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Venerdì, 29 Settembre 2023
Politica

PD, oggi la "resa dei conti". Lepore: "Cambiare la classe dirigente". Bonaccini non prende la parola

Linea comune rifondare il partito e un congresso che garantisca una opposizione al nuovo Governo del centro-destra

Non vuole sciogliere il PD il sindaco Matteo Lepore, ma è da "rifondare e serve una vera rivoluzione". Lo ha detto intervenendo (da remoto) alla direzione nazionale dei dem, ma "se non lo sciogliamo noi, lo scioglie qualcun altro, cioè non possiamo pensare di affrontare questo passaggio dando per scontato che semplicemente perchè siamo eredi o ereditieri di un patrimonio, questo ci permetterà di andare avanti per inerzia".

Una sorta di "resa dei conti" quella di oggi "una fase difficile, in cui dobbiamo esprimere solidarietà tra noi e il gruppo dirigente deve affrontare in modo collegiale questo passaggio, io ne sono molto convinto, ma - avverte il sindaco - non possiamo essere ipocriti, non possiamo non avere il coraggio della verità sulle divisioni che abbiamo, su cosa è successo in questi dieci o 15 anni, su come il gruppo dirigente nazionale non è riuscito purtroppo a portare la nave in porto".

"Ascolto sempre gli stessi"

Lepore osserva, nonostante i nove segretari che si sono avvicendati, "aascolto sempre gli stessi ragionamenti e sono portati avanti più o meno sempre dagli stessi". Per questo "dobbiamo avere il coraggio di farla davvero quella rivoluzione che cambia anche il gruppo dirigente nazionale - aggiunge - senza rottamarlo, perchè è una parola che ci ha fatto malissimo". Lepore, poi, allontana l'idea di far parte di un partito dei sindaci e insiste sul processo "costituente" di cui necessita il Pd: "Che duri un mese o sei, bisogna che sia un varco che si apre veramente e che in quel varco chi può dare qualcosa abbia la possibilità di farlo. Perchè se dev'essere una cosa finta, tanto vale fare le primarie la prossima settimana".

"Il gruppo dirigente del Pd - insiste il sindaco - non è riuscito a portare la nave in porto - quindi - Dobbiamo avere il coraggio di cambiare il gruppo dirigente senza rottamarlo, che e' una parola che ci ha fatto malissimo". 

Bonaccini: "No a scioglimento PD, sarebbe regalo alla destra"

Bonaccini non prende la parola

Un congresso "vero" e in tempi "certi e ragionevoli", per "rigenerare l'identità del Pd". Ha chiesto ancora una volta il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ha partecipato ìn presenza, ma non ha preso la parola. Anzi, intorno alle 13.30 il governatore ha lasciato la riunione per tornare in Emilia-Romagna, dove era atteso da altri impegni. Dal suo staff, però, ci tengono a precisare che Bonaccini "non ha snobbato la discussione in direzione" e che anzi "ha scelto" di non intervenire avendo "condiviso la relazione del segretario" Enrico Letta. "Condivido il percorso proposto da Enrico Letta - dichiara Bonaccini - col quale ci siamo confrontati nei giorni scorsi: un congresso vero in cui riaffermare e rigenerare l'identità del Pd. Lo faremo in tempi certi e ragionevoli, perché il Paese ha bisogno di un Governo, ma anche di un'opposizione pienamente in campo. Partiamo oggi per discutere del progetto del Pd e dell'Italia. Non di alleanze di là da venire". Secondo Bonaccini, peraltro, "analizzare le ragioni della sconfitta è essenziale, ma con lo sguardo rivolto al presente e al futuro, perché è su questo che saremo misurati. Un congresso per discutere con le persone nella società, non nel chiuso di una stanza, perché la democrazia si nutre di partecipazione. E già il fatto che non si discuta più di nome e simbolo lo considero un passo avanti: i problemi che dobbiamo affrontare adesso sono di sostanza, non di forma", avverte Bonaccini.

Tosiani: "Il PD è un grande patrimonio"

Il punto fermo è che il Pd "va rigenerato. Ma attenti a non tirare giù la serranda, perchè quando poi andremo a riaprirla non ci sarà più nessuno dentro". L'ammonimento arriva da Luigi Tosiani, segretario regionale dem in Emilia-Romagna, intervenuto alla direzione nazionale. Tosiani difende il partito: "Il Pd è un grande patrimonio che non merita alcuni pezzi della discussione di questi giorni rispetto a chi vuole chiuderlo o cambiare simbolo". E aggiunge: "Rigeneriamolo, ma attenti a non tirare giù la serranda perchè quando poi andremo a riaprirla non ci sarà più nessuno dentro". Secondo Tosiani, tra l'altro, "c'è ancora tanto Pd fuori dal Pd. Sta a noi chiamare a raccolta queste persone aprendoci alla loro voglia di contribuire". E cita come esempio l'Emilia-Romagna, dove "decine di persone hanno chiamato per iscriversi il giorno dopo le elezioni. Non so se vada dato loro un premio, ma di certo va offerto un percorso all'altezza di questa generosità". Anche per questo, il segretario dell'Emilia-Romagna lancia una proposta di "moratoria. Non parliamo di alleanze durante il congresso - dice Tosiani - parliamo di noi, non degli altri". Tosiani chiede anche di fermare il gioco delle correnti. "Parliamo tra noi senza usare il nome degli altri- esorta- misuriamoci e contestiamoci sulle idee. Ne va della dignità, dello stile e del contenuto della nostra proposta politica". E incalza: "Non può essere un congresso che parla solo del passato, deve guardare al futuro. Ci sono le condizioni per un congresso profondo ma non infinito, che dia risposte all'opposizione in Parlamento e in prospettiva al Paese". (dire)

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