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Classe di alunnni stranieri alle scuole Besta: 'La Regione vigilerà'

Diverse reazioni di appoggio e opposizione alla classe ponte, composta da alunni stranieri arrivati in città con il ricongiungimento familiare. Il dirigente: "Non ghetto ma istituita per integrare, per dare una classe ai ragazzi ed evitare l'abbandono scolastico"

Si vigilerà sulla classe di soli stranieri alle scuole medie Besta di Bologna, "perchè non diventi un ghetto". Lo assicura l'assessore regionale all''istruzione Patrizio Bianchi "cittadini di altri paesi che hanno difficoltà con la lingua". Si tratterebbe di una "struttura di transizione concordata con l'Ufficio Scolastico Regionale e con il ministero" che mutua  un'esperienza già fatta a Reggio Emilia. 

Ha scatenato diverse reazioni la "classe ponte o liquida" alle scuole nel quartiere Sand Donato, formata da 22 alunni stranieri dai 10 ai 15 anni. 

Il primo a dichiarare la propria contrarietà è stato ieri Giovanni Paglia, deputato di SEL: "Una classe per soli stranieri che lede il carattere inclusivo e democratico della scuola pubblica".​

La ''1^A'' sperimentale delle scuole medie Besta di Bologna, "non è nata affatto come classe ghetto ma, al contrario, è stata istituita per integrare, per dare una classe a ragazzi arrivati ad agosto in Italia e per evitare l'abbandono scolastico". Il dirigente dell''Istituto comprensivo 10, Emilio Porcaro, che conta anche le Besta, difende il progetto della classe tutta composta da stranieri "in realta'', racconta Porcaro, gli alunni che non parlano italiano perchè arrivati da poco, "fanno diverse materie coi compagni delle altre classi, mangiano insieme e partecipano alle uscite assieme agli altri". Inoltre, per alcune materie, per esempio inglese "molti fanno lezione con gli altri allievi", quindi "l'idea che ci muove è quella di insegnare loro l'italiano e, nel frattempo, fare in modo che si integrino". In agosto, sono arrivate 18 famiglie che, col ricongiungimento familiare, avevano appena riavuto i figli. Stavano cercando di iscriverli in diverse scuole e alle Besta c'era lo spazio per accoglierli. Quindi "ho chiamato l''Ufficio scolastico e ho chiesto l''autorizzazione per le ore, che ho ottenuto, e ho chiesto agli insegnanti se volevano assumersi l''onere di un progetto di formazione e integrazione", aggiunge Porcaro. Ne è nato un piano, "grazie alla voglia di mettersi in gioco dei miei insegnanti, che va nella direzione di aiutare i ragazzi" e pure le loro famiglie. Tant'è, che nei giorni scorsi i loro genitori hanno eletto i loro rappresentanti nel consiglio di classe e "ho ricevuto da un genitore una lettera di apprezzamento per la nostra iniziativa". 

Per la consigliera comunale Pdl Valentina Castaldini, se il progetto di un classe di soli stranieri "funziona, e da risultati concreti per l'integrazione", non solo non va criticato, ma "va preso a modello. Bisogna partire dal principio di verità che la scuola sta cambiando e che la vera integrazione degli stranieri parte dalla lingua". Se quindi, una volta conclusa, la sperimentazione delle Besta porta dei risultati "cosa che va verificata", va avanti Castaldini, vuol dire che in quell''istituto "si è riusciti a fare ciò che deve fare la scuola, una personalizzazione, un passo per andare incontro alle esigenze del singolo, pur all'interno di una comunità e senza lasciare indietro nessuno". Per questa ragione, conclude, "Sel dovrebbe cercare di cambiare punto di vista e rovesciarlo, invece di criticare l''iniziativa a priori". 

Quella composta da stranieri "più che una classe ponte, sembra una classe che taglia i ponti per costruire invece steccati e separazioni". Il Gruppo di Lavoro dell''Assemblea genitori ed insegnanti delle scuole di Bologna e provincia, in una nota diffusa oggi, boccia senza appello la "sconcertante notizia" della ''1^A'' sperimentale. Quello che accade oggi alle Besta, poi, attacca il comunicato, "avrebbe dovuto riguardare in primis quel consiglio di istituto, tenuto invece all'oscuro di questa brillante operazione". E "avrebbe dovuto coinvolgere tutta la comunità scolastica e, in mancanza di risposte adeguate e risorse, tutta la città, a cominciare dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione". Quello che occorre, per l'Assemblea "non è certo una sperimentazione, ma risorse per l'alfabetizzazione, da anni falcidiate". Si parla di 400 ricongiungimenti previsti conclude la nota, "riempiremo le scuole di classi liquide, ponte e sperimentali o magari costruiremo un Istituto apposito?" (agenzia Dire).

"E' un assurdo. I bambini vanno accolti a scuola, come ovunque, tenendo conto della sovranità del principio, sancito nella Convenzione di New York e ratificata dal nostro Paese, che ci impone sia garantito, sempre, il superiore interesse del minore", è la visione dell'onorevole Pd Sandra Zampa, vice presidente della Commissione Infanzia e Adolescenza "mi auguro che sia solo una soluzione temporanea, che resta comunque non idonea, così come il dirigente ha assicurato all'assessore provinciale De Biasi e soprattutto di breve durata. Al più presto quei bambini e tutti quelli che arriveranno dopo di loro, siano integrati ai loro compagni in classi eterogeneo, nel rispetto del loro diritto di vivere in una dimensione che favorisca il loro corretto inserimento nella società che li attende".

"Non si può incriminare a priori questo dirigente senza conoscerne ogni particolare delle motivazioni che lo hanno spinto a fare questa scelta" è l'opinione di Lucia Borgonzoni, consigliera Lega Nord a palazzo d'Accursio, ricordo che la Lega Nord è promotrice delle cosiddette classi ponte o meglio conosciute classi di inserimento per gli stranieri che non hanno le basi della lingua italiana; ma in questo caso specifico bisogna comprendere bene, anche alla luce del fatto che le classi erano già formate, da dove provengono i fondi per questa ulteriore classe e le risorse umane (insegnanti) per evitare il rischio di lasciare scoperte ore di lezioni nelle classi già formate. Per questo motivo chiederò una commissione nella quale incontrare il Dirigente dell'Istituto e in quell'occasione potrà essere affrontato anche il tema dell'insegnamento ai bimbi ricoverati per gravi malattie al centro oncologico del Gozzadini a Bologna, che ogni anno rischiano di non poter avere il proprio insegnante."

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