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Politica Granarolo dell'Emilia

Granarolo, nuovo polo sportivo Bologna FC: "Compatibile con piano territoriale?"

Torna a far discutere il progetto del Bologna Football club, ora al centro di un'interrogazone dei 'grillini' che mettono in dubbio ci siano i requisiti richiesti dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Il progetto per la realizzazione del nuovo centro sportivo del Bologna Football Club 1909 a Granarolo dell’Emilia, torna a far discutere. Dopo le polemiche e i j-accuse sollevati da Legambiente, che taccia il progetto di 'speculazione edilizia mascherata' - il mega polo finisce ora al centro di un’interrogazione di Giovanni Favia del Movimento 5 stelle.

Il comune di Granarolo - informa il consigliere grillino - ha avviato la Conferenza dei servizi, in qualità di ente procededente, per la verifica della proposta di un accordo di programma presentato dal Bologna Fc per la realizzazione del progetto su una superficie territoriale di circa 22 ettari tra via Prati, la Lungosavena e via San Donato. In proposito Favia ritiene necessario "verificare la compatibilità della proposta” con i requisiti richiesti dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale per la localizzazione di nuovi poli funzionali. Tra i punti  segnalati dall'esponente del M5S: l’accessibilità infrastrutturale che - riferisce - “non è assicurata da alcun tipo di trasporto pubblico, ed in particolare non è servita dal Servizio ferroviario metropolitano”.  Inoltre l’area individuata  ricadrebbe in un ambito disciplinato dal Ptcp come 'ambito agricolo periurbano', dove - si sottolinea nell'interrogazione -  "la pianificazione persegue il mantenimento della conduzione agricola dei fondi e la promozione di attività integrative del reddito degli operatori agricoli”.
Favia chiede pertanto alla Giunta regionale se non ritenga necessario, coerentementecon quanto disposto dalla normativa regionale, "invitare la Provincia di Bologna alla promozione di un accordo di programma per la verifica della proposta in questione, in qualità di ente titolare dello strumento di pianificazione di cui si propongono le modificazioni, permettendo così alla Regione Emilia-Romagna di esercitare le proprie prerogative in materia urbanistica".

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