Elezioni Presidente della Repubblica: il bolognese Casini, sempreverde quirinabile
In politica dagli anni '70, nei '90 si schierò con il suo Ccd-Cdu nel polo delle libertà. Negli anni di Renzi migrato nell'orbita di centrosinistra ed eletto senatore con il Pd, è uno dei candidati per lo scranno più alto del paese
Sempre ai margini, sempre al centro. Potrebbe essere questo, in estrema sintesi, il ritratto a carboncino del bolognese Pierferdinando Casini, uno dei nomi che più ricorrono, in questi giorni, nei discorsi nei grandi elettori per la corsa al Quirinale.
Casini, 67 anni, ha almeno tre vite politiche alle spalle: è in parlamento da quasi quarant'anni e dieci legislature, è stato nei primi anni duemila anche presidente della Camera, un profilo istituzionale che lo rende papabile per il Colle.
Il suo nome non è mal visto né dal centrodestra né dal centrosinistra, anche se, soprattutto nel M5S della prima ora, non gli si perdonano gli strali nei confronti del populismo anti casta, il suo ruolo nella commissione banche e in generale quella lunga permanenza in entrambi i rami dell'emiciclo, non importa con quale schieramento.
Gran tifoso del Bologna, attento conoscitore delle dinamiche parlamentari ma lontano dai salotti televisivi, Casini non ha mai utilizzato toni forti per inimicarsi definitivamente qualcuno, anche se sono note, per chi ha qualche capello bianco in testa, le sue passate posizioni cattolico-conservatrici, per esempio contro divorzio e aborto.
Ma i tempi sono cambiati: due divorzi e quattro figli dopo l'oggi senatore, eletto con il Pd nel collegio uninominale di Bologna, addirittura in campagna elettorale nel 2018 si fece fotografare in un circolo Pd nel bolognese, microfono in mano e sullo sfondo Gramsci, Togliatti, Dozza e Matteotti. Una metamorfosi, sempre ricordando al suo passato politico.
(Pierferdinando Casini durante una visita al circolo Pd di Casalecchio, nel 2018)
Il candidato bolognese al Quirinale: chi è Pierferdinando Casini
Bolognese doc, tifosissimo di Bologna e Virtus, classe 1955, laurea in giurisprudenza, padre docente di lettere e madre impiegata al provveditorato, dagli anni '80 Casini è stato un giovane dirigente della Dc in quota Forlani. Entra in parlamento per la prima volta nel 1983.
Con la scomparsa della Balena bianca organizza la diaspora democristiana e raduna il Centro cristiano democratico, che insieme al Cdu di Buttiglione andrà a formare il piede centrale del Polo di Berlusconi nel 1994 e nella Casa delle libertà dal 2002, mentre dal 2001 al 2006 Casini ricopre il ruolo di presidente della Camera. L'orbita nel centrodestra si spezza nel 2008, e mentre il governo Berlusconi IV viene travolto dalla crisi del debito sovrano Casini si fa trovare pronto per sostenere il governo Monti.
Nel 2014 poi trasloca definitivamente nell'orbita più al centro del centrosinistra, con il suo sostegno al governo Letta e poi a Renzi. Nel 2016 poi l'abbandono della stessa Udc, per finire nelle liste del Pd bolognese alle politiche del 2018, fino a oggi.