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Marini al Quirinale spacca la base del Pd bolognese, Zampa: “Suicidio non assistito”

Circolava già dal pomeriggio, le agenzie lo hanno battuto intorno alle 21: Franco Marini candidato gradito anche al Pdl e a Monti, ma che apre una grande spaccatura in tutto il centrosinistra italiano e bolognese, roccaforte bersaniana

Un presidio a favore di Stefano Rodotà e "contro le larghe intese" organizzato a tempo record per questo pomeriggio a Bologna. L'appuntamento è alle 18.30 in piazza Nettuno e a promuoverlo sono il comitato Acqua bene comune e il comitato Articolo 33, lo stesso del referendum contro i fondi alle scuole paritarie del Comune e del quale Rodotà è presidente onorario. Il presidio arriva dopo una vera e propria "rivolta bersaniana" bolognese che si è manifestata soprattutto sui social network.

La notizia arriva dopo una giornata difficile per il Pd (tessere di partito bruciate durante il voto e picchetto davanti al Quirinale), ma anche per la rete: le agenzie hanno battuto ieri in torno alle 21 la dichiarazione di Pierluigi Bersani e l’annuncio della candidatura di Franco Marini, abruzzese, 80 anni, ex ministro con Andreotti, presidente del senato e segretario generale Cisl.

Per ore su tutti i social si sono susseguiti commenti, perlopiù di dissenso, del popolo del Pd e dei parlamentari stessi che dalle 10 di oggi dovrebbero votare un nome passato con soli 222 sì, mentre 90 sono i no e 21 gli astenuti. Lecito e comprensibile l’endorsement a Romano Prodi dei militanti bolognesi, ma, con il rifiuto del Professore, buona era stata l’apertura a Stefano Rodotà, scelto dai 5 Stelle, non sgradito e che non avversa di certo il centrosinistra. Quindi Marini potrebbe non passare e questa volta il ruolo di Pierluigi Bersani sarebbe messo, e lo è già, seriamente in discussione.

LE REAZIONI DEI POLITICI BOLOGNESI. "Fermatevi", una sola parola quello di Stefano Bonaccini, segretario regionale dell'Emilia-Romagna del Pd, su Twitter stamattina, mentre stanno per iniziare le votazioni per il Quirinale. La deputata Donata Lenzi annuncia sul suo profilo facebook un vertice dei bolognesi: "I deputati bolognesi si trovano stamattina per concordare cosa fare. Nessuno di noi ieri sera ha parlato pubblicamente". No, a giudicare dai commenti, questa volta Bologna, roccaforte bersaniana, non ha accolto con favore le scelte del segretario: non lo voteranno i renziani e anche Sel si sfila e mette anche il veto su un temibile governo di larghe intese Pd-Pdl.
Cauto ieri sera il responsabile provinciale Raffaele Donini che invitava a mantenere la calma, ma deve averla persa nella notte: “Vi prego FERMATEVI. La nostra gente non capisce. Come può essere considerata condivisa una candidatura che spacca il PD e sbriciola il centro sinistra, con l'unico pregio di accontentare Berlusconi? Alla prima votazione potrebbe non passare. Non si continui oltre. Marini faccia un passo indietro”. Così pure per il neo-eletto Andrea De Maria “un accordicchio su Marini non serve e dilania l'italia migliore. si rifletta bene”. La parola a un giovanissimo: “Non mi pare che unisca il Partito. Riflettete, vi prego, riflettete”, è Davide di Noi del coordinamento bolognese “questa scelta danneggia il PD e dimostra un totale scollamento fra classe dirigente e base". Non lo voterà neanche Sergio Lo Giudice, ex capogruppo a palazzo d'Accursio e neo-senatore.
Mattero Lepore spera che Marini sia “intenzionalmente un fake... Spero che molti grandi elettori PD votino Rodotà o Prodi. Sostenere Marini può avere un solo scopo, governare tenendo aperto il parlamento aperto per 5 anni grazie al sostegno del Pdl. Ma non è per questo che abbiamo fondato e sostenuto il PD. Sostenere Marini per andare a votare tra un anno sarebbe ancora peggio, significherebbe consegnare il paese a Berlusconi. I voti del PD sono fondamentali per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, per cui chi ha proposto Marini si faccia da parte e il PD prosegua identificando un nuovo nome che dia senso alla nostra storia. Siamo cittadini che vogliono cambiare questo paese, non lasciarlo marcire", mentre per Luca Rizzo Nervo è “un nome che in meno di 4 ore è riuscito a spaccare il PD, spaccare il centrosinistra, aprire un definitivo solco con il M5S e compattare tutto il centrodestra”. Dura la reazione di Sandra Zampa, vicina al professor Prodi, che non voterà Marini: “E' una serata davvero drammatica questa per il partito, un suicidio non assistito”.
“Se Marini è il candidato siamo tutti franchi tiratori... Impallinare l'oligarchia e que se vayan todos!”, è la speranza di Mirco Pieralisi consigliere comunale in quota Sel spallegghiato dalla collega Cathy la Torre “Al peggio non c'è mai fine! Italia Bene comune o partiti insensatezza comune?!!".

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