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Mega tangenziale al posto del passante, Bologna contro ministero e Autostrade

I responsabili ai trasporti di Comune, Città metropolitana e Regione duri contro i rumors che vedono allo studio l'ipotesi di banalizzazione del tratto urbano dell'autostrada

Si alza la temperatura dello scontro tra le istituzioni bolognesi e il ministero dei Trasporti sul progetto del Passante.

Le dichiarazioni del sottosegretario Michele Dell'Orco sull'analisi in corso di una possibile alternativa basata sulla banalizzazione del tratto urbano della A14, ha fatto ancora una volta saltare sulla sedia Regione Emilia-Romagna, Comune e Città metropolitana di Bologna.

"Apprendiamo di un tavolo di lavoro tra ministero dei Trasporti e Società autostrade per discutere di un'ipotesi alternativa al Passante metropolitano bolognese, basata sulla banalizzazione del nodo tangenziale-A14 di Bologna- scrivono in una nota gli assessori regionale, metropolitano e comunale ai Trasporti, Raffaele Donini, Marco Monesi e Irene Priolo- se la notizia corrispondesse al vero, la riterremmo inaccettabile e irrispettosa di un intero territorio, oltre che lesiva del piu' elementare principio di lealtà e correttezza istituzionale, soprattutto alla luce della nostra ripetuta richiesta di incontro rivolta al ministero".

I tre assessori ricordano che "esiste un progetto condiviso e approvato nell'aprile 2016 da tutti i livelli istituzionali. C'è un accordo che va rispettato". Il Passante di Bologna, insistono Regione, Comune e Città metropolitana, è "un'opera attesa da decenni, che potrebbe essere cantierata entro il prossimo anno. Richiediamo pertanto a ministero e Autostrade la massima trasparenza e collaborazione nelle scelte inerenti il nodo di Bologna". 

Tra l'altro, sottolineano Donini, Monesi e Priolo, la banalizzazione dell'autostrada "venne già esaminata nel corso del progetto del Passante Nord e furono evidenti le criticità tecniche, lo scarso valore trasportistico e la pericolosità per la circolazione, oltre alle gravissime ripercussioni sul traffico negli anni del cantiere".

Intanto, dal coro di istituzioni, parti sociali e categorie economiche che nei giorni scorsi hanno fatto fronte comune chiedendo al Governo di non bloccare le grandi opere previste per l'Emilia-Romagna, si smarca Legambiente. "Se la scelta culturale della maggioranza in Regione non stupisce- critica l'associazione ambientalista- sembra invece quantomeno strana la posizione attribuita ai soggetti aderenti al Patto per il lavoro, tra cui realtà del terzo settore, associazioni agricole e università, che avrebbero deliberato di chiedere al Governo di non bloccare la bretella Campogalliano-Sassuolo, la Cispadana e il Passante di mezzo".

Secondo Legambiente, infatti, "una simile posizione attribuita a soggetti tanto diversi ed eterogenei desta quantomeno qualche perplessità. Appare curioso ad esempio che l'Ufficio scolastico regionale, per citare una delle tante organizzazioni aderenti al Patto per il lavoro, ritenga un'esigenza impellente ed imprescindibile la costruzione di nuove strade ed autostrade". Per gli ambientalisti, "se davvero tanta parte della società regionale è così legata al bisogno di autostrade, il luogo giusto per discuterne sarebbe il futuro piano dei trasporti, che deve essere rinnovato dal 2010, e non certo tavoli di confronto con regole e modalità decisionali alternative agli strumenti di vera partecipazione". (Asa/ Dire)

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