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L'intervista

Alluvione, Caliandro: "Comuni bolognesi esclusi dai fondi: spero sia un errore, altrimenti sarebbe un gesto ritorsivo”

INTERVISTA| Il presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità: "Su risorse e commissario, dal Governo un pressapochismo imbarazzante"

“Il decreto legge lascia sgomenti". Scuote la testa Stefano Caliandro, consigliere regionale del Pd e presidente della commissione Territorio, Ambiente e Mobilità, nell’apprendere i dettagli del decreto maltempo pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° giugno e che contiene alcune sorprese, a partire da un minor stanziamento complessivo per i territori alluvionati e una lista di Comuni tagliati fuori dalle risorse.

Caliandro, perchè sgomenti?

"Il Governo Meloni, oltre a ridurre lo stanziamento promesso a favore di telecamera da 2 miliardi e 200 milioni a 1,6 miliardi, dimentica completamente i comuni della Città Metropolitana di Bologna. È un fatto gravissimo perché mostra un pressappochismo imbarazzante rispetto alla richiesta d’intervento che migliaia di emiliano-romagnoli si aspettano dopo i tragici eventi causati dall’alluvione”.

I sindaci del Bolognese tagliati fuori sono in subbuglio.

“Non è accettabile che ministri e parlamentari della maggioranza si siano visti nei luoghi più colpiti dall’alluvione per poi restare inermi rispetto alla lentezza con cui si muove il Governo Meloni. Gli investimenti per la ricostruzione non possono essere solo giochi di prestigio. I Comuni della nostra regione si stanno sobbarcando un peso molto superiore alle loro possibilità sia tecniche che economiche. Non possiamo lasciarli soli a gestire questa fase che rischia di provocare una rabbia sociale che non sarebbe più governabile”.

Si tratta di un’esclusione per ragioni tecniche o teme ci siano ragioni politiche?

“Mi auguro un errore e non una scelta, perché fosse stata una scelta saremmo di fronte a molto di più di una sgrammaticatura istituzionale, ma a un gesto ritorsivo”.

I sindaci stanno scrivendo alla Regione affinché si attivi. Ma se dal Governo non dovesse arrivare una risposta?

“Sarebbe un fatto senza precedenti. Ma siamo l’Emilia-Romagna, non sarà solo la Giunta a porre il tema, si ribellerà tutto il Patto per il Lavoro e il Clima, di cui fanno parte, tra gli altri, anche le imprese e i lavoratori”.

E intanto manca ancora il commissario per l’emergenza.

“Non nominare Bonaccini è un’altra sgrammaticatura istituzionale. Ma di peggio c’è non aver ancora individuato un nome. Se vogliamo ripartire, la gente deve ritornare alle proprie case, i Comuni devono avere in sicurezza i bilanci e bisogna far ripartire le opere necessarie al momento solo sulla carta”.

Difficile che il Governo converga sul governatore dell’Emilia-Romagna.

“Io temo la rabbia sociale di chi è disperato, ha perso tutto e non vede delle risposte. Questa è la priorità. Poi il commissario deve avere poteri e competenze per agire immediatamente. Non è pensabile che chiunque esso sia, non abbia rapporti diretti con Bonaccini e i Comuni. Perché l’idea che aleggia, è che si possa fare per procura. E invece deve stare qui e lavorare qui assieme a chi è in prima linea. Per questo era naturale che fosse il nostro presidente della Regione. Non è un vezzo, non è una forma di autonomia, ma una figura di prossimità. Se il Governo non dovesse scegliere una figura di prossimità, allora deve garantire una presenza attiva e fattiva”.

La Lega vuole una commissione d’inchiesta sull’alluvione.

“La Lega ha la possibilità istituzionale in Assemblea legislativa di chiedere alla commissione che presiedo tutti i dibattiti di natura ispettiva di nostra competenza. Questa proposta quindi non parte dal bisogno di cogliere il problema della mutazione del clima, ma di cercare delle colpe di cui però si occupano altre istituzioni nel nostro ordinamento giuridico. Se ci saranno state delle colpe, saranno accertate dalle autorità competenti. Il punto però è che la ricerca della colpa funge da argomento di distrazione di massa rispetto al dovere di intervenire per la ricostruzione. Insomma, la Lega cerca di politicizzare un dramma climatico senza confrontarsi con le evidenze scientifiche, ma cercando una rivincita politica. Questo è inaccettabile”.

C’è chi ha criticato la segretaria del Pd Elly Schlein perché poco presente in Emilia-Romagna nei giorni dell’alluvione.

“Non condivido affatto. Schlein ha rispettato i tempi e le modalità che questa vicenda ha imposto a tutti. Non ha voluto strumentalizzare il suo ruolo di leader nazionale con quello di parlamentare del territorio. Penso sia un gesto di grande eleganza politica. Solo una destra greve può cercar di strumentalizzare. È stata presente in incontri privati, non a favore di telecamera, ed è quotidianamente in contatto con tutti gli amministratori del territorio”.

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