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Passata la riforma elettorale in Regione: abolizione listino e doppia preferenza di genere

Passata all'unanimità. Astenuti solo Fratelli d'Italia e Idv per protesta contro "L'inciucio Pd-Fi per impedire alle forze minori di presentarsi"

Passa quasi all'unanimità la riforma elettorale della Regione Emilia-Romagna. La nuova legge e' stata approvata ieri pomeriggio dall'Assemblea legislativa con il voto favorevole di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione. Fanno eccezione l'astensione di Fratelli d'Italia e la decisione di non partecipare al voto da parte dell'Idv, per protesta contro "L'inciucio Pd-Fi per impedire alle forze minori di presentarsi", afferma il vicepresidente dell'aula, Sandro Mandini.

E dire che la norma cosiddetta "ammazza-piccoli", approvata ieri in commissione con un accordo tra democratici e azzurri, oggi e' stata corretta in aula con un emendamento a firma Fi, Udc e Fratelli d'Italia, che riporta a 120 giorni dalla data naturale del voto (come suggeriva il ministero) il limite entro cui le elezioni anticipate consentono il dimezzamento delle firme da raccogliere per le liste che intendono candidarsi. Ne basteranno circa 6.000 per presentarsi in Emilia Romagna.

BONACCINI: UNA LEGGE PER I CITTADINI. "E' una legge nell'interesse dei cittadini", afferma in aula il segretario regionale uscente del Pd, Stefano Bonaccini, che sottolinea i "due capisaldi della legge: l'abolizione del listino dei nominati e la doppia preferenza di genere", a cui si aggiunge la parita' uomo-donna nelle liste elettorali.

Soddisfatti anche il capogruppo Fds, Roberto Sconciaforni ("E' un passo avanti") e il numero uno di Sel in Consiglio regionale, Gian Guido Naldi, relatore di maggioranza della legge, che parla di una "buona legge elettorale capace di esprimere un valido punto d'equilibrio tra le esigenze di rappresentativita' e governabilita', riportando direttamente in capo ai cittadini la legittimazione di tutti i consiglieri regionali". Naldi tira anche un sospiro di sollievo per il passo indietro dell'aula sulla norma "ammazza-piccoli", su cui si era astenuto ieri in commissione.

"E' un bene che si sia tornati in carreggiata- commenta Favia- ma non sono comunque soddisfatto, perche' il ministero suggeriva dai 90 ai 120 giorni. Perche' non si e' scelto 90 giorni? Comunque abbiamo evitato uno scippo grave di democrazia". Nonostante il problema del dimezzamento delle firme sia stato risolto (se si vota davvero il 9 novembre, tutte le liste ora potranno raccogliere 'solo' 6.000 firme), in aula non sono comunque mancate le rimostranze dei partiti minori, da Fratelli d'Italia all'Idv fino ai Verdi. La consigliera regionale del Sole che ride, Gabriella Meo, ha anche votato a favore di un emendamento proposto dalla Lega nord (e bocciato dalla maggioranza) che proponeva di togliere l'obbligo di raccolta firme per le liste che hanno almeno un rappresentante eletto in Regione, in Parlamento o al Parlamento europeo. Alla fine, Bonaccini loda l'ampio consenso incassato in aula. "La legge elettorale si fa tutti insieme, qui come a Roma- sottolinea il responsabile nazionale Enti locali del Pd- e anche in Parlamento si lavora per votare alle prossime elezioni senza i listoni dei nominati".

La chiosa e' dell'ex capogruppo Pd Marco Monari, a margine della seduta. "Nella legislatura piu' travagliata dall'istituzione della Regione- sottolinea- si deve registrate come tutti i provvedimenti significativi, dalla riduzione dei consiglieri all'abolizione del vitalizio fino alla riforma elettorale, siano sempre stati assunti dall'aula in modo unanime, con grande dignita' e responsabilita'. Nonostante le tante amarezze- aggiunge Monari- cio' rende onore a tutti questi consiglieri regionali".

Insieme alla legge elettorale sono stati approvati anche due ordini del giorno: il primo, bipartisan, invita il Governo a dare anche ai consiglieri regionali la competenza di autenticare le firme delle liste; il secondo, proposto da Franco Grillini (contrario il centrodestra), chiede che "alle prossime elezioni regionali le eventuali candidature delle persone transessuali avvengano nel massimo rispetto dell'identita' di genere", rispetto auspicato anche "durante lo svolgimento delle operazioni di voto, in particolare nei seggi elettorali".

Fonte Dire

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