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Politica

Primarie PD: è caos. Ma a Bologna Elly Schlein può sperare

Dopo le accuse sui presunti falsi tesseramenti in Campania, i comitati pro-Bonaccini e pro-Schlein si scontrano sui dati del primo turno di votazioni

Dal comitato bolognese in supporto a Elly Schlein filtra cauto ottimismo: la partita è difficile, ma è aperta. Alla fine della prima tornata di voti per le primarie del Partito Democratico, i circoli PD hanno espresso in generale una robusta preferenza per Stefano Bonaccini. In Emilia-Romagna, però, il supporto a Schlein è cospicuo, soprattutto nella città di Bologna: come scritto da Repubblica, in città il governatore ha accumulato 476 preferenze, subito davanti ai 462 voti per la parlamentare. Un dato che, come detto, fa ben sperare il comitato cittadino pro-Schlein: il territorio di Bologna, città e provincia, è quello che ha portato più voti all’ex europarlamentare. 

Caos sui numeri

Le stime non sono ancora ufficiali. Ciò che è evidente, invece, è un certo nervosismo da una parte e dell’altra. A livello nazionale la proporzione, seppur non ufficiale, sarebbe approssimabile al 50% per Bonaccini e al 40% per Schlein. Un dato che però non trova riscontro nelle comunicazioni dei due candidati: come scritto da Il Giornale, per il comitato del governatore, i dati sarebbero 50,22% contro il 36,37% di Schlein. Per il comitato dell’ormai ex vicepresidente della regione Emilia-Romagna, il distacco sarebbe di appena sei punti percentuali e mezzo (47,3% lui, 40,8% lei). "Bonaccini in largo vantaggio con più del 50% di voti", aveva esultato nelle scorse ore sui social Dario Nardella, sostenitore di Bonaccini. Al sindaco di Firenze ha risposto Marco Furfaro, portavoce della mozione Schlein: "Altri avevano i sondaggi, noi abbiamo sale, teatri e piazze stracolme ogni giorno che passa. Siamo al 40,8%, a 6,5% da Bonaccini. Forse qualcuno pensava di aver già vinto, i dati dimostrano che c'è una voglia di cambiamento inarrestabile". Di certo c’è che la partita, nonostante le contestazioni, è sicuramente aperta: il voto nei circoli PD sarà possibile fino al 12 febbraio (il 19 febbraio per Lazio e Lombardia, impegnate nelle elezioni regionali) mentre il voto nei gazebo ci sarà il 26 febbraio.

Lepore: “Congresso vero”

A commentare i primi, confusi dati è arrivata anche la voce di Matte Lepore, sindaco di Bologna: “Io ho partecipato al congresso del mio circolo, il Mazzini, ho visto anche altri incontri - dice Lepore - e, da quanto ho potuto cogliere, ci sono un confronto vero e una discussione vera. Quindi, a differenza di altri congressi, non c'è già un vincitore ma anzi c'è la voglia di discutere la linea politica del nostro partito e questo credo sia un bene al di là di chi poi vincerà alla fine. Questo ci darà a tutti più forza".

“Ci sono ancora tanti circoli che devono votare, quindi sarei prudente prima di fare pronostici. Per adesso dobbiamo essere contenti del fatto che almeno nel nostro territorio, in Emilia-Romagna, stanno partecipando in tante e in tanti. Questo è un grande risultato” conclude il sindaco.

Tesseramenti sospetti?

A proposito di circoli dem bolognesi, il circolo PD Renzo Imbeni, in zona San Vitale, ha risposto alla ricostruzione da parte dell’edizione bolognese del quotidiano Repubblica su un'ipotetica contestazione di 43 nuovi iscritti. Il circolo, in una nota, ha risposto confermando la “piena regolarità” del congresso ed ha chiesto “maggiore rispetto verso il nostro, già fin troppo provato, Partito Democratico".

Ben peggiore la polemica che vede al centro i circoli dem della Campania: a Caserta per un numero piuttosto sospetto di nuovi tesserati, a Salerno per congressi avvenuti in “maniera non conforme”, tanto che il comitato Schlein Campania ha chiesto l’annullamento dei congressi nel salernitano.

La denuncia è partita dall’ex senatore Sandro Ruotolo, portavoce regionale della mozione Schlein: “Quello che si sta verificando a Salerno - dice Ruotolo - in queste ore è molto grave. Per ammissione della stessa commissione provinciale, non si è adempiuto alla correzione dell'anagrafe con le indicazioni nazionali. Non si sono pubblicizzati i congressi di circolo con le 48 ore d'anticipo previste dal regolamento. Non è stato inviato il calendario alla commissione nazionale e quello inviato al regionale è stato mandato quando i congressi si erano già tenuti. Ma cosa c'è da nascondere? Ma perché non è possibile rispettare le regole come nel resto d'Italia?”.

“Sono giorni che inoltre denunciamo adesioni sospette - continua Ruotolo - come è il caso di Sessa Aurunca – comune di nascita di Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale campano e sostenitore di Bonaccini –, dove ci sarebbero state 1050 adesioni online in una città dove il 25 settembre il PD ha ottenuto solo 1200 voti”.

A queste accuse si aggiungono quelle dei pagamenti di molte tessere da uno stesso conto corrente: “Apprendiamo da articoli di stampa – sottolinea ancora Ruotolo – di situazioni palesemente opache su tutto il tesseramento campano. Un numero incredibile di tessere comprate con una sola carta di credito, tesseramenti gonfiati in comuni dove il PD prende pochissimi voti alle elezioni politiche, incertezza sulle platee congressuali. In queste condizioni i congressi di circolo non possono celebrarsi”.

Bonaccini e Cuperlo per la trasparenza

L’appello non ha lasciato indifferenti gli altri concorrenti alle primarie: lo stesso Bonaccini, nei giorni scorsi, si è augurato l’intervento delle commissioni “laddove c’è qualche anomalia. Dobbiamo fare in modo che le commissioni intervengano senza guardare in faccia nessuno”. Stessa impressione per Gianni Cuperlo, terzo nella classifica provvisoria per la segreteria dem davanti a Paola De Micheli: “Contro i ‘Signori delle tessere’ – scrive Cuperlo su Twitter – ho chiesto assoluta trasparenza. Sono certo che Bonaccini, Schlein e De Micheli la pensano allo stesso modo. Discutiamo e votiamo. Ma difendiamo l’onestà di un partito che deve risalire il sentiero e costruire l’alternativa alla destra”.

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