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Referendum costituzionale, Conti e Angiuli: "Le ragioni per votare SI"

Isabella Conti: "Con infiniti rimandi anche soltanto su un emendamento, noi perdiamo la sfida con il Mondo intero, non solo con noi stessi e con l'Europa"

Non manca molto tempo al 4 dicembre, data del referendum costituzionale che chiederà agli italiani: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente "disposizioni per il Superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?"

La riforma costituzionale, approvata in via definitiva dalla Camera, modifica 49 articoli della Costituzione, riformando completamente il Senato e l'organizzazione del Parlamento e il titolo V relativo alla disciplina delle Regioni. Fra le principali novità del ddl Boschi: 1) il nuovo Senato composto da 100 membri, che rappresenterà le istituzioni territoriali e avrà compiti diversi dalla Camera dei deputati; 2) la scomparsa della legislazione concorrente tra Stato e Regioni; 3) l'abolizione di Province e Cnel.“

Non tutti hanno le idee chiare e dopo aver sentito le ragioni per votare no, ecco le motivazioni di chi invece voterà sì. Due donne della politica bolognese, casualmente lo stesso nome: Isabella. Sono il sindaco di San Lazzaro Isabella Conti e la neo consigliera comunale Isabella Angiuli ad elencare le loro tre buone ragioni per votare si. 

ISABELLA CONTI. Il sindaco di San Lazzaro sostiene convintamente il sì al referendum costituzionale e spiega perchè.  
 
1. L’abolizione del bicameralismo perfetto consente di dare concretezza, rapidamente, alle riforme che si vogliono realizzare. Un percorso normativo innovativo che permette al nostro Paese di reagire ai cambiamenti e alle future nuove esigenze, in modo pronto, rapido ed efficace. Infatti, se per legiferare su temi rilevanti sotto il profilo economico, sociale, tributario, dobbiamo sempre ricorrere alla doppia approvazione Camera - Senato, con infiniti rimandi anche soltanto su un emendamento, noi perdiamo la sfida con il Mondo intero, non solo con noi stessi e con l’Europa: la competitività e la velocità diventeranno un miraggio e saremo destinati ad una forma di arretratezza, difficilmente recuperabile.

 2.Vincendo questo referendum, l’Italia diventerà il Paese più stabile e solido d’Europa: nei prossimi mesi andranno al voto sia Francia che Germania e noi potremo rappresentare un elemento di stabilità, oltre che un nuovo, vero riferimento nelle politiche europee, internazionali ed economiche. Molte imprese straniere stanno attendendo il risultato di questo referendum per decidere se vale la pena investire in Italia, oppure no. L’esito di questa scommessa è nelle nostre mani.

 3. La riforma costituzionale, una volta che sarà a regime,  consentirà un taglio alla spesa pubblica rilevante: circa 490 milioni di euro all’anno grazie all’eliminazione delle indennità dei senatori, dei costi attribuibili ai gruppi parlamentari e all’abolizione delle Province. Viene poi posto un tetto agli stipendi dei consiglieri regionali in tutta Italia (adeguando le altre Regioni alla disciplina adottata dalla nostra Emilia Romagna).

ISABELLA ANGIULI. E' uno dei nuovi volti del consiglio comunale di Bologna: "I miei motivi del si? Ecco le ragioni per cui sono d'accordo e il 4 dicembre voterò a favore". 

1. Riforma del senato. Il senato diventa in pratica un organismo di 2° livello ma non si può parlarne in termini di antidemocraticità. I senatori sono comunque eletti dai cittadini. Il senato infatti sarà composto da politici già eletti nella propria circoscrizione. Alla Camera restano i 630 parlamentari eletti. Dunque non vedo un vuoto di democrazia , bensì la presenza al Senato di persone che fungono da rappresentanti dei propri territori e mantengono un forte collegamento con i territori di base, svolgendo in questi territori la propria attività amministrativa. Molto spesso assistiamo a parlamentari che una volta eletti perdono questo link e alla lunga non rappresentano efficacemente le problematiche del proprio territorio né riescono ad incidere in maniera efficace nelle proposte di progetti e soluzioni. 

2. Viene meno la navetta parlamentare. La funzione di iniziativa legislativa che è propria del parlamento è via via diventata sempre meno incisiva ed efficace. Questo anche per via della farraginosità del procedimento. Questa riforma snellisce il procedimento rendendo più efficace ed efficiente il lavoro dei parlamentari. Già oggi sono in atto prassi che di fatto attuano ciò che la riforma vorrebbe ratificare. Se a ciò si aggiunge la riduzione del numero dei parlamentari, è naturale attendersi dalla riforma una riduzione delle proposte di legge, con relativa semplificazione della giungla legislativa, ed una concentrazione su testi di legge davvero necessari e condivisi che marceranno più rapidamente verso la loro applicazione.

3. Viene eliminata la competenza concorrente tra Stato e Regioni. Rimodulando le competenze esclusive dello stato, questa proposta di riforma mira a sanare una situazione per certi versi anche incresciosa, venutasi a creare con la devoluzione di alcune materie alle Regioni, nell'ambito delle riforme Bassanini. La storia ci ha consegnato, infatti, un susseguirsi di sovrapposizioni, sprechi di risorse, scarsa finalizzazione degli interventi alcune politiche avrebbero potuto essere trattate a livello nazionale, oltre che scarichi di responsabilità tra enti.

Con la definizione di alcune competenze in esclusiva allo Stato si individua il luogo esatto della decisione. Starà poi allo Stato e alle Regioni o altri enti territoriali (penso alle Città Metropolitane) lavorare per la modulazione degli interventi sulla base dei bisogni espressi. Una Costituzione è viva se è in grado di interpretare i cambiamenti della società e indirizzare la convivenza civile. Alcune delle previsioni pensate nel '48 non sono più attuali e mai potrebbero esserlo alla luce di come e quanto è mutata la nostra società. Del resto il titolo V era stato già oggetto di importante modifica! Io credo che non bisogna farsi immobilizzare dal timore del cambiamento. È naturale esserne spaventati ma è altrettanto sacrosanto che si corra in avanti proprio come hanno fatto i padri costituenti quando hanno immaginato una carta modernissima che ha accompagnato l'Italia dalla ricostruzione post guerra fino ai giorni nostri.


 

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