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Esposizione al sole e rischi. La dermatologa: "L'SPF protegge dalle scottature, ma non dai tumori della pelle"

Intervista alla direttrice dell'Unità Operativa Dermatologia Annalisa Patrizi: "Tutti nascono con una propria quota sole, ovvero la quantità di esposizione che possiamo prendere sommando gli anni della nostra vita prima che possa comparire un tumore della pelle"

Sull'esposizione al sole se ne dicono tante. Alcune regole sono ben chiare per tutti (non per questo necessariamente rispettate), altre un po' meno. E le "scoperte" le si fanno solo parlando con voci autorevoli come la dottoressa Annalisa Patrizi, che è Direttore dell'Unità Operativa Dermatologia del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale Università di Bologna e della Dermatologia Azienda USL di Bologna IRCCS. Lo sapete quanto tempo prima di andare in spiaggia bisogna mettersi la crema? E che stare sotto l'ombrellone non significa ripararsi dai raggi solari? E che non sono state mai testate protezioni solari per bambini sotto i 6 mesi? 

Estate e voglia di stare all'aria aperta e soprattutto sotto il sole. Sia al mare che in montagna è tempo di esposizioni brevi o prolungate: come comportarsi? Quali i rischi maggiori e come evitarli?  

"Cominciamo dicendo che l'esposizione solare (quindi alla radiazione solare ultravioletta) è classificata dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come cancerogena. Partendo da questo presupposto diciamo che dovrebbe essere evitata. Se ci si espone ai raggi solari (evitando le ore più calde della giornata, quelle in cui il sole è più dannoso) è quindi opportuna l'applicazione di protezioni solari, considerando però che il sole ha diversi spettri: gli UV che non sono visibili, ma anche i raggi infrarossi e lo spettro del visibile. Fino a qualche tempo fa l'esposizione al sole si considerava rischiosa a fronte degli UV di tipo B, mentre oggi è nota l'importanza della quota di tipo A, causa principale di stimolare lesioni solari che sono precursori del carcinoma squamocellulare. Di fronte all'aumento di tumori della pelle fra l'800% e il 1.000% è il caso di fare attenzione.  

E' vero che ognuno di noi ha una quantità di sole massima che può prendere nella vita? 

"E' vero. Tutti nascono con una propria quota sole, ovvero la quantità di esposizione che possiamo prendere sommando gli anni della nostra vita prima che compaia un tumore della pelle. Superata tale quota siamo a rischio. E' diversa per ogni individuo, anche se risulta più alta nei soggetti con la pelle scura rispetto a chi ha la pelle chiara: dipende quindi dal fototipo". 

Il grande dilemma su come scegliere i solari giusti, fra applicazioni che ci leggono l'INCI e ci indirizzano sui prodotti, le recensioni online e i suggerimenti di medici e farmacisti. Scegliere la protezione solare giusta è quindi fondamentale? Qualche informazione utile che possa orientarci verso il prodotto più adatto a noi fra creme, le mousse o lo spray? Cosa preferire?

"E' una scelta che va fatta con prudenza e non badando soltanto al fattore di protezione solare SPF (Sun Protection Factor) perchè non basta che agisca sugli UVB, ma deve proteggerci anche dagli UVA. A proposito di SPF bisogna spiegare inoltre che il 50 è vero, è il più sicuro, ma che il 20 blocca già l'80% dei raggi e il 30 arriva al 90%. Non basta però: questo può proteggerci dalle scottature, ma non dai fattori cancerogeni ed è bene valutare sempre la composizione dei solari considerando anche il 'veicolo' che può essere in crema, latte, emulsione oppure spray.

Una differenza da conoscere è quella fra gli schermi solari e i filtri solari. Gli schermi solari sono polveri di solito bianche (biossido di titanio e ossido di zinco) e spesso risultano pastosi e poco graditi perchè riflettono il bianco e fanno sembrare parecchio pallidi. Questo in parte è stato minimizzato dalle nanoparticelle, ma su queste non si ha la certezza che vengano assorbite. Se abbiamo il desiderio di un prodotto solare che non dia allergia e che non venga assorbito dall'organismo, certamente possiamo rivolgerci a uno schermo perchè lo schermenta (la linea bianca) contiene solo schermi che riflettono tutto, UVA, UVA visibili, tutte le varietà di raggi. Non sono gradevoli ma sono molto sicuri. 

La seconda categoria è quella dei filtri solari. Un campo complesso perchè i filtri contenuti in un prodotto sono diversi. I più modermi hanno delle molecole più grandi che non vengono assorbite, altre (più piccole) invece possono essere assorbite e causare allergie da contatto.  Sarebbe opportuno verificare sempre la composizione dei prodotti prediligendo filtri di nuova generazione". 

Quando e quante volte va applicata la crema solare? 

"I solari sono tutti testati indoor. Questo ci dice che non viene considerata la sudorazione che diluisce il prodotto e ne fa calare sia lo spessore che l'efficacia. Le protezioni solari vanno applicate mezz'ora prima dell'esposizione: non un minuto prima e non ore prima. Le zone più a rischio sono quelle più esposte e quindi viso (tutto l'anno), spalle e costolato, parte alta del dorso. Anche se si utilizzano creme waterproof è sempre bene spalmare il prodotto ogni volta che si esce dal bagno. Colipa (Associazione europea dell'industria cosmetica, dei prodotti per la cura personale e della profumeria) dice che i solari resistenti all'acqua sono efficaci per 2 bagni da 20 minuti intervallati da 20 minuti di sosta. Insomma, l'applicazione va rinnnovata il più possibile. 

Una nota su chi crede, indossando una t-shirt, di essere ben protetto. Vediamo spesso persone che fanno il bagno indossando una maglietta, magari perchè hanno già la pelle irritata dal sole: i tessuti che ci devono proteggere dal sole non possono essere nè chiari nè troppo leggeri altrimenti i raggi passano tranquillamente. Devono essere stoffe scure e pesanti tipo il denim. Lo stesso vale per gli ombrelloni e per i cappelli. A proposito di testa: il sole può far male anche ai capelli ed ecco perchè dopo l'estate c'è il problema della caduta". 

Cattive abitudini da evitare? Cose da sapere? 

"Posizionare il lettino a riva senza considerare i riflessi della sabbia e dell'aqua, lasciarsi asciugare al sole dopo il bagno senza aver rispalmato la crema, usare prodotti di scarsa qualità, fare sport in spiaggia e dimenticarsi il solare, fare le lampade abbronzanti". 

Un capitolo a parte per i bambini. Come proteggerli dal sole anche in base all'età? Una maglietta può proteggerli totalmente dai rischi dei raggi solari? 

"Partiamo dall'età. Non esistono studi e test su bambini sotto i 6 mesi e quindi questa fascia andrebbe protetta totalmente dai raggi del sole. Fra gli effetti delle ustioni solari ripetute nell'età pediatrica c'è la comparsa di lentiggini solari che non vanno più via, ma anche conseguenze più serie nell'età adulta. In generale è bene applicare le protezioni più indicate e sicure spessissimo e sicuramente dopo i bagni in mare o in piscina. Sì alla maglietta e ai cappellini per proteggere anche la testa, ma (coma già detto) solo se il tessuto è scuro e sufficientemente pesante, altrimenti è come non avere nulla perchè i raggi solari passano attraveso. Una curiosità: i bambini si abbronzano più degli adulti". 

Melasmi e macchie solari: perchè e quando compaiono? Come rimediare una volta che il danno è fatto? 

"Il suggerimento è quello di usare delle protezioni solari tutto l'anno e non solo d'estate: esistono prodotti anche cosmetici (creme da giorno anche con colorazione) adatte allo scopo. Sulle macchie solari influiscono anche altri fattori (ormonali) come l'assunzione della pillola". 

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La dottoressa Annalisa Patrizi 
 

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