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Tagli agli enti locali, Merola guida la rivolta contro Renzi: "Non siamo Mandrake"

Il sindaco: "Il Comune di Bologna ha 40 milioni d'avanzo per le spese della giustizia. Sarei in condizione di non alzare le tasse se ci venissero riconosciuti". La richiesta: "un decreto legge urgente con le misure ancora non mantenute dal Governo"

Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, guida la ''rivolta'' dei primi cittadini emiliano-romagnoli contro i tagli previsti dal Governo Renzi. Lo squillo di tromba è arrivato ieri in apertura della conferenza metropolitana dei sindaci a Palazzo Malvezzi. Merola ha chiesto un "cambio di passo" invitando i colleghi a contribuire ad una "operazione verità" nei confronti dell'esecutivo nazionale.

Alla base della mobilitazione la lettera inviata a Renzi dai sindaci metropolitani, in testa il presidente Anci Piero Fassino: "Ognuno di voi la firmi e la condivida coi cittadini, a partire dalle categorie economiche", è l'invito. Per la seconda metà di marzo Merola annuncia un'assemblea regionale di tutti i sindaci dell'Emilia-Romagna contro i tagli agli enti locali. "E' ora di chiedere comportamenti coerenti- dice Merola- Il Comune di Bologna ha oltre 40 milioni d''avanzo per le spese della giustizia. Io sarei in condizione di non alzare le tasse se ci venissero riconosciuti". Il primo cittadino si è detto "esasperato" da questa situazione, che vede in stand-by anche la Città metropolitana di Bologna.

"Vogliamo un decreto legge urgente con le misure ancora non mantenute dal Governo", ricapitola il sindaco: nelle metropoli in particolare "l'entità dei tagli è  tale da pregiudicare l'approvazione. Per quanto riguarda Bologna su un bilancio metropolitano da 140-150 milioni di euro, "ne dovremo tagliare 50- dice Merola- ci vuole una bella immaginazione per pensare che possiamo reggerli. Non siamo Mandrake". A questi sul groppone del nuovo ente ci saranno anche sanzioni da quattro-cinque milioni dalla precedente gestione della Provincia che Merola non è disposto ad "addossarsi".

Unica nota positiva: il presidente della Regione Stefano Bonaccini "si è impegnato a coprire i costi del personale della Città metropolitana per il 2015. Possiamo affrontare il tema delle funzioni con un po' più di agio". Preoccupa però anche questo capitolo, oggetto della trattativa con la Regione e della riunione di ieri della conferenza metropolitana dei sindaci. "Io nell'impianto della legge Delrio ci ho creduto molto e sono colpevole. Il rischio- dice ancora Merola- è che facciamo venti ordinamenti diversi". Dato il là, anche altri sindaci ci scatenano. "Siamo dentro un incubo- dice senza mezzi termini Giulio Pierini (Budrio)- questo Governo non ha la sensibilità di capire che da qui non usciremo vivi". Per Sergio Maccagnani (Pieve di Cento) "non possiamo fare riforme senza soldi, giusto alzare i toni e convocare un''assemblea regionale".

(agenzia  Dire) 

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