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"Vitamina Elly", la ricetta bolognese in supporto alla corsa di Schlein

"La corrente neoliberista ha ammalato il partito e il paese": prende vita il comitato Parte da noi in supporto alla corsa alla segreteria dem dell'ex vicepresidente dell'Emilia-Romagna

Entrando nel circolo PD di via Galliera sembra di visitare un relitto di una vecchia nave affondata che ha conservato, negli anni, tutti i complementi d’arredo ormai in disuso: gadget e cartoline del PCI, foto ingiallite di Enrico Berlinguer e francobolli con la faccia di Lenin incorniciati. 

Il piano superiore sembra invece una versione più contenuta del Nazareno, l’elegante sede del Partito Democratico a Roma. Il piccolo open space bolognese accoglie quattro relatori: Stefano Caliandro della Segreteria regionale del PD, Erika Ferranti sindaca di Bentivoglio, Mattia Santori leader delle Sardine e consigliere comunale e Roberta Zacchiroli, delegata Fiom CGIL dell’azienda Alberto Sassi.

Guidati da Caliandro e Ferranti, i quattro relatori presentavano oggi il comitato Parte da noi, in sostegno ad Elly Schlein nella corsa alla segreteria del PD. Già presente in tutti i circoli PD di ogni quartiere di Bologna, il comitato ha raccolto in soli diciannove giorni – da quando Schlein ha ufficializzato la sua candidatura – già più di 18mila firme. 

Gli interventi

La crisi del PD e l’ennesimo (disperato) rilancio

Elly Schlein non c’era, impegnata a Roma nelle votazioni parlamentari per la Manovra, ma si è presentata in videocollegamento per un breve intervento: “Quando ho lanciato questa candidatura ho detto subito che i cambiamenti importanti passano da una parità di mobilitazione collettiva. C’è già grande mobilitazione e molto interesse. Siamo partiti dalle aree interne, da Cremona alla Sicilia fino in Toscana. C’è voglia di ricostruire: la nostra proposta mette al centro la questione del lavoro, dando qualità al lavoro. La destra non parla mai di precariato parlando solo di occupabilità in astratto in un paese in cui ci sono tre milioni di lavoratori precari. La crisi della natalità è strettamente legata alle condizioni di vita e il Governo che ne parla tanto non può ignorare le condizioni di vita di moltissimi lavoratori”.

“Un’altra battaglia sarà legata al salario minimo, altrimenti non è neanche lavoro. In questo Bologna essere un esempio, visto che si è dotata di una carta del lavoro, ma c’è ancora tanto lavoro da fare”.

Assodato il momento di grande difficoltà del Partito Democratico, Caliandro – coordinatore del comitato insieme a Erika Ferranti – ha tessuto le lodi delle istanze “realmente di sinistra” che Schlein può portare nel percorso politico del partito. Definendola “Vitamina Elly”, Caliandro ha tirato le somme degli ultimi, tristi mesi dei dem: “Il grande limite del PD nella rappresentanza è sempre stato l’accompagnamento di un atteggiamento aristocratico alla politica del ‘meno siamo e meglio stiamo’. Noi, invece, dobbiamo essere accoglienti: dobbiamo ristabilire un rapporto con gli iscritti nella logica di lotta alla disuguaglianza e in questa prospettiva la composizione del comitato è meticcia”. Degli oltre 35 firmatari di questo comitato, in effetti, la provenienza è del tutto eterogenea: terzo settore, avvocati, politici di professione e sindacati.

“C’è stata una corrente neoliberista – continua Caliandro – che ha ammalato il paese e il partito. Elly è vitamina: lei rappresenta un’occasione di rigenerare questo partito senza perdere la nostra identità”.

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Questione di leadership

Dopo l’endorsement ufficiale di qualche giorno fa, Santori è riapparso al pubblico nella veste di gregario nella corsa alla segreteria di Schlein. Dopo il panegirico sui limiti del Partito Democratico, Santori ha sottolineato la differenza tra Stefano Bonaccini – altro candidato alla segreteria insieme a Paola De Micheli – e Schlein: “C’è differenza tra Bonaccini e Schlein: da una parte c’è pluralità, dall’altra c’è voglia di leadership. Io sono stato leader e non la vedo come un problema, ma la leadership va allargata. Ed Elly è stata molto brava a farlo. Stiamo parlando di una comunità che negli ultimi anni ha sofferto tantissimo la mancanza di pluralità e di porosità verso l’esterno del partito”.

C’è poi la rappresentanza sindacale di Roberta Zacchiroli, delegata Fiom CGIL e già vincitrice del premio Tina Anselmi 2021: “Si è creata una grande frattura tra politica e lavoro negli ultimi anni che deve essere risanata. La questione più grave negli ultimi anni è quella del Jobs Act, e io queste lotte le ho fatte proprio contro questo partito. Era però il partito di Renzi, che oggi invece è molto diverso”.

“Elly parla di lavoro, la cosa più importante: in un momento come questo, lei rappresenta la novità. I lavoratori con cui ho parlato sono tutti propensi a dare fiducia a Elly. Io vengo dal PD ma l’ho abbandonato quando è arrivato Renzi. Oggi siamo senza una vera legge che impedisca le delocalizzazioni ed Elly era con noi alla Saga Group. Questa lotta si è vinta e si è vinta grazie alle lavoratrici che non hanno mollato un solo secondo. Elly c’era, c’era sempre”.

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