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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Colombo chiarisce su via Volturno: "Il ristorante Diana non c'entra. Basta accuse infamanti"

La strada che ospita il dehors del Diana e che apre la viabilità a via Indipendenza sotto accusa dopo la notizia della sua pedonalizzazione. Colombo spiega il perchè

Dopo il polverone sollevato dalla notizia sulla pedonalizzazione di via Volturno e l'ipotetico collegamento fra la decisione presa dall'Assessore alla Mobilità e un favoritismo al ristorante Diana (che secondo il nuovo regolamento avrebbe dovuto ridurre il suo dehors),  arriva la risposta di Andrea Colombo, che risponde sulla sua pagina Facebook anche all'accusa di "Aver ricevuto dei pacchi di natale dal ristorante". 

IL DIANA NON C'ENTRA, ECCO PERCHE' PEDONALIZZO. "Facciamo un po' di chiarezza - scrive Colombo -  al di là degli articoli di stampa, che riportano una notizia vera, ma non contengono nessuna mia dichiarazione e spiegazione, che fornisco volentieri qui. Anzitutto diciamo che la pedonalizzazione del tratto finale di via Volturno (tra via de' Corighi e via Indipendenza) nasce da motivazioni di tutt'altro genere (che non c'entrano dunque con il dehors del Diana)"

1) Chiudere l'ultimo "buco" rimasto della T, perché non è ammissibile che ci siano ancora bypass per l’accesso nella zona più centrale della città;
2) Impedire un uso improprio di stradine medioevali, strutturalmente inadatte a sopportare flussi veicolari eccessivi, per l'attraversamento del centro storico;
3) Creare lungo la via in questione un percorso continuo, per pedoni e persone con disabilità, senza interruzioni o barriere architettoniche, oggi esistenti;
4) Riqualificare uno scorcio di pregio del centro storico oggi caotico per la quantità di veicoli che vi transitano e parcheggiano.

Queste sono le ragioni principali del progetto. Se poi una misura nata e pensata dal punto di vista della mobilità semplifica anche la vita ad un'attività economica rispetto alla regolamentazione vigente sui dehors, credo sia solo un valore aggiunto di quella misura, non certo un favoritismo, come qualcuno vorrebbe adombrare con accuse ripugnanti.

Molti oggi usano via Volturno per attraversare tre quartieri e tagliare metà del centro: in sostanza da via Marconi si arriva in via S. Stefano. Il problema è che questo uso ha un impatto fortissimo (in termini di inquinamento, rumore, dissesto della pavimentazione in pietra) su chi vive lungo le strade coinvolte, spesso molto strette e di grande pregio storico-architettonico. Al Comune sono arrivate, ad esempio, numerose proteste degli abitanti di via Marsala, che devono pulire continuamente i mobili per la quantità di polveri che si accumulano, o non possono tenere aperte le finestre d’estate per il frastuono, e così via.

Ora, se ci fate caso, non è una semplice coincidenza che praticamente tutte le laterali di via Indipendenza "alta" siano o pedonalizzate nella parte finale (pensate a Montegrappa, Goito, Bertiera, Manzoni, Del Monte, etc.) o, le pochissime rimanenti, in uscita dalla T (ad esempio Altabella): la viabilità è organizzata da sempre in questo modo proprio per evitare quel fenomeno di attraversamento del centro.

In questo quadro generale, solo via Volturno è in entrata nella T. Ma non è sempre stato così, anzi è proprio il contrario: infatti - pochi forse lo ricordano - via Volturno storicamente ha sempre avuto il senso di marcia contrario, cioè da via Indipendenza a via Galliera, dunque senza alcuna possibilità di attraversamento. Il senso fu invertito temporaneamente nel 2001 per le modifiche alla viabilità dovute al cantiere di ristrutturazione del teatro Manzoni, e alla fine dei lavori ci si dimenticò di rimettere il senso di marcia com’era sempre stato, cioè in uscita dalla T.

Adesso di tratta di ripristinare la situazione che c’è sempre stata e di rendere equa la situazione fra le diverse zone (altrimenti, a parti invertite, anche a chi abita nella zona est starebbe comodo poter attraversare via Indipendenza per arrivare prima a ovest, oppure anche a chi sta a nord poter tagliare dalla T per andare a sud e viceversa).

Da ultimo, comprendo il disagio di chi si troverà ad allungare un po’ il percorso di uscita da quella zona, ma se la logica fosse solo e sempre quella illusoria di “fluidificare il traffico” dovremmo eliminare isole pedonali, ZTL, corsie preferenziali, etc., ma alla fine il paradosso è che avremmo una città più, e non meno, trafficata, congestionata e inquinata.
Più che di disagio, meglio, parlerei di una minore comodità (sempre che la si possa definire tale, visto che - non dimentichiamolo - stiamo parlando di spostamenti fatti in macchina, non a piedi sotto il sole cocente o con una carrozzina handicap sotto la pioggia, pedoni e disabili che anzi dalla pedonalizzazione trarranno beneficio in termini di accessibilità e sicurezza), a fronte di un miglioramento generale della vivibilità di importanti strade e vicoli del centro storico, oggi utilizzati in modo del tutto improprio, a causa di un'abitudine che si è creata negli ultimi anni per una mera dimenticanza ma senza la quale prima tutti erano sempre sopravvissuti.

 

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