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Truffa aggravata: a processo la Segretaria di Bersani e l'ex capo di Gabinetto

Per la Procura, la Veronesi venne stipendiata dalla Regione, di cui era dipendente, per svolgere a Roma l'incarico di raccordo con il Parlamento, mentre in realtà avrebbe lavorato solo per Bersani. Sarebbe stato Solaroli a creare l'incarico

Dopo l'avviso di fine indagine dello scorso settembre, richiesto il rinvio a giudizio per truffa aggravata nei confronti di Zoia Veronesi, la segretaria storica dell'ex segretario Pd Pierluigi Bersani. Stessa sorte per Bruno Solaroli, l'ex capo di gabinetto del presidente dell'Emilia-Romagna Vasco Errani. Anche Solaroli risponde per truffa inquanto sarebbe stato lui a creare il contestato incarico della Veronesi.

Secondo la Procura di Bologna, infatti, la collaboratrice di Bersani percepì indebitamente dalla Regione, di cui era dipendente, circa 140mila euro di stipendio per svolgere a Roma l'incarico di raccordo con il Parlamento dal 2008 al 2010. In realtà, per il pm, Veronesi lavorava 'solo' per Bersani. La segretaria si è poi dimessa da viale Aldo Moro ed è stata assunta dal Pd.

L'inchiesta era stata messa in moto da un esposto dell'ex deputato finiano Enzo Raisi, che parlava appunto di un incarico studiato ad hoc per la donna da parte della Regione stessa, che le avrebbe consentito di continuare a seguire a Roma l'attività del segretario del Pd ed ex presidente in viale Aldo Moro.

Così commentò lo staff di Bersani inseguito alla notizia dell'indagine per truffa di Veronesi, verificatasi alla vigilia delle scorse Primarie del Pd: "Ogni volta che ci sono le primarie esce questa storia della segretaria di Bersani'.

 

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