rotate-mobile
Politica

Medaglia al valore a Paride Mori, Anpi: 'Dimissioni di chi l'ha inserito'

L'episodio è costato una sorta di errata-corrige al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio. Anpi: 'Aspettiamo con ansia la data della revoca"

Scoppia la polemica sulla medaglia al merito conferita, su proposta della Presidenza del Consiglio, a Paride Mori, capitano dei Bersaglieri, nato a Traversetolo (Parma) nel 1902, il 10 febbraio scorso, Giornata del Ricordo delle vittime delle Foibe per "in riconoscimento del sacrificio offerto per la Patria".

L'episodio è costato una sorta di errata-corrige al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio che ha twittato: "Se la commissione che ha vagliato centinaia di domande ha valutato erroneamente, il riconoscimento dovrà essere revocato. #giornataricordo".

Mori è "caduto" effettivamente a Santa Lucia d’Isonzo, oggi comune del territorio sloveno, nel febbraio 1944, ma la politica locale si scaglia contro il riconoscimento in quanto "combatté al fianco dei nazisti col Battaglione Mussolini e fu ucciso in combattimento dai partigiani", scrive in una nota il Deputato Giovanni Paglia di SEL che conclude duramente "domani chiederò che il Governo si scusi, che quella medaglia venga ritirata e che i membri di quella Commissione destituiti da ogni incarico. C'è un'unica memoria che i fascisti meritano oggi come domani. Quella della loro ignominia".

Duro anche le parole dell'Associazione Partigiani: "Aspettiamo con ansia la data della revoca. E le dimissioni di chi ha inserito QUEL nome tra i destinatari di una a onorificenza. Meraviglia dici non poco per la forma dubitativa usata dal ministro Delrio.

Dello stesso tenore la nota de L'Altra Emilia-Romagna: “Il governo Renzi non si smentisce ed anche in questa occasione prova a scimmiottare Berlusconi nella riabilitazione dei nazi - fascisti divenuti legittimi e magari valorosi combattenti. Che questo accada proprio a Parma, che è forse la capitale dell’ antifascismo italiano, costituisce un'assoluta vergogna sotto la quale dovrebbe davvero restare seppellito il renziano sottosegretario Del Rio che essendo di Reggio Emilia non poteva non conoscere la vicenda per filo e per segno. Quanto al giorno del “ricordo” per i caduti nelle foibe, anche se non c'entra con la vicenda in oggetto, vorrei aggiungere che i ricordi non possono essere piegati ad esigenze di propaganda”, scrive Piergiovanni Alleva capogruppo regionale

“Incredibile ma vero. Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha insignito di una medaglia al ricordo Paride Mori. Vittima delle foibe? No certamente, in quanto morì nel corso di uno scontro coi partigiani il 18 febbraio 44. Vittima incolpevole? No certamente. Il Mori era un ufficiale parmense del Battaglione bersaglieri “Bruno Mussolini”, figlio di Benito, aggregato al reparto “Waffen SS” e poi al servizio degli occupanti nazisti. Perchè l'ex sindaco di Reggio Emilia, città medaglia d'oro alla Resistenza, ha consegnato ai figli di Mori  tale onorificenza? Perchè in occasione del 70° anniversario della Resistenza? Una svista, un errore storico, frutto di superficialità?  Ne dubitiamo, ma se così fosse Delrio dovrebbe scusarsi profondamente davanti ai partigiani, alle loro associazioni, agli antifascisti italiani, come ha fatto, pur facendo una brutta figura, il sindaco di Traversetolo, che è persino giunto ad intitolare a Paride Mori una via del paese. Perchè dunque? - si chiede Cristina Quintavala, portavoce de L'Altra Emilia Romagna "Temiamo che anche  i neo- ministri PD siano stati contaminati dall'odio berlusconiano per la Resistenza, dal suo ossessivo furore anticomunista, al punto di riconoscere ai “vinti” fascisti, pari dignità dei “vincitori” resistenti. Si tratta di una vicenda di particolare gravità: “il sangue dei vinti”, per usare l'espressione di Pansa, seppure muova a pietà la morte di qualsiasi uomo, non è sangue innocente, ma complice della violenza nazista, dei rastrellamenti nazisti, delle stragi naziste, della brutale occupazione e delle sofferenze inflitte al popolo italiano e ai popoli europei nel corso della II guerra mondiale. Sconcerta la superficiale operazione storica, messa in atto dal governo Renzi, di equiparare i fascisti, collaboratori delle SS con le vittime delle foibe. Siamo in presenza di una riabilitazione storica inaccettabile sia nei confronti della storia della Resistenza iugoslava che  di quella italiana. E' questa una vergognosa forma di riabilitazione di coloro che, in quanto fascisti, complici degli occupanti nazisti,  hanno la responsabilità di aver favorito, istruito, guidato i nazisti nei rastrellamenti e negli eccidi compiuti contro le formazioni partigiane e le popolazioni accusate di complicità con esse. E allora perchè tale riabilitazione? E' forse la ricerca dei consensi della destra, l'erosione dell'elettorato berlusconiano?  E' la ricerca della pacificazione coi fascio-leghisti? In cambio di che cosa?  A nostro parere, si tratta del tentativo,  fino ad ora riuscito, della restrizione degli spazi democratici e dell'agibilità politica delle piazze e  dello stravolgimento della Costituzione italiana”.

INTITOLAZIONE VIA A MARCELLO BIGNAMI. Torna nell'agenda del consiglio comunale la proposta fatta un paio di anni fa dal consigliere di Forza Italia Marco Lisei di intitolare una via o un luogo pubblico a Marcello Bignami, padre del consigliere regionale Galeazzo e e storico esponente dell'MSI. Mentre il sindaco si sarebbe impegnato, da quanto si apprende il PD sarebbe contrario.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Medaglia al valore a Paride Mori, Anpi: 'Dimissioni di chi l'ha inserito'

BolognaToday è in caricamento