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Giovedì, 18 Aprile 2024
Salute

Covid e obesità: "Maggior rischio di ricovero in terapia intensiva con il grasso viscerale"

"I soggetti affetti da covid ricoverati in terapia intensiva avevano una quantità di grasso viscerale - quello che avvolge gli organi interni - superiore rispetto ai pazienti meno gravi"

"L'accumulo di grasso viscerale, ovvero quello che avvolge gli organi interni, è associato a un maggior rischio di ricovero in terapia intensiva nei pazienti con COVID-19. Ciò, in maniera indipendente dal grado di obesità definito tramite l'indice di massa corporea". Lo rivela uno studio dell'Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM) e dell'Ospedale Bufalini di Cesena che, pubblicato sulla rivista Diabetes Care. 

In pratica, se si è sovrappasso, diabete e obesità sono riconosciuti come elementi di rischio, ma a fare la differenza è anche il tipo di grasso. 

"Lo studio- proseguono- ha coinvolto oltre 400 persone valutate presso l'Ospedale Bufalini nel sospetto di Covid-19 ed è stato scoperto che i soggetti affetti ricoverati in terapia intensiva avevano una quantità di grasso viscerale superiore rispetto ai pazienti meno gravi". E' stato quindi rilevato che "ogni millimetro di spessore in eccesso del grasso viscerale, corrisponde a un rischio pari al 16% di ricovero in terapia intensiva. Considerato che mediamente i pazienti con COVID-19 grave avevano 4 millimetri di grasso viscerale in più rispetto ai non gravi, questo equivarrebbe a quasi il 65% in più di probabilità di ricevere trattamenti intensivi", afferma Rocky Strollo, endocrinologo e ricercatore dell'Università Campus Bio-Medico di Roma.

"Questo dimostra- spiegano- che non è soltanto l'obesità, ma anche la distribuzione del grasso nel paziente a conferire la necessità di cure in terapia intensiva. Ciò è dovuto al fatto che il grasso viscerale produce due o tre volte di più citochine (fungono da segnali di comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e fra queste e diversi organi e tessuti - ndr) come l'interleuchina 6, che sono coinvolte nella immunopatogenesi del COVID-19. È quindi questo specifico tipo di grasso che potrebbe facilitare lo sviluppo della tempesta citochinica che produce iperinfiammazione nei soggetti più gravi".

Una Tac è servita "in fase acuta a valutare l'estensione e gravità della malattia. Retrospettivamente, ci sta permettendo di analizzare e identificare i soggetti con fenotipo a rischio, caratterizzato da una distribuzione addominale del grasso, che andrebbero maggiormente tutelati", conclude Sofia Battisti, radiologo dell'Ospedale Bufalini di Cesena e dottoranda di ricerca presso IRST sotto patrocinato dell'Università di Bologna.

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