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Politica

Morte Tina Anselmi, Bonaccini: "Un esempio, sempre al servizio del Paese"

Partigiana durante la Resistenza e prima donna a essere nominata ministra

Mondo della politica in lutto per la scomparsa di Tina Anselmi, che si è spenta questa notte, dopo una lunga malattia, all'età di 89 anni.

La ricorda il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, come un "esempio per la classe politica e l’intero Paese, esponente politico di grande rigore, aperta al dialogo e all’ascolto della società. Tina Anselmi ha certamente rappresentato un punto di riferimento nella storia della Repubblica italiana, con la sua sobrietà personale, la semplicità, lo spirito di servizio di una persona che vedeva nella politica la chiave dell'impegno per contribuire alla crescita del Paese”.

LA VITA. Prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica, più volte eletta parlamentare della Democrazia Cristiana divenne nel luglio del 1976 titolare del dicastero del lavoro e della previdenza sociale in un governo presieduto da Giulio Andreotti. 

Da ragazza entrò nella Resistenza operando da staffetta partigiana con il nome di 'Gabriella' e si iscrisse alla Democrazia Cristiana nel 1944. Con la fine della Prima Repubblica è diventata un simbolo della politica pulita.

Da sindacalista, prima con la Cgil e successivamente con la Cisl, si è occupata dei lavoratori del tessile e della scuola, e nel 1959 entrò nel consiglio nazionale della Dc, di cui è stata deputata dal 1968 al 1992. 

Dopo aver ricoperto la carica di ministro del Lavoro, fu ministro della Sanità nel quarto e quinto governo Andreotti e legò il suo nome alla riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Nel 1981, nel corso dell’ottava legislatura, fu nominata presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, che termina i lavori nel 1985.

 
 

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