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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Morte di Giulio Andreotti, i commenti: Romano Prodi "Statista"

A 94 anni Giulio Andreotti, il sette volte presidente del Consiglio, si è spento stamattina. Un politico "Divo" che ha sempre prodotto giudizi contrastanti. Un minuto di silenzio in Consiglio Comunale

E' morto a 94 anni Giulio Andreotti, il sette volte presidente del Consiglio, ministro alla Difesa, Esteri e anche Econimia, si è spento oggi intorno alle 12.30 nella sua abitazione romana.

Un politico che ha sempre prodotto giudizi contrastanti, ma di riconosciuta intelligenza e sagacia con un indiscusso senso dello humor. Il potere, la prescizione per mafia, i misteri d'Italia che, a detta di tanti, si sarebbe portato nella tomba. E anche alla sua "dipartita", i commenti non si fanno attendere.

Appena appresa la notizia della scomparsai, anche il consiglio comunale di Bologna si è fermato per un minuto di silenzio, su richiesta della presidente Simona Lembi.

"Esprimo le mie più sentite condoglianze ai familiari del Presidente Giulio Andreotti", così Romano Prodi "con lui scompare uno statista che ha segnato le fasi più importanti della storia politica e istituzionale del dopoguerra".
"Andreotti è morto democristiano. Noi speriamo che ce la caviamo", twitta il neo-senatore Sergio Lo Giudice (Pd), parafrasando il celebre titolo di Luigi Pintor nel 1983 'Non moriremo democristianì", allora direttore del quotidiano comunista Il Manifesto. L'allusione è anche all'attuale governo Letta-Alfano, che per molti è una sorta di rinascita della Dc.

Il segretario provinciale PD Raffaele Donini non riesce ad accodarsi "con la platea di quanti incenseranno la figura di Giulio Andreotti nel giorno della sua morte. La sfera privata del lutto va sempre rispettata ma quell'uomo sedeva indegnamente negli scranni del Senato dopo che si è dimostrata la sua contiguità con il sistema mafioso fino al 1980. Assolto a processo soltanto perché i reati a lui imputati si erano prescritti ed i gravi fatti successivi non si sono sufficientemente provati. La morte di un uomo merita sempre rispetto e persino pietà umana. Ma non si definisca statista chi per preservare e rafforzare il potere personale o politico di parte non si è fatto scrupoli di interpretare ed anche rappresentare interessi criminali o mafiosi"

"Dal punto di vista delle associazioni vittime delle stragi in Italia, si spera che almeno in questo caso non si sentano le solite elegie dei personaggi politici appena scomparsi, definiti spesso a torto degli statisti". duro Paolo Bolognesi, altro neo-eletto Pd e Presidente dell'Associazione Vittime del 2 agosto "Andreotti ha attraversato quel pezzo di storia che va sotto il nome di strategia della tensione e tanto avrebbe avuto ancora da raccontare in proposito, visto che ha detto poco o nulla. Ora occorre insistere sulla piena apertura dei suoi archivi e degli archivi che lo riguardano, che devono essere aperti per rispondere alle domande a cui lui non ha ma voluto fornire risposte chiare, concrete e credibili".

Per Sandra Zampa, deputata Pd "La morte di ogni uomo va rispettata. Come statista ha rappresentato, nella mia giovinezza e dopo, ciò che respingo ancora oggi".

"Andreotti uomo dell'altro secolo", secondo il consigliere regionale Franco Grillini "mai capita la modernità, omofobo convinto, fece cadere Prodi contro i Dico".


 

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