aumentare il meno possibile il prelievo. Le ipotesi sono quelle, quasi obbligate, di accrescere l'Irpef di un punto percentuale: "vedremo come e quando rassegnarci". E di inserire la tassa di soggiorno, "che almeno ha uno scopo chiaro". Misure ancora al vaglio, e comunque, non sufficienti a coprire l'intero buco.

 

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