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Renzi lascia il partito, Calvano: "Il PD è un sogno che vogliamo realizzare e continuiamo a farlo"

Anche il sindaco di Bologna Virginio Merola si è espresso sull'addio di Renzi al PD e lo ha fatto sui social: "Matteo, hai sbagliato. E' un errore". Il capogruppo del Pd in Regione Caliandro: "Chi vuole lasciare il Pd lo faccia subito"

E' la notizia di oggi, Matteo Renzi ha lasciato il Partito Democratico: l'ex premier ha telefonato ieri sera all'attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte per dargli la notizia e assicurargli che continuerà a sostenere il governo, ma che per una "mancanza di visione sul futuro" sta per fondare il suo partito, seguito da una trantina di parlamentari. Quali sono state le reazioni dei nostri politici? 

Il segretario regionale del PD dell’Emilia-Romagna Paolo Calvano (renziano) ha così commentato la novità: «In Emilia Romagna tutti abbiamo fatto sforzi impegnativi e al contempo entusiasmanti per cercare punti di sintesi alti tra noi e spessissimo ce l’abbiamo fatta. Anche su temi che potevano essere divisivi, come i diritti (vedi la legge contro l’omofobia) ma non solo, siamo stati capaci di stare insieme senza rinunciare ad essere riformisti e senza rimanere immobili. Tutti hanno sempre avuto agibilità politica, abbiamo cercato di far sì che nessuno si sentisse ospite, anche in fasi politiche tra loro diverse, sia nel PD che nel Paese. Continueremo a farlo. Perché il Partito Democratico prima che un partito per noi è un sogno, che abbiamo l’ambizione di realizzare. Continuiamo a farlo tutti insieme. Pensando all’Emilia-Romagna, pensando all’Italia». 

Anche il sindaco di Bologna Virginio Merola si è espresso sull'addio di Renzi al PD e lo ha fatto sulla sua pagine Facebook con un post: «Oggi ero in una città del nord con due dei miei assessori. Avevamo un incontro importante per la nostra città. Ammetto che non ho avuto molto tempo per riflettere sull’intervista di Matteo Renzi. Forse non serve neanche riflettere molto perché ciò che penso l'ho detto sabato scorso alla festa dell’Unità: quello che sta facendo è un errore. Lascio perdere le sfumature semantiche e mi concentro sull’effetto. Qui in Emilia-Romagna siamo impegnati in uno sforzo cruciale. Le prossime elezioni regionali andranno ben oltre il significato che hanno, ci guarderà il mondo. E poco mi importa che la futura “Casa” non comporrà liste per le regionali. Dopo una separazione il conto nell’urna non è mai uguale a prima. L’unico risultato sarà aumentare il bacino degli astenuti. Hai sbagliato Matteo. Ammettere un errore fa la differenza. E spero che il PD di Zingaretti dimostri subito che il futuro è il campo democratico aperto, non la sinistra chiusa alla nostalgia dei DS».

Non da meno il capogruppo del Pd in Regione Stefano Caliandro, che affonda: "Chi vuole lasciare il Pd lo faccia subito e ci tolga da situazioni imbarazzanti - riporta l'Adnkronos -  Al momento comunque non ho motivo di dubitare di nessun componente del gruppo, nessuno ha finora manifestato l'intenzione di uscire". E sulle liste regionali incalza: " Bisognerà  che nella composizione delle liste si faccia una operazione verità: sta nel Pd chi crede nella operazione politica del Pd. Chi fa questa scelta ne deve essere consapevole,
perché non si può pensare che il Pd sia un autobus da utilizzare. Comunque la fuoriuscita di Renzi è un fatto gravissimo, perché il Pd è nato per unire culture politiche e non per dividerle. Io credo che la base sia più scossa dei vertici per questa scissione, perché c'é aspettativa di unità. Mi sfugge l'algebra politica di questa manovra".


 


 

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