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Quartiere S.Donato, Borsari: 'Leggi deboli, ma noi disturbiamo i delinquenti col presidio sociale'

"Nel nostro Quartiere, continua e continuerà ad essere assidua la collaborazione con le Forze dell’ordine e la Municipale: non ci limitiamo a chiedere aumenti del presidio in certe aree, ma manteniamo una relazione stretta"

Quartiere San Donato. E' il presidente Simone Borsari a fare una nuova fotografia del quartiere a diversi mesi dall'ultima intervista, a seguito di un intenso lavoro su sicurezza, partecipazione attiva e coinvolgimento dei cittadini in progetti sociali. Ecco come ora questa zona di Bologna è diventata più "vivace e attraente". 

Il tema della sicurezza. Uno degli argomenti più discussi e sul quale ci aveva parlato in termini di “collaborazione in crescita” con la Polizia Municipale. Ci sono stati dei cambiamenti dall’ultima nostra intervista?

Assieme alla solidarietà sociale, i temi della sicurezza e della legalità devono essere in cima ai pensieri di chi governa una comunità, perché affrontarli stando sul pezzo ogni giorno con attenzione e programmazione, senza farsi tirare per la giacca nelle emergenze e senza demagogiche banalizzazioni, aumenta la credibilità delle istituzioni e tutela soprattutto le persone più deboli e indifese, i cui problemi non si risolvono di certo esponendole a strumentalizzazioni da parte di chi vuole soffiare sul fuoco dello scontro sociale, come invece avviene soprattutto sul tema occupazioni. Per un Quartiere, “fare sicurezza” significa portare avanti politiche integrate, muovendo leve diverse per migliorare la vivibilità dei luoghi e promuovere relazioni positive tra le persone. Poi c’è il necessario del controllo sul rispetto delle regole, su cui ciascuna istituzione deve assumersi la propria parte di responsabilità. 
Nel nostro Quartiere, continua e continuerà ad essere assidua la collaborazione con le Forze dell’ordine e la Polizia Municipale: non ci limitiamo a chiedere aumenti del presidio in certe aree, ma manteniamo una relazione stretta, anche veicolando informazioni circostanziate. Tanto è vero che molte delle importanti operazioni che hanno interessato il nostro territorio state svolte a seguito di segnalazioni del Quartiere. E i risultati si toccano con mano, perché le situazioni delicate sono localizzate e tutte monitorate, non abbiamo emergenze estese su larga scala.
Ma attenzione: è bene avere il coraggio della verità e dire chiaramente che uno dei problemi più gravi – di cui purtroppo si parla poco – è dovuto alla debole capacità sanzionatoria delle leggi penali vigenti in relazione ad alcuni reati che destano particolare allarme sociale, come ad esempio i furti, le rapine e quei casi di spaccio che le stesse norme statali considerano “di lieve entità”. In seguito ai cosiddetti “decreti svuotacarceri” e ad alcune pronunce della Cassazione, non solo la certezza della pena è diminuita rispetto al passato, ma spesso non risultano neppure applicabili misure cautelari adeguate. Con il risultato che, allo stato legislativo attuale, l’effetto deterrente di alcune norme è compromesso e alcuni delinquenti ritornano in circolazione in tempi brevi.
La debolezza dell’apparato sanzionatorio nazionale per alcuni reati è un pesante macigno sulle spalle di chiunque amministri o controlli i territori, ma non è un alibi per cedere alla rassegnazione. Anzi. La risposta del Quartiere, la cui efficacia già collaudata, consiste nel riappropriarsi dei luoghi più a rischio con il presidio sociale, disturbando chi vorrebbe delinquere con la forza dell’aggregazione, con iniziative di socialità, con l’attenzione dei cittadini attivi e degli assistenti civici. Il tutto accompagnato da interventi per migliorare il decoro e la qualità degli spazi pubblici. Naturalmente l’efficacia di queste azioni è piena e durevole solo se le autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico mantengono alto il livello di attenzione. Cosa che sta avvenendo.
Per quanto riguarda nello specifico il rapporto con la Polizia Municipale, l’anno scorso i reparti di San Donato e San Vitale sono stati unificati, è stato importante scongiurare la chiusura della sede di via dell’Artigiano e la sinergia con il Quartiere è positiva.
Negli ultimi anni sono stati incrementati i pattugliamenti a piedi, molto utili anche per tenere il polso del territorio e per questo abbiamo messo gli operatori della Polizia Municipale in contatto con alcune “antenne” (negozianti, associazioni, centri sociali, ecc). Stiamo chiedendo di intensificare i controlli sulle attività commerciali e sui pubblici esercizi che non rispettano le regole e che contribuiscono ad acuire situazioni di insicurezza. Queste attività vanno colpite duramente, e gli strumenti per farlo ci sono.
Stiamo anche aumentando le occasioni di intervento e formazione congiunta tra operatori della Polizia Municipale ed educatori di quartiere sui temi della lotta al bullismo e alle altre forme di devianza giovanile di gruppo. 
Anche in San Donato però c’è bisogno di intensificare la capacità di intervento nelle ore serali e notturne, per rispondere meglio alle segnalazioni dei cittadini e alle priorità del territorio, soprattutto nelle aree verdi e nei pressi di alcuni pubblici esercizi aperti fino a tardi.
Ma non solo. Ora che è stata approvata la riforma del decentramento accorpando in un unico quartiere i territori di San Donato e San Vitale “fuori le mura” senza la zona Irnerio, chiediamo all’Amministrazione comunale di garantire una dotazione adeguata di personale e di mezzi per il reparto territoriale di Polizia Municipale che dovrà modellarsi sui nuovi confini.

Cittadinanza attiva. Cosa significa e perché è così importante?

La Cittadinanza Attiva aiuta a ricostruire il rapporto di fiducia tra persone e istituzioni. Ha due significati speculari: per il cittadino, vuol dire riscoprire il gusto di fare qualcosa per il bene della comunità, prendendosi la responsabilità di collaborare con le istituzioni; per l’amministrazione, significa facilitare la realizzazione delle buone idee dei cittadini, condividendone le finalità di interesse generale ed eliminando quanti più orpelli burocratici possibili. E’ un’alleanza tra l’amministrazione e le persone, singole ed associate, per la cura dei beni comuni, dal tenere pulito un parco, al riqualificare un’area degradata, allo svolgere attività di formazione e lavoro per ragazzi, all’assistere persone in difficoltà al realizzare attività di socializzazione o anche intrecciare legami di condivisione e solidarietà in un contesto abitativo, come stanno facendo la Duse Social Street, il comitato dei residenti di Via Melato o alcuni gruppi di cittadini in via Gandusio.
Sembrerebbe la cosa più facile del mondo, ma non è così: serve un salto culturale nient’affatto scontato, un cambio di mentalità nel prendere atto che non è più realistico (se mai lo è stato) pensare che l’amministrazione sia capace di risolvere da sola tutti i problemi di un mondo profondamente cambiato. Ma il cambio di mentalità non è a senso unico, perché anche le istituzioni dal canto loro devono scendere dal piedistallo e imparare a sburocratizzarsi, mettendosi su un piano di parità con i cittadini ed evitando di mettere i bastoni tra le ruote quando propongono qualcosa di positivo per la collettività.
E tutto questo non è altro che la realizzazione pratica di un principio costituzionale – il principio di sussidiarietà orizzontale, che impone alle amministrazioni di favorire “l’autonoma iniziativa” dei cittadini “per lo svolgimento di attività di interesse generale” – stabilito nell’art. 118 della Costituzione ma per lunghi anni rimasto lettera morta. Fino a quando Bologna non ha approvato (per prima in Italia)  il “Regolamento sulle forme di collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani”, in cui i Patti di collaborazione vengono individuati come lo strumento per dare corpo ai percorsi di Cittadinanza Attiva in un quadro chiaro di diritti e doveri reciproci.
Tra l’altro, proprio in San Donato si è realizzata un’esperienza virtuosa di gestione condivisa di spazi pubblici che hanno offerto uno spunto per la redazione del regolamento: nell’area di Piazza Spadolini, infatti, si è svolto un laboratorio partecipato che ha portato alla costituzione spontanea del Comitato GRAF, formato da cittadini ed associazioni per collaborare con il Quartiere nella cura condivisa della palazzina ex-URP e delle aree verdi circostanti. Il Patto di collaborazione tra il Quartiere ed il Comitato è stato uno dei primi in assoluto ad essere firmati, ed è stato oggetto di studio anche a livello nazionale.
Nella promozione della Cittadinanza Attiva e nell’attivazione di ogni energia positiva capace di contribuire al benessere della comunità, i Quartieri – che sono gli avamposti istituzionali più vicine ai cittadini – avranno un ruolo sempre più strategico e il progetto di riforma del decentramento assegna loro una delega forte sulla gestione dei Patti di collaborazione, che dovrà essere accompagnata dall’attribuzione di specifiche risorse economiche e di personale per supportare chiunque voglia rendersi utile.

San Donato “Quartiere Laboratorio”. Cosa bolle in pentola?

Un menù invitante. San Donato è una crocevia geografico e sociale strategico anche in chiave metropolitana, con una vivacità progettuale ed una ricchezza di realtà associative, di impegno civico e cittadinanza responsabile alimentate dalla pluralità delle culture che accoglie. E’ un territorio attraente, dove ai mutamenti demografici si sta accompagnando una strategia di sviluppo urbanistico, economico e sociale accompagnata da importanti investimenti, riqualificazioni diffuse e buone pratiche di convivenza che si stanno espandendo. San Donato si è scrollato di dosso le etichette del passato legate ad antichi luoghi comuni che oggi non hanno più senso. E’ una casa di eccellenze sotto molti aspetti: agroalimentare, culturale, musicale, teatrale e sportivo. Molte persone che, non conoscendo bene San Donato, vi arrivano ad esempio per visitare la Fattoria urbana, per assistere ad una rappresentazione teatrale al DOM del Pilastro, ad una performance artistica o ad una mostra nella sede del Comitato GRAF, ad un concerto nel Giardino Penazzi ad una festa di strada o ad una delle tante feste organizzate nei nostri parchi, rimangono favorevolmente colpite non solo dalla qualità degli eventi o anche dalla bellezza delle aree verdi, ma anche dalle persone che incontrano e dall’atmosfera che si respira.
In ogni zona del nostro territorio fioriscono esperienze virtuose, purtroppo riesco a citarne qui soltanto alcune.
L’ex stabilimento Samputensili di Via Stalingrado 59, che era un immobile dismesso in preda al degrado più totale è stato restituito alla città: conclusosi il progetto temporaneo “Senza Filtro”, dall’ottobre scorso si chiama “Spazio OZ”, viene gestito da un gruppo di associazioni che lo hanno reso il centro per la pratica di sport urbani più grande d’Europa e ospita anche interessanti esperienze artistiche. 
Da questo mese il Mercato San Donato, finora semideserto ed imprigionato in una lenta agonia che durava da 15 anni, risorgerà a nuova vita grazie all’Orchestra Senza Spine, che lo farà diventare un polo musicale e culturale d’avanguardia.
Il recente rinnovo della convenzione col Circolo Guernelli lo rilancia come punto di riferimento prezioso in una zona delicata come Via Gandusio e ha permesso di far partire i lavori di ristrutturazione dell’annessa palestra popolare che, grazie al contributo della Fondazione del Monte, presto potrà tornare a disposizione della comunità
Attraverso il Tavolo di Progettazione Partecipata aiutiamo le associazioni del territorio a mettersi in rete per far nascere, ogni anno e al di là delle attività di ciascuna di loro, progetti ed eventi frutto di un pensiero comune, condiviso con il Quartiere, che porti a creare occasioni di animazione dei luoghi in un’ottica di inclusione e dialogo tra generazioni e culture.
Il Giardino Parker Lennon, che fino a qualche anno fa era saldamente in mano ad un gruppo di spacciatori e pochi si azzardavano ad addentrarsi nella zona della collina vicino alla ferrovia, è stato riconquistato metro per metro e restituito alla comunità grazie ad un laboratorio partecipato promosso dal Quartiere che ha visto i cittadini protagonisti nella definizione di alcuni interventi di riqualificazione oggi è diventato un luogo sempre frequentato da bambini, anziani, famiglie e studenti universitari, illuminato con il nuovo sistema a LED e dove si può trovare un’area di sgambatura per cani ingrandita e ben curata, un campetto polivalente, un’area ortiva ampliata, un centro giovanile molto apprezzato.
Anche il giardino Cervi di Via Magazzari, che in passato era noto soprattutto per lo spaccio e i bivacchi, oggi è meglio illuminato, viene frequentato in tutta tranquillità e viene “tenuto d’occhio” e animato da gruppi di cittadini e associazioni che collaborano col Quartiere. 
Per non parlare del Parco San Donnino, nato alcuni anni fa da un laboratorio di urbanistica partecipata voluto dai cittadini laddove c’erano solo erbacce e parcheggi abusivi, oggi è un ombelico verde di cui ci si innamora a prima vista e continuerà anche nei prossimi anni ad essere curato dall’Associazione Fascia Boscata, con la quale stiamo rinnovando la convenzione.
Il Pilastro, grazie al progetto “Pilastro 20016” si sta trasformando in una vera e propria centralità metropolitana, ed è protagonista di un processo di rigenerazione urbana e sociale innovativo, che sta coinvolgendo molti cittadini (cantieri tematici, redazione di cittadini-giornalisti) e sta portando benefici non solo dal punto di vista della vivibilità urbana (illuminazione a LED, zona 30, rifacimento delle facciate di alcuni edifici, rifacimento di strade e marciapiedi anche in collaborazione con il Centro documentazione Handicap nel trovare le soluzioni migliori per chi ha difficoltà motorie), ma sta anche creando occasioni di formazione, lavoro (rimozione graffiti, scuola cantiere) e miglioramento delle relazioni sociali per molti dei suoi abitanti (mediazione di condominio, apertura di uno spazio di vicinato in Via D’Annunzio), oltre a dialogare con i principali operatori economici della zona per la costituzione di un’agenzia di sviluppo locale e di un’impresa sociale. 
Presto anche il Parco Pasolini, che da qualche anno viene animato nel periodo estivo dall’Associazione Universo in collaborazione col Quartiere, grazie alla scuola cantiere dell’Associazione Terra Verde avrà anche un’arena in grado di ospitare iniziative, eventi culturali e concerti di rilevanza cittadina.
E nella stessa organizzazione dei Servizi sociali e dei Servizi educativi di quartiere abbiamo saputo dare una spinta innovativa che viene presa a modello anche in altri territori nonostante le carenze di personale che ci flagellano, unificando gli sportelli sociali di San Donato e San Vitale, aprendoci a nuove modalità di risposta ai bisogni e dotandoci di un solido gruppo di lavoro che sta esplorando nuovi terreni di collaborazione con le realtà territoriali per migliorare il lavoro di comunità e ampliare la gamma di tutele per le persone più fragili.
Un altro risultato di cui andare orgogliosi è l’avere evitato che il Poliambulatorio Pilastro venisse chiuso e anzi, nel quadro di un percorso condiviso tra il Quartiere, il Comune e l’Azienda USL si sta lavorando per estendere la tipologia dei servizi che offre, perché vogliamo diventi un esempio virtuoso di integrazione socio-sanitaria.
Sulle politiche per gli adolescenti e contro la dispersione scolastica puntiamo molto. Uno dei principali progetti di quest’anno si chiama “OPS…Occasioni per scegliere” e ci vede impegnati, grazie anche a finanziamenti che presto arriveranno attraverso un apposito accordo tra Comune e Regione proposto dal Quartiere, nel potenziare le attività educative per contrastare la devianza giovanile di gruppo e per prevenire il rischio che i ragazzi e le ragazze che frequentano alcune zone identificate come rischiose si avvicinino al mondo dello spaccio del consumo di sostanze stupefacenti.
E questi sono solo alcuni dei nostri piatti forti, ma gli ingredienti sono sempre gli stessi: poche chiacchiere, molto lavoro di squadra per ottenere risultati concreti e misurabili. 
Sappiamo bene che c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto sulla mediazione sociale, sul rispetto delle regole in alcuni comparti a forte componente di edilizia pubblica, così come anche sulla lotta alle occupazioni abusive, ma un fatto è certo: San Donato è diventato un posto piacevole per viverci e da vivere anche nel tempo libero, che offre servizi di qualità e stimolanti opportunità, dove sono continue le occasioni per conoscersi, stare insieme e sentirsi parte di una comunità. Parlano i risultati. E non abbiamo certo intenzione di fermarci qui.

Qualcuno, commentando il cartellone degli eventi estivi Bè Bologna Estate, ha fatto notare come sia tutto troppo concentrato dentro le mura della città. E’ d’accordo nel voler promuovere l’appoggio a più progetti che vengono dalla “periferia”?

Usciamo dai vecchi schemi. Non devono più esserci un centro e le periferie, ma tante centralità urbane diffuse. Siamo tutti concentrati a realizzare questo obiettivo. Detto questo, per San Donato il decentramento del cartellone culturale cittadino è realtà da molti anni.
Onfalos al DOM del Pilastro, Suburban Park al Link di via Fantoni, i Giardini al Cubo a Porta Europa e il festival Blues a Balues nel giardino Penazzi, fanno parte del programma di BE’ Bologna Estate 2015 e ne facevano parte anche gli anni scorsi. La valorizzazione del nostro territorio sotto questo profilo è evidente. 
Ma oltre alle iniziative di BE’, nel nostro quartiere si possono trovare altri appuntamenti che riscuotono molto successo e attirano un folto pubblico anche da fuori: ne sono un esempio la rassegna Cinecasalone (che come sempre si tiene nel mese di luglio nella corte interna del Casalone in Via San Donato: quest’anno i film verranno proiettati non solo nelle serate di martedì, ma anche al giovedì) e gli eventi musicali dall’associazione Serena 80 nel giardino Penazzi, tra cui spiccano “Serenamente Rock” (in luglio e agosto) ed il tradizionale appuntamento “Jimi Hendrix Live” in programma a inizio settembre.
Quest’anno, grazie a risorse provenienti da bandi di quartiere, saranno organizzati alcuni eventi anche nel mese di agosto in Piazza Spadolini così come nei giardini Cervi e Parker-Lennon. 

A proposito di estate: emergenza anziani. Come correte ai ripari visto l’alto numero di anziani soli?

Le persone anziane sono le nostre radici, ci hanno cresciuto e ci hanno trasmesso i valori per cui lottiamo: lasciarle sole proprio quando hanno più bisogno della nostra compagnia e di farsi compagnia, sarebbe una colpa gravissima per la comunità. Per creare momenti di socializzazione dedicati agli anziani soli o con relazioni familiari particolarmente fragili, segnalati dai servizi sociali, attiviamo il progetto “Vacanze in città”, finanziato con risorse messe a disposizione ogni anno dal Quartiere San Donato (che abbiamo voluto ripristinare appena insediati, dopo il loro azzeramento voluto dalla gestione commissariale) cui si aggiunge un contributo anche dei 3 centri sociali del territorio (Pilastro, Frassinetti e Italicus). 
Le attività del progetto vengono organizzate presso il Centro Sociale Pilastro nei mesi di luglio e agosto (quest’anno sono partite il 6 luglio per terminare il 28 agosto): sono suddivise in 4 turni da 2 settimane, e in ciascun turno partecipano 20 anziani, con possibilità di trasporto in pulmino di chi non può muoversi autonomamente. Al Centro Sociale Pilastro, gli operatori professionali di Cadiai e i volontari Auser, oltre agli instancabili volontari del centro stesso, propongono per tutta la giornata giochi, l’ascolto di canzoni, pranzo e merenda tutti insieme, lavoretti manuali e attività motorie, ginnastica dolce e varie attività di stimolazione cognitiva. Alcune attività vengono organizzate di volta in volta coinvolgendo anche altre associazioni del territorio, e durante ogni turno sono previste anche delle “uscite” per visitare altri luoghi culturali o di socialità, oppure per accedere a spazi verdi e freschi.
Questo programma è molto apprezzato dai nostri anziani, ogni anno non manca chi mi scrive o mi ferma per strada chiedendo di ripeterlo anche in futuro: per molti di loro, stare in compagnia è la medicina più efficace. Per questo non ci fermiamo qui, e come Quartiere diamo continuità ai legami di socialità e amicizia intrecciati d’estate attraverso il progetto “Non perdiamoci di vista”, che prevede alcuni appuntamenti anche nel resto dell’anno.

Gli ODG in Consiglio di Quartiere: temi che hanno spaccato maggioranza e opposizione? Quali le soluzioni che al contrario vi hanno messo d’accordo?

I rapporti con e tra i gruppi politici sono improntati ad una correttezza di cui voglio ringraziare tutti i consiglieri. Più si sta nel merito dei problemi per affrontarli senza inutili demagogie, più si indirizza il confronto su un binario propositivo e minore è lo spazio per le divisioni. E no a discussioni-fotocopia del consiglio comunale. Questa è l’impostazione su cui abbiamo voluto costruire il rapporto con il Consiglio di Quartiere fin dal primo giorno di mandato. E si è rivelata vincente: basta confrontare gli ODG approvati con i risultati oggettivi in termini di miglioramento del territorio per constatarlo. Sono molti gli ODG proposti dalla presidenza o dal gruppo di maggioranza ad avere trovato un consenso unanime. Compresi quelli sulla sicurezza, sulla viabilità, sulla riqualificazione degli spazi pubblici e sul sostegno alle libere forme associative, solo per fare degli esempi, ma basta dare un’occhiata sul sito del quartiere per saperne di più.
Rispetto al passato, sta maturando soprattutto la consapevolezza condivisa che va incoraggiato e sostenuto quel tessuto associativo territoriale dove si dedicano energie e passione per promuovere il benessere sociale in un’ottica di sussidiarietà, trasparenza e collaborazione con le istituzioni: anche chi aveva pregiudizi, se ne sta finalmente rendendo conto.
Le principali divergenze di opinione nell’ultimo anno si sono registrate, oltre che su aspetti di carattere ideologico (purtroppo c’è ancora chi non ritiene di votare a favore dell’intitolazione di un’area verde ad alcune Partigiane che hanno lottato per la libertà e la democrazia di cui ora godiamo tutti), sulle scelte di bilancio e sulla riforma dei quartieri. 
Ma anche sulla riforma dei quartieri c’è un punto che ci ha messo tutti d’accordo, sul quale il Consiglio di Quartiere con voto unanime ha lanciato un messaggio forte e chiaro: è giusto che il nuovo quartiere San Donato-San Vitale sia formato solo dal territorio “fuori le mura”, senza la parte del centro storico. 
Il nostro futuro è una Bologna sempre più multicentrica. Una zona omogenea e già molto vasta come quella che va dal Pilastro alla Croce del Biacco, passando per la Cirenaica e Via Gandusio, è di importanza cruciale per lo sviluppo della città e ha bisogno di un’attenzione esclusiva, per concentrare risorse ed energie a tempo pieno sul governo di tutte le sue trasformazioni e sulle esigenze delle persone che la vivono, per offrire servizi migliori, per sviluppare il dialogo tra culture e per renderla sempre più attrattiva. Un insieme di centralità urbane da valorizzare, partendo dai semi gettati e dai risultati raggiunti fino ad ora. 
 

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