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Telemedicina, da oggi all'oculistica del Maggiore: "Da estendere ad altre prestazioni specialistiche"

Per il momento, è un valido metodo per limitare gli spostamenti, ma troverà altre applicazioni, il Direttore Generale Ausl Bologna: "Grazie alla collaborazione attiva del paziente, è possibile evitare inutili spostamenti, avvicinandolo al mondo della sanità"

Non portarli nelle strutture sanitarie, ma "entrare nelle case dei pazienti per visitarli a distanza". E' partita oggi, 25 marzo, all'Ospedale Maggiore una sperimentazione di telemedicina che permette, scaricando una app, di entrare in contatto con lo specialista. 

Per il momento, è un valido metodo per limitare gli spostamenti: "Nasce durante l'emeenza covid, ma dà opportunità di implementazione in maniera esponenziale"  conferma il Direttore Generale di Ausl Bologna, Paolo Bordon.

La sperimentazione è stata presentata alla stampa con una prima tele-visita a un paziente in cura per lo strabismo da parte della dottoressa Francesca Maria Quagliano, dell'equipe di Manlio Nicoletti, direttore dell'Oculistica dell'Azienda USL di Bologna. 

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"Dopo aver scaricato la app, entrano nella piattaforma, i medici arruolano i pazienti e prescrivono una serie di esami. Di solito quando si parla di telemedicina si intende il teleconsulto - ha detto Quagliano - ossia il paziente esegue l'esame che viene refertato dal medico - a distanza - in questo caso l'obiettivo ambizioso è di andare direttamente a casa del paziente, consentendo anche alcune misurazioni in autonomia". 

Sono stati selezionati alcune tipologie di pazienti: "I bambini, già in carico presso la struttura, pazienti affetti da maculopatia, una parte di questi controlli quindi possono essere eseguiti in telemedicina" riferisce Nicoletti. 

"E' una giornata molto importante per noi, una collaborazione istituzionale tra la Ausl di Bologna e Trentino Salute 4.0, ci ha consentito di usare questo strumento applicativo - ha detto Bordon - Con questo progetto, grazie alla collaborazione attiva del paziente, è possibile evitare inutili spostamenti, avvicinandolo al mondo della sanità. E' una prima opportunità che vorremmo estendere ad altre prestazioni specialistiche". 

"Ci permette avere un rapporto con il paziente, anche con il bambino, che si trova in ambiente domestico, con la mamma e senza paura dell'ospedale - dichiara l'ortottista Elisa Gasparrini - è importante anche la medicina partecipativa, in rete troviamo una serie di informazioni che deviano, il compito del professionista è di indirizzare il paziente verso le giuste terapie ed esami". 

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