Cirrosi epatica, l'albumina riduce la mortalità: ecco lo studio del Sant'Orsola
La ricerca no-profit durata 10 anni è stata pubblicata su 'The Lancet'. Tutti i partecipanti non hanno percepito alcun compenso aggiuntivo per il lavoro svolto
L’effetto dell’albumina e le ricadute cliniche
L’albumina, sintetizzata dal fegato, è la principale proteina presente nel sangue del nostro organismo. Oltre all’utilizzo come espansore plasmatico in terapia intensiva, l’albumina viene utilizzata da anni nei pazienti con cirrosi epatica per il trattamento a breve termine di alcune complicanze acute della malattia. Nella cirrosi, come conseguenza della perdita di funzione del fegato, la sua produzione è notevolmente ridotta. L’efficacia del trattamento cronico è probabilmente conseguente al recupero delle numerose funzioni che l’albumina esercita nell’organismo e che risultano compromesse dalla cirrosi.
E’ probabile che i risultati di questa ricerca abbiano una rapida ricaduta nella pratica clinica. In Italia, dove la somministrazione di albumina è regolata dalla nota 15 dell’AIFA, questi risultati potranno favorire l’accesso omogeneo a questa terapia garantendo appropriatezza ed evitando così sprechi e squilibri, mentre all’estero, dove la
somministrazione cronica di albumina rappresenta un approccio ancora non utilizzato, potrebbero favorire la sua introduzione tra le terapie dei pazienti con cirrosi epatica scompensata.
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