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Segreteria Pd, nuovo sondaggio: Bonaccini mantiene il vantaggio

Lo racconta un nuovo sondaggio realizzato dall'istituto Emg e reso noto questa mattina dalla trasmissione Agorà, su Rai tre

Stefano Bonaccini resta in vantaggio nella cavalcata alla segreteria del Pd. Lo racconta un nuovo sondaggio realizzato dall'istituto Emg e reso noto questa mattina dalla trasmissione Agorà, su Rai tre.

Dai dati emerge infatti che il governatore dell'Emilia-Romagna viaggia con 20 punti di vantaggio sulla sua ex vicepresidente Elly Schlein . In percentuali si parla del 45% di consensi per Bonaccini contro il 25% per la parlamentare. Più staccata dai due c'è la terza competitor di queste primarie, Paola De Micheli, accreditata del 9%.

Infine, alla domanda del sondaggio ("Chi sarebbe secondo lei il miglior segretario per il Pd?"), un 15% degli intervistati preferisce non rispondere e un 6% indica un altro candidato, diverso dai tre in campo.  

I risultati del sondaggio odierno restituiscono una fotografia simile a quella scattata dall'indagine Swing della scorsa settimana. 

De Micheli ai microfoni di BolognaToday: "Bonaccini e Schlein? Non temo nessuno" | VIDEO 

I candidati emiliani a confronto:

La storia politica di Elly e il rapporto tra alti e bassi col Pd 

Schlein si appassiona alla politica già da giovane e, nel 2008, partecipa come volontaria a Chicago per la campagna elettorale di Barack Obama. Nel 2011 si laurea all’Università di Bologna in Giurisprudenza e, nello stesso anno, fonda l’associazione studentesca Progrè, una realtà che si occupa di fare informazione e di sensibilizzare sui temi come migrazioni e carcere. Nel 2013, in occasione delle primarie che porteranno Matteo Renzi a diventare il nuovo segretario dem, entra nel Partito Democratico sostenendo la candidatura di Pippo Civati.

Il rapporto di Elly Schlein con il Partito Democratico è stato sempre complicato. Soltanto pochi mesi prima del suo ingresso nel partito, Schlein aveva lanciato la campagna #OccupyPD: in seguito alla vicenda dei centouno franchi tiratori che avevano, di fatto, impedito l’elezione al Quirinale di Romano Prodi, Schlein aveva occupato insieme ad una nutrita rappresentanza giovanile PD diverse sedi del partito per denunciare la propria contrarietà alla nascita del Governo di larghe intese a guida Enrico Letta. 

Come detto, pochi mesi dopo Schlein fa il suo ingresso nel PD e con i dem viene eletta al Parlamento europeo con più di 53mila voti nella circoscrizione Nord-est e più di 32mila in Emilia-Romagna. Nel 2015, ancora in rotta con la linea dettata dal partito, Schlein lascia il PD per seguire Civati in Possibile: “Da troppo tempo non mi riconosco più in nulla di quella che fa questo Governo – scriveva in un lungo post Facebook –. Vale la pena di lottare all’interno del partito finché c’è il partito, ma temo che questo non esista più”.

Nel 2016 viene nominata relatrice per il gruppo Socialista e Democratico sulla riforma dei trattati di Dublino, la norma che stabilisce quale Stato membro è responsabile per ogni richiesta d’asilo presentata all’UE. Dopo due anni e ventidue riunioni, in cui ha l’allora eurodeputata presentò ben 145 emendamenti volti a cancellare il criterio di ‘primo Paese d’accesso’, nel novembre del 2017 il Parlamento europeo approva la riforma dei trattati, sostituendo i precedenti criteri con “un meccanismo di ricollocamento automatico e permanente, che da un lato valorizzi i legami i significativi dei richiedenti asilo e dall’altro obblighi tutti gli Stati europei a fare la propria parte sull’accoglienza”. Per Schlein e per tutta la sinistra europea è una vittoria storica.

Dopo gli anni trascorsi tra Strasburgo e Bruxelles, Schlein decide di non ricandidarsi in Europa preferendo invece, nel 2020, l’appoggio a Stefano Bonaccini (che avrebbe poi vinto nuovamente le elezioni dopo la prima vittoria nel 2014) nella corsa alla presidenza della Regione Emilia-Romagna con la sua lista “Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista”. Viene eletta con 22.098 voti personali, facendo registrare il record di preferenze verso un candidato in tutta la storia delle elezioni emiliano-romagnole. L’11 febbraio viene nominata vicepresidente della Regione Emilia-Romagna.

Alle politiche del 2022 viene candidata ed eletta alla Camera come indipendente tra le liste del PD nel collegio plurinominale Emilia-Romagna 02. È il preludio del suo ritorno nel Partito Democratico: dopo le dimissioni annunciate da Letta, il 4 dicembre del 2022 Schlein si candida alla segreteria del partito, annunciando anche il suo ritorno all’interno di esso dopo sette anni di assenza.
Al Monk, il circolo romano in cui la deputata lo scorso 4 dicembre ha lanciato la sua candidatura, la deputata parla per circa un’ora e si commuove parlando della sua famiglia: solamente poche ore prima, la sorella Susanna – diplomatica italiana di base ad Atene – era stata vittima di un attentato incendiario nella sua casa. “Con mia sorella ci siamo sentite – ha detto Schlein dal palco – è stata lei a darmi la forza di venire qui oggi”.

La scorsa settimana la parlamentare ha preso la tessera del Pd, al circolo della Bolognina, dicendosi pronta a ricostruire la sinistra ascoltando i militanti.

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La storia politica di Bonaccini e l'amministrazione del nostro territorio 

Il discorso per la candidatura Bonaccini l’ha tenuto dal palco del circolo PD di Campogalliano, il paese dove Bonaccini è nato, cresciuto e dove tuttora abita: “Ho deciso di candidarmi alla segreteria del Partito Democratico. È il momento di esserci, di impegnarsi, di partecipare. E di farlo insieme. Per il PD e per il Paese" aveva detto il presidente dell’Emilia-Romagna.
La sua storia politica è, lunga, più che trentennale, e inizia proprio da Campogalliano: sul finire degli anni Ottanta Bonaccini entra a far parte di alcuni movimenti pacifisti e nel 1990 viene nominato assessore alle Politiche giovanili, alla Cultura e allo Sport nel proprio comune. Diventa poi segretario provinciale della Sinistra giovanile e nel 1995 diventa segretario provinciale del PDS. Dal 1996 al 2006 lavora come assessore al Comune di Modena e nel 2007 entra nel Partito Democratico. 
Nel 2014 partecipa alle primarie in vista delle elezioni regionali: con lui si candida Matteo Richetti, oggi deputato eletto nelle liste di Azione, e la cosa fu mal digerita dal resto del partito che desiderava, invece, una nomina unica. Inoltre, i due erano entrambi iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di peculato per un’inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari. La procura di Bologna arriva all’archiviazione e Bonaccini vince prima le primarie e poi le elezioni regionali. Tutt’oggi Bonaccini è Governatore dell’Emilia-Romagna, essendo stato rieletto nel 2019.

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