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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute Saragozza

Inaugura la Soft Room: "Terapia non farmacologica, utile anche per chi soffre di Alzheimer"

La C.R.A. - Convivenza per Anziani Maria Ausiliatrice e San Paoloe il Rotary Club Bologna consegnano alla città la Soft Room

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

 Il 25 marzo si inaugura, nella Casa Residenza Anziani - Convivenza per Anziani Maria Ausiliatrice e San Paolo di Via Carlo Zucchi 8, la Soft Room: una camera multisensoriale che aiuta i pazienti anziani a superare le fasi di agitazione psicomotoria e di delirio, evitando l’impiego di farmaci. Presente, tra gli altri, l’Arcivescovo di Bologna, Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Matteo Maria Zuppi ed esponenti del Rotary Club Bologna, a cui va il merito di aver presentato il progetto portandolo a termine a tempo record.

La Soft Room è una stanza accogliente, confortevole, con luci soffuse e colorate, musica calmante e aromi gradevoli: già testata in area medica, ha dato ottimi risultati. Ed è la prima area di questo genere a essere realizzata in una struttura privata della nostra area metropolitana. «Sperimentata per la prima volta in Olanda, questa terapia non farmacologica è utile anche nei confronti di chi soffre del morbo di Alzheimer», chiarisce il professor Marco Zoli, Direttore della Scuola di Specializzazione in Geriatria dell’Università di Bologna, parte del Consiglio direttivo della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria e presidente del Rotary Club Bologna. Secondo l’Istat, da qui a dieci anni, in Italia per 100 giovani ci saranno più del doppio di anziani. «Riuscire ad assicurare loro uno stile di vita appropriato e dignitoso sarà un obiettivo sempre più pressante per la nostra società. Da qui, la volontà del Rotary Club Bologna di intervenire concretamente portando il proprio contributo». Sulle patologie in cui rientra l’utilizzo della Soft Room, il professore ci spiega: «Raggiunta una certa età si può andare incontro a uno stato di confusione mentale, caratterizzato dalla presenza di disturbi dell’attenzione, del pensiero, della memoria, e alterazioni del comportamento psicomotorio e delle emozioni». «Nelle persone “ipercinetiche” il “disagio” si manifesta come agitazione, stato confusionale, irritabilità; nelle “ipocinetiche” come apatia, tristezza, depressione. Questo stato si verifica soprattutto quando l’anziano si trova al di fuori del proprio contesto abituale, come può essere il ricovero in ospedale, o in una struttura privata». In passato si interveniva con i farmaci ma, di recente, risultati positivi sono stati raggiunti «con queste camere multisensoriali: il loro utilizzo non inverte la progressione del morbo di Alzheimer o di altre forme di demenza - sottolinea Zoli - ma migliora notevolmente la qualità di vita del paziente; inoltre, lo rendono più ricettivo nei confronti delle terapie farmacologiche, ottimizzandone i risultati». E il direttore della Struttura, Fabio Cavicchi, aggiunge: «Con la Soft Room ci auguriamo di accrescere il benessere delle persone anziane affette da demenza e di valorizzare la terapia non farmacologica. La nostra Residenza è anche un Centro diurno, quindi la camera multisensoriale sarà disponibile anche degli ospiti che frequentano la struttura solo durante il giorno». «Il progetto, realizzato grazie al contributo e al sostegno del Rotary Club Bologna, è veramente innovativo - sostiene il legale rappresentante della C.R.A, don Alessandro Astratti - ed è una grande opportunità per migliorare ed ampliare il nostro ventaglio di assistenza nei confronti delle persone anziane». Si rafforza così la vicinanza della Onlus - e del Rotary Club Bologna - alla cittadinanza

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