rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

De Martino: “La sfida di Schlein unire la sua proposta con quella di Bonaccini”

INTERVISTA POST PRIMARIE. A colloquio con la Consigliera comunale e rappresentante del circolo del Pratello, Mery De Martino , tra le prime sostenitrici della neo segretaria: "Ruoli di rilievo nel Pd? Non più a correntisti, ma a chi lo merita"

Dai viaggi a Bruxelles agli AperitivElly al Pratello, la storia di Mery De Martino è intrecciata a doppio filo con quella di Elly Schlein. Prima sua convinta sostenitrice già alle europee del 2014, la presidente del circolo PD del Pratello ha sostenuto la candidatura di Schlein alle ultime primarie del Partito Democratico, poi vinte dalla deputata.

Mattia Santori ha detto che nei circoli si respirava voglia di cambiamento ma che forse non si aspettava la vittoria. Tu ci credevi?
In parte sì e in parte no. Io, insieme a tanti altri compreso Mattia, eravamo convinti che il nostro elettorato – e non solo quelli che ci hanno votato alle ultime elezioni ma anche quelli che avevano smesso di votarci e i giovani e le giovani che si affacciavano per la prima volta alla politica – avrebbe accolto volentieri la proposta di Elly Schlein. Una proposta ecologista, femminista e laburista. Il dubbio era se quelle persone avrebbero partecipato in prima persona o meno. Su questo era difficile avere certezze. Però avevamo visto entusiasmo e la conferma l’ho avuta proprio al circolo del Pratello. Sono stata lì e ho visto un sacco di persone belle, giovani o meno, di sinistra, interessate a ciò che succede nella politica e nella sinistra. Con alcuni di loro ho anche scambiato qualche parola, nonostante il delirio di quel giorno, e mi sono subito accorta che la partita era aperta. E infatti i risultati lo hanno confermato.

Sui social hai postato una foto tua e di Schlein da giovanissime all’Europarlamento. Dicci di più su di lei e sulla sua figura, al di là di ciò che traspare dal personaggio pubblico.
Non posso dire di essere una sua amica ma siamo sempre state compagne i cui percorsi politici si sono intrecciati più volte. Fare una rappresentazione intima di Elly non è compito mio. Posso dire di conoscerla da molto tempo: fu quando lei si candidò alle europee che io decisi di cominciare la mia vita politica in suo sostegno. Io, tra l’altro, non ero neanche iscritta al PD al tempo. 

Quindi di ha convinta due volte.
Sì, diciamo di sì. Mi ha prima convinta a sostenerla alle europee e poi mi ha convinta ad impegnarmi in politica. Per contingenza, poi, durante quella campagna elettorale ho incontrato il circolo PD del Pratello e me ne sono subito innamorata. Lì già vedevo tanta sinistra e tanta voglia di fare politica. Quindi sono rimasta e ho trovato la mia comfort zone.

Ti aspetti che cambi qualcosa nel partito a livello locale? A Roma qualcuno ha già fatto le valigie.
Per ora non ho visto cambiamenti e sinceramente non me li auguro: sarebbe ora di smettere di seguire le vecchie dinamiche per cui se vince uno o vince l’altro allora le cose cambiano di conseguenza anche sul territorio. Giocare delle partite a livello nazionale per poi rivalersi sulla politica locale è proprio ciò che abbiamo sbagliato negli ultimi anni. 

Si è parlato molto dei dirigenti del partito che hanno sostenuto Schlein.
La proposta di Elly è stata sostenuta da vari leader del partito ma come lei ha chiarito l’appoggio dei dirigenti è arrivato in modo autonomo. Hanno capito che era ora di un cambiamento, ma non certo in cambio di accordi. La sfida di Elly è ora quella di tenere fede alla promessa di cambiamento. Dovrà tenersi fuori dalle dinamiche delle correnti e dei personalismi che hanno rovinato questo partito. La prima prova era quella dell’Assemblea e a mio avviso ha risposto presente in modo molto chiaro e molto netto. È chiaro poi che più si sale e più le sfide si fanno impegnative. C’è quella della Direzione, c’è quella della Segreteria, ma guardando alla sua prima prova sono molto fiduciosa.

Ti faccio la stessa domanda che ho fatto a Mattia: le idee di Schlein vengono spesso dipinte come radicali ma a me sembrano idee in linea con tutti i partiti di sinistra del resto d’Europa. Come mai secondo te?
Il perché non lo so. Io posso dire che per troppi anni il Partito Democratico si è trincerato dietro rendite di posizioni, concentrandosi più sugli equilibri esterni che su una lettura di ciò che succedeva nel paese, interrompendo quella che per me è la seconda missione di un partito. La prima è naturalmente la proposta politica, la seconda è quella di fare un lavoro culturale con e nella società. Noi questa missione qui l’abbiamo completamente dimenticata, rincorrendo le trasformazioni che avvenivano nella società con estremo ritardo. Quindi non mi sorprende che per qualche dirigente la proposta di Elly sia considerata ‘radicale’ o ‘massimalista’, ma non è così: la proposta di Elly esprime valori e necessità che nell’elettorato di sinistra sono presenti da prima che facessimo questo congresso. Per una volta, le primarie ci hanno detto che queste idee sono molto presenti e ora abbiamo la guida di cui avevamo bisogno. Però voglio dire anche una cosa: questo non toglie nulla a chi ha sostenuto legittimamente la proposta di Bonaccini. Io credo che la sua proposta e quella di Elly siano assolutamente complementari e debbano stare insieme. La sfida di Elly ora è quella di tenerle insieme.

Ti è mai venuto in mente di lasciare il partito?
Ci sono stati momenti molto faticosi, non lo nascondo. Io ho avuto la fortuna di far parte di un circolo, quello del Pratello, che ho l’onore di rappresentare. Questo circolo è stato sempre aperto e sempre accogliente e che con coraggio ha anche preso posizioni critiche quando c’era qualcosa che non girava nel modo giusto. Quella comunità lì ci ha permesso di restare uniti e di non scoraggiarsi al punto di lasciare il partito.

Ti aspetti qualche ruolo di rilievo?
Guarda, io ho girato molto durante questo congresso per presentare la proposta di Elly e ho avuto la conferma che di energie ce ne sono veramente tante. Più che guardare ai nomi, quello che importa sono i criteri con cui Elly sceglierà: non più correntisti ma per merito. Seguendo questi criteri di nomi ce ne sono davvero molti. Questo non è il tempo di alzare la mano ma è il momento di dare forza alla segretaria. Non penso al mio futuro, io ho già il mio bel da fare qui a Bologna. Ho appoggiato Elly perché pensavo avesse le capacità di togliere il tappo alle tante energie che ci sono. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

De Martino: “La sfida di Schlein unire la sua proposta con quella di Bonaccini”

BolognaToday è in caricamento