rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Salute

Giornata dell’endometriosi: i numeri sul territorio e i centri di riferimento a Bologna

Donini: “Importante affidarsi a professionisti e strutture che sappiano indicare il giusto percorso di diagnosi e cura”

‘Non è normale che faccia così male’. In occasione della Giornata mondiale sull’endometriosi, che ricorre domani, martedì 28 marzo, la Regione Emilia-Romagna lancia una campagna di informazione e sensibilizzazione su una malattia dolorosa e quasi invisibile perché ancora sottovalutata. Da qui lo slogan della campagna, che invita a riflettere sulla lotta alla normalizzazione del dolore, ricordando che sottovalutare i sintomi di questa patologia può avere effetti cronici ed invalidanti.

Secondo i dati della letteratura scientifica circa il 10% della popolazione femminile in Europa è affetta da endometriosi e in Italia la stima riguarda quasi 3 milioni di donne. In Emilia-Romagna potrebbero esserne affette circa 98.000 donne, ovvero il 10% di quelle in età fertile (12-50 anni) e sempre sul territorio regionale sono stati 896 i ricoveri per interventi chirurgici di endometriosi nel 2022.

“La nostra regione - sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - è stata tra le prime ad aver definito percorsi terapeutici e di presa in carico delle pazienti affette da endometriosi a partire dalla fine del 2019. Con questa campagna vogliamo tenere alta l’attenzione e sensibilizzare le donne su una patologia che rischia di essere diagnosticata tardi, e che invece può causare conseguenze importanti. Occorre imparare a riconoscere i sintomi dell’endometriosi, affidarsi a professionisti e strutture che sappiano indicare il giusto percorso di diagnosi e cura”.

Diversi gli strumenti della campagna di informazione: nelle Aziende sanitarie, da Piacenza a Rimini, e in particolare nei Consultori familiari, nelle Case della Comunità e negli spazi comuni e di maggiore afflusso, come i punti Cup, sarà distribuita una locandina che invita le donne che sospettano di avere sintomi riconducibili all’endometriosi a contattare il proprio medico, informandole anche della rete dedicata di strutture, professionisti e terapie.

Informazioni riprese dalla mini clip che sarà on line sui canali social della Regione, delle Aziende sanitarie e di tutte le Associazioni che in Emilia-Romagna si occupano di endometriosi. Il video è disponibile anche nella landing page dedicata all’endometriosi (regioneer.it/endometriosi), che informa sull’importanza della diagnosi precoce, sui sintomi, sulle conseguenze più frequenti della sfera personale, sul Percorso diagnostico terapeutico assistenziale, sui Centri ospedalieri di primo e secondo livello.

La campagna del servizio sanitario regionale si inserisce anche tra le richieste del comitato “Endometriosi firma adesso”, che nel maggio scorso è stato ricevuto dal presidente Stefano Bonaccini per la consegna delle 4mila firme di adesione da parte di cittadini emiliano-romagnoli raccolte in due mesi.

Endometriosi, malattia invisibile. "Non riuscivo a rimanere incinta, poi finalmente la luce" 

I numeri dell’endometriosi 

L'endometriosi, caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina, è una patologia ad andamento cronico, progressivo e recidivante che coinvolge globalmente la salute della donna in età fertile. Oltre alla sintomatologia dolorosa pelvica e all’infertilità, coesistono effetti psicofisici spesso invalidanti. 
Da gennaio 2017, con la definizione dei nuovi Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), l’endometriosi  moderata e grave (3° e 4° stadio della patologia) è stata inserita per la prima volta nell’elenco delle malattie croniche esenti dalla partecipazione al costo delle prestazioni.
La Comunità Europea ha stimato una spesa sociale annuale di 30 miliardi di euro in Europa, di cui il 75% è attribuibile a congedi malaƫa. In Italia la spesa complessivamente ammonta a 6 miliardi, di cui 33 milioni per giornate lavorative perse, 126 milioni per le cure farmacologiche e 54 milioni per 
il trattamento chirurgico.

Cosa fa la Regione 

L’Emilia-Romagna è stata tra le prime Regioni ad avere definito un Percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale ed un’organizzazione a rete. 
Nel 2019 nasce in Emilia-Romagna la Rete clinica regionale dei Centri per le pazienti con endometriosi che permette alle donne con questa patologia di avere accesso a un’assistenza non solo altamente qualificata, ma uniforme su tutto il territorio regionale.

Il punto di accesso alla rete e al percorso assistenziale è costituito dai ginecologi che operano nei Consultori pubblici o negli ambulatori privati, nelle Unità Operative di Ginecologia ospedaliera, e dai medici di Medicina Generale che pongono il primo sospetto diagnostico sulla base 
dell’anamnesi, dell’esame obiettivo e della eventuale diagnostica ecografica. 
La paziente dev’essere successivamente indirizzata al Centro ospedaliero di I livello di riferimento territoriale, per il completamento della diagnosi e il trattamento terapeutico. Questo livello garantisce inoltre il follow-up della paziente, dopo che è stato effettuato l’iter diagnostico-terapeutico nei centri di livello superiore. Il centro ospedaliero di I livello completa l’inquadramento diagnostico mediante indagini strumentali di I livello (ecografia pelvica) e di laboratorio (es. dosaggio ematico CA -125) e garantisce il trattamento medico e chirurgico. I casi di endometriosi profonda devono essere discussi con il centro di II livello di riferimento per Area ed eventualmente con il centro di III livello (se molto complessi) e a loro indirizzato in base al grado di complessità chirurgica.

Sono 10 i centri di primo livello distribuiti sul territorio regionale (Ospedale di Piacenza, AOU Parma, Ospedale di Fidenza, Arcispedale S. Maria Nuova - Reggio Emilia, Ospedale di Carpi, Ospedale Sassuolo S.P.A., Ospedale Maggiore Bologna, AOU Ferrara, Ospedali di Forlì e Cesena (collaborazione stretta tra centri/gruppi clinici), Ospedali Ravenna - Faenza - Lugo (equipe integrata). 

I Centri ospedalieri di II livello gestiscono, per l’area vasta cui appartengono, i casi di complessità intermedia, mentre le situazioni meno complicate sono trattate in tutti i centri ospedalieri (nell’Unità Operativa di Ginecologia).
I Centri di II livello sono due: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena per l’Area Vasta Emilia Nord, l’Ospedale di Rimini per l’Ausl Romagna, con specifici requisiti organizzativi e professionali (ambulatorio dedicato e specifiche competenze cliniche per il trattamento chirurgico dell’endometriosi profonda, sia anteriore che posteriore). 

Per quanto riguarda l’Area Vasta Emilia Centro, le funzioni di Hub di II livello sono svolte dall’IRCCS Azienda Ospedaliera-Universitaria Sant’Orsola di Bologna, che rappresenta anche il centro di III livello di riferimento, unico, su base regionale con il compito di trattare tutti i casi di maggiore 
complessità e di coordinare il funzionamento della rete. 

In sintesi, il trattamento chirurgico può essere effettuato nei centri ospedalieri di riferimento, identificati in tutti i territori, differenziati, in base alla complessità dei casi da trattare, in Centri di riferimento di I, II, e III livello.  

Endometriosi, cos'è e come si cura. Il primario di Ginecologia: "Se il ciclo fa male fate un controllo" 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giornata dell’endometriosi: i numeri sul territorio e i centri di riferimento a Bologna

BolognaToday è in caricamento