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Referendum, Pd: "Incontrovertibile sconfitta delle destre"

A Bologna bassissima l'affluenza

Quesiti inadeguati per gli elettori e "destre che si sono aggregate sono state sconfitte dai loro stessi elettori".

Reduce dal voto referendario, la segretaria dem locale, Federica Mazzoni, commenta il risultato: "Sono andata a votare perché come Segretaria del Partito Democratico di Bologna credo di dover sempre trasmettere il messaggio di non ignorare il diritto al voto quando vi è una consultazione e una chiamata alle urne, poiché sono convinta che uno dei problemi più grandi dell’epoca in cui viviamo sia l’astensionismo e la mancata partecipazione elettorale".

"Tuttavia mi rendo conto che sono esattamente questi tipi di quesiti referendari tra le cause della non risposta coinvolta alla chiamata elettorale dei cittadini e delle cittadine. Questo perché è diventato urgente porre fine al tempo in cui la politica non si prende più le proprie responsabilità nel legiferare e nel fare riforme, l'indirizzo e la mobilitazione sociale e politica non può essere delegata a un referendum, seppur legittimo".

"Per questo comprendo anche la scelta di chi non ha votato: è stata una chiara risposta politica. Le destre che si sono aggregate sono state sconfitte dai loro stessi elettori e questo è l'altro dato incontrovertibile. È necessario adesso che il Parlamento e la politica si occupino di cose vere e reali che stanno a cuore alle persone".

"Questo punto di vista il non passaggio dei referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis e sull’omicidio del consenziente, eutanasia e suicidio assistito rimane una ferita aperta, pur prendendone atto. Spesso abbiamo sentito qualcuno dire: “I referendum sono uno strumento morto”, tutt’altro. I referendum hanno consentito di preservare e di tenere la società italiana ancorata ai diritti e questo lo sanno soprattutto le donne, pensando al tema del divorzio e dell’aborto. In questo senso non sono uno strumento da nascondere in soffitta ma da rivitalizzare, facendone miglior uso".

Lepore: "Quesiti inadeguati"

Anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, è intervenuto sul referendum a margine di un eventi: "Sono andato a votare perché ho sentito il dovere come sindaco di partecipare ad una consultazione referendaria, mi sarei sentito in colpa a non partecipare visto il ruolo istituzionale che ricopro. Detto questo, ritengo che nel merito questi referendum fossero non adeguati al livello della politica che il nostro Paese dovrebbe meritare".

Lo afferma il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, commentando la tornata referendaria di ieri che sotto le Due torri ha ottenuto un'affluenza anche più bassa rispetto alla media nazionale: in città il dato si è infatti fermato intorno al 16,3%.

"Noi abbiamo bisogno di un Parlamento che sia in grado di legiferare su temi molto importanti. Mi aspetto ad esempio che sui diritti civili questo Parlamento, prima della fine della legislatura - afferma Lepore, a margine di una conferenza stampa, come riporta l'agenzia Dire - approvi la riforma della cittadinanza sullo ius soli o lo ius scholae, che affronti il tema del fine vita, che si ponga le questioni che riguardano le dipendenze nell nostre città".

Conclude il sindaco di Bologna: "Abbiamo bisogno del Parlamento, non di continuare a chiedere ai cittadini di risolvere i problemi che politica non ha il coraggio o non riesce a risolvere".

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