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Referendum sui fondi alle paritarie: votano in più di 85 mila e vince il NO

Ecco i dati definitivi dei Comune di Bologna sul voto di ieri: affluenza buona per comitato promotore Articolo 33, scarsa per il PD

I numeri del referendum sui fondi alle scuole private dell'infanzia parlano chiaro: è no, con il 59% dei votanti (per l'opzione A hanno votato 50.517 persone: 35.160, pari al 41%, per quella B, in difesa dell'attuale convenzione) che ha scelto l'opzione A.Sono i dati definitivi forniti dal sito del Comune (qui i primi commenti).

HANNO VINTO I PROMOTORI DEL REFERENDUM. Il referendum consultivo sui fondi comunali per le private dell'infanzia di Bologna ha premiato i promotori che chiedevano di destinare quelle risorse, circa un milione di euro ogni anno, alla scuola pubblica. L'opzione A ha vinto con il 59% contro il 41% della B, ovvero quella in difesa dell'attuale convenzione. Il voto, che ha richiamato testimonial e prese di posizione a livello nazionale, arrivando a far temere la rottura nella maggioranza di centrosinistra che guida la città, ha fatto registrare un'affluenza sotto al 30%, fermandosi al 28,71%, ma non c'era nessun quorum.

IN QUANTI HANNO VOTATO: BENE PER IL COMITATO. Ai seggi è andato meno di un bolognese su tre, un dato che è stato interpretato in maniera opposta dai due schieramenti. Nel quartier generale dei referendari si è cantata vittoria già prima dell'inizio dello spoglio. L'affluenza, secondo il comitato promotore 'Articolo 33', rappresenta una "buonissima partecipazione", dal momento che "gli elettori che si sono recati alle urne superano di gran lunga il numero di persone direttamente coinvolte nella decisione". Inoltre, il comitato ha ricordato "le scomode e irrazionali dislocazioni dei seggi e le carenze organizzative del Comune", oltre "al grande astensionismo registrato alle elezioni amministrative in tutta Italia e anche nella provincia di Bologna, che fa risaltare ancor più la partecipazione bolognese al referendum".

INVECE C'E' CHI DICE: TROPPO POCHI ALLE URNE. Totalmente opposta, invece, la visione di chi si è speso in difesa della convenzione. "E' stata un'affluenza molto scarsa, é il referendum comunale meno partecipato della storia di Bologna", ha sottolineato Alessandro Alberani, segretario della Cisl e in prima fila nel comitato a favore delle private: "I fatti hanno dimostrato quello che dicevamo, questo voto ha avuto poco interesse, nonostante il clamore sui mass media e sulla stampa". Secondo Alberani, di fronte a questo 28% di votanti, il risultato avrebbe avuto rilevanza solo nel caso di una netta affermazione di uno dei due fronti. La palla adesso torna in mano al sindaco Virginio Merola, che nei giorni scorsi, all'apice della campagna elettorale che lo ha visto scontrarsi duramente con Nichi Vendola (Pd e Sel, alleati in maggioranza, erano divisi dalla consultazione), aveva detto che qualsiasi fosse stato il risultato, non avrebbe fatto cambiare direzione all'amministrazione: "Ora andiamo avanti di nuovo insieme", ha detto mentre i referendari gli hanno chiesto di tenere conto dell'esito.

IL VOTO DI ROMANI PRODI. Ha votato anche Romano Prodi, che si era speso pubblicamente a favore delle risorse alle private ed è tornato in tempo dall'Etiopia: "Le persone che erano interessate sono venute a votare", si è limitato ad analizzare. Il voto e la campagna elettorale, a tratti infuocata, si sono trasformati giorno dopo giorno in un test sulla tenuta del Pd e della coalizione di centrosinistra. Tutta l'ala sinistra della maggioranza, Sel in testa, si è schierata a favore della consultazione e con loro tante associazioni della società civile, il M5S, la Fiom, i sindacati di base, i collettivi studenteschi e persino Casapound. In un'asse che a qualcuno ha fatto sospettare di tentazioni da larghe intese (subito smentite), al fianco del Comune c'era invece il centrodestra, insieme all'Udc, alla Curia, alla Cisl e al mondo economico, dalle cooperative di ogni colore a Cna, commercianti e Unindustria.
Quello che emerge dalle urne è "un risultato del quale l'amministrazione dovrà tenere conto, a partire dal consiglio comunale che entro tre mesi ha l'obbligo di deliberare in merito".

Canta vittoria il comitato 'Articolo 33', che ha promosso il voto consultivo sui fondi alle paritarie dell'infanzia di Bologna. "La scuola pubblica ha vinto il referendum nonostante una larga alleanza di forze politiche ed economiche abbia sostenuto l'opzione B con tutto il proprio peso", spiegano i referendari in una nota, sottolineando come "i cittadini, invece, hanno colto lo spirito democratico e propositivo di questo appuntamento e hanno difeso la scuola pubblica con il proprio impegno e la propria partecipazione, per rilanciarla come una priorità della politica". Un risultato, aggiungono, che lancia un messaggio al paese: "La scuola di tutti, laica e gratuita, é un bene comune e deve rimanere un diritto come sancito dalla nostra Costituzione".

MASSIMO BUGANI. Hanno votato più di 85.000 persone, ovvero quasi sette volte le persone che avevano firmato per richiedere il referendum. Il risultato dell'affluenza è molto buono, poche storie". Lo sottolinea su Facebook il capogruppo M5S in Comune Massimo Bugani, aggiungendo: "Non so se vincerà la A o la B, ma sarà un risultato di cui bisognerà tener conto. Il Pd aveva posto il tetto a 80.000 voti, un tetto superato".

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