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Salute

Il dott. prof. Mario Luppi spiega la leucemia mieloide acuta: “È una malattia subdola”

Il Direttore della Cattedra e Struttura Complessa di Ematologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Modena ha spiegato le caratteristiche generali della malattia che ha colpito nuovamente Mihajlovic

La notizia ha lasciato tutti di sasso: Sinisa Mihajlovic è di nuovo malato. “Stavolta giocherò di anticipo, e non in tackle come la prima volta” aveva scherzato il mister rossoblù nella conferenza stampa convocata a sorpresa la scorsa domenica. Purtroppo, però, Sinisa è dovuto tornare a curarsi. Per capire come mai la leucemia mieloide acuta si sia ripresentata, abbiamo intervistato il professor Mario Luppi, Direttore della Cattedra e Struttura Complessa di Ematologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Modena

Leucemia mieloide acuta: perché è recidiva

“La possibilità che si ripresenti dipende molto dalle caratteristiche biologiche di partenza della malattia - ha spiegato il professor Luppi -. Nel trattamento della leucemia mieloide acuta non c’è differenza, ma anzi c’è un consenso diffuso in tutti centri specializzati del mondo: sappiamo che tutti i pazienti dovranno sottoporsi alle stesse cure. Sappiamo anche però dall’inizio che qualcuno avrà una strada più in salita, a seconda del tipo specifico di diagnosi di leucemia mieloide acuta che viene effettuata. Anche se la malattia scompare il bravo ematologo non si arrende e decide di continuare a indagare per prendere in tempo ricomparse precoci, cioè entro i sei mesi, o purtroppo anche più tardive a distanza di uno o due anni. Naturalmente non mi riferisco al caso specifico. Se la malattia ricompare a dispetto della distruzione delle cellule malate e nonostante il sistema immunitario di un donatore - ricevuto in fase di trapianto - abbia lavorato per fornire questa risposta, significa purtroppo che la malattia aveva caratteristiche intrinseche di resistenza".

Mihajlovic e gli altri, esiste una giusta narrazione della malattia?

I primi sei mesi sono quelli cruciali, poi man mano che ci si allontana, diciamo almeno fino al famoso quinto anno – anche se ci sono esempi purtroppo contrari –, poi si può stare più tranquilli. Sono certo che l’elevatissima competenza professionale ed umana della Ematologia di Bologna tutta, diretta dal Prof Cavo, potranno essere fondamentali in questa fase critica".

Come prevenire la leucemia mieloide acuta

Come fare, allora, per diagnosticare questa malattia? “Si effettuano degli esami combinati molto raffinati, al microscopio ed utilizzando tecniche di studio dei geni e dei cromosomi, ed altre ancora, ma l’ematologo sa che chi parte con una diagnosi sfavorevole dovrà percorrere una strada in salita. Si cerca quindi di intervenire seguendo una seconda linea di terapia per arrivare ad una nuova remissione. Utilizzo il termine remissione e non guarigione: la guarigione può richiedere tempi lunghi, purtroppo”. 

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Infine, il professor Luppi ha spiegato quali sono i sintomi che segnalano la possibile presenza della leucemia mieloide acuta: “In questa malattia il termine “acuta” non indica per forza la maggior pericolosità, bensì la velocità con cui appare. Noi abbiamo avuto pazienti con diagnosi di leucemia acuta avendo donato il sangue un mese e mezzo prima. Purtroppo, bastano poche settimane. Questo fa già capire che è praticamente impossibile introdurre misure di prevenzione. I sintomi sono non specifici: febbre, mal di ossa e dolori articolari. Il medico per questi sintomi naturalmente non deve prescrivere un esame del sangue. A causa del calo del numero di piastrine si possono avere sintomi un po’ più specifici, come il sangue al naso o ematomi spontanei, oppure gengive particolarmente ingrossate e sanguinanti, per settimane. Manifestazioni emorragiche persistenti, insomma, e possono comparire da subito infezioni anche gravi. Ma purtroppo - conclude Luppi - la leucemia mieloide acuta è una malattia subdola”.

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