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Sicurezza sul lavoro: Bologna primo “Comune a morti bianche zero”

Amelia Frascaroli: "Ci sono cose per cui si deve essere sempre tutti insieme". Fra gli altri rispondono all'appello sulla sicurezza sul lavoro il candidato Virginio Merola, Franco Grillini, Cgil e Fiom

La lista "Con Amelia per Bologna, con Vendola", in occasione della Festa dei Lavoratori lancia una proposta concreta alla futura amministrazione comunale. “Bologna deve diventare la prima città italiana a vietare la partecipazione alle gare d'appalto pubbliche alle imprese che si rendono responsabili di morti sul lavoro e a quelle a cui tali aziende hanno subappaltato parti della commessa”, queste le parole della Frascaroli a proposito di sicurezza sul lavoro.

Un mazzo di garofani tricolore davanti alla lapide dei caduti sul lavoro nel cortile di Palazzo d’Accursio, due poesie (“Un fischio sopra la pianura” di Roberto Roversi e la “Ballata dell’invalido” di Gianni D’Elia) e una proposta concreta alla futura amministrazione comunale: niente appalti pubblici alle imprese che si macchiano di “morti bianche”. Amelia Frascaroli  approfitta della ricorrenza per “mettere al centro dell’attenzione un valore condiviso da tutti come la sicurezza sul lavoro al di là dei conflitti, dei contrasti e delle diversità. Ci sono cose per cui si deve essere sempre tutti insieme”.

All’appello hanno risposto il candidato sindaco Virginio Merola, la coalizione di centrosinistra (erano presenti Franco Grillini dell’Idv, Raffaele Salinari della Federazione della sinistra, Gian Guido Naldi di Sel e Filippo Boriani dei Verdi), i segretari di Cgil, Fiom e Spi Danilo Gruppi, Bruno Papignani e Bruno Pizzica, oltre a quattro lavoratori indiani amici di Ranbir, il giovane connazionale morto il giorno di Pasqua in piazza dei Martiri.

Le normative che penalizzano le imprese carenti dal punto di vista della sicurezza esistono già – spiega la Frascaroli - sono il decreto legislativo 163/2006 e la legge regionale n. 2/2009, che introducono nei contratti pubblici il principio della responsabilità dei soggetti vincitori di appalto o subappaltatari”. “Ma occorre fare di più – continua – bisogna vietare la partecipazione di queste aziende alle gare d’appalto pubbliche e bisogna introdurre, nei contratti, penalità a carico delle aziende affidatarie nel caso in cui nella catena degli appalti non vengano rispettate le leggi sul lavoro. Altrimenti troppi operai non avranno mai nessuna garanzia di sicurezza”.

 

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