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Spese 'pazze' in Regione, Bonaccini: 'Sono in regola e ho la fiducia del Pd, nessun passo indietro'

Nessun ritiro dalle primarie per il democratico, che ha spiegato come le accuse nei suoi confronti, per circa 4.000 euro, riguardano "200 euro al mese, attinenti a spese legate al mio ruolo". Quanto al collega Richetti - che si vede contestare spese per 5mila euro - dice: "Saprà tranquillamente giustificare"

"So di non aver fatto nulla di male", così Stefano Bonaccini ieri alla Festa dell'Unità dove è stato ospite dopo essere stato ascoltato in Procura inseguito alla sua iscrizione nel registro degli indagati per l'inchiesta sulle 'spese pazze in Regione'.

Le accuse nei suoi confronti, per circa 4.000 euro, riguardano "200 euro al mese tutti attinenti a spese legate al mio ruolo, oggi credo di aver fornito tutte le spiegazioni necessarie", assicura Bonaccini. Tra i rilievi dei magistrati, sottolinea, "nessuno riguarda auto blu". Il candidato alle primarie ribadisce la "fiducia" nella magistratura. Non ci sono "ne' complotti ne' tentativi di scassare chichessia".

"Sento di avere la fiducia del Pd nazionale". Cotinua Bonaccini. "Ci sono tutte le condizioni perchè la mia candidatura resti in campo, se mi accorgessi che non ho fiducia sarei il primo a fare un passo indietro".

Al momento il Pd nazionale, infatti, gli da' fiducia. Nel corso di tutta la giornata di ieri si sono succeduti i contatti tra la segreteria di Matteo Renzi e i dem emiliano-romagnoli. Lo stesso Bonaccini, raccontano al Pd, avrebbe avuto dal segretario l'ok al suo tentativo. Il favorito alle primarie per il dopo Errani  vuole giocarsi le sue carte e Roma per il momento non è contraria. Le primarie sembrano dunque destinate per ora a restare in programma con Roberto Balzani non più tanto outsider. E' evidente infatti che l'ex sindaco di Forlì potrebbe capitalizzare nelle urne le difficoltà di Bonaccini e tentare il colpaccio.

Quanto all'altro candidato, Matteo Richetti, ritiratosi  dalla competizione e anche lui indagato per peculato nella stessa inchiesta, Bonaccini dice di non avere dubbi: "Saprà tranquillamente giustificare ogni eventuale addebito che gli venisse rivolto. L'ho conosciuto in questi anni, è una persona perbene". Per quanto riguarda il suo passo indietro, Bonaccini ne da' una spiegazione piu' politica: "Credo che abbia addotto motivi inerenti a scelte personali, legati anche all'idea che servisse una candidatura politica che potesse tenere insieme cio' che io e Matteo abbiamo rappresentato in questi anni". E cioè "un'area che è stata molto vicina alla candidatura di Matteo Renzi alle ultime primarie per il segretario nazionale".

Ammonterebbe a circa 5.000 euro la somma delle spese contestate dalla Procura di Bologna a Richetti. Si tratterebbe di soldi del gruppo usati non a fini personali (nessun week end o cene con amici e moglie, per intenderci), ma ritenute dagli inquirenti non congrue rispetto all'attività di consigliere regionale. Dunque, sarebbe una cifra di poco superiore a quei 4.000 euro scarsi contestati all'altro candidato alle primarie, ancora saldamente in pista, Stefano Bonaccini, anche lui indagato per peculato. L'inchiesta, relativa al periodo che va da maggio 2010 a fine 2011, è' affidata alle pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, con la supervisione del procuratore capo Roberto Alfonso e del suo vice Valter Giovannini. Al momento risultano indagati i nove capigruppo dell''epoca e complessivamente otto consiglieri Pd. Ma è facile ipotizzare che nel registro siano iscritti anche consiglieri appartenenti ad altri gruppi politici. (agenzia Dire)

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