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Salute, in Emilia-Romagna crescono i casi di tumore

Si stima che siano circa 250.000 le persone over 65 che convivono con un tumore. Ogni anno sono oltre 30.000 i nuovi casi in regione, circa 87 al giorno

Di pari passo all'aumento della sopravvivenza dei pazienti, anche grazie ai nuovi farmaci innovativi immessi sul mercato negli ultimi anni, sono in crescita i casi di tumore in Emilia-Romagna: si stima che siano circa 250.000 le persone sopra i 65 anni che convivono con un tumore. Ogni anno sono oltre 30.000 i nuovi casi in regione, circa 87 al giorno.

La mortalitè invece è in calo, con un tasso di sopravvivenza medio intorno al 55% a cinque-sei anni. Ma si stimano comunque in media 35-40 decessi per tumore ogni giorno in Emilia-Romagna.

Tra le donne il cancro più diffuso è quello della mammella (30% dei casi), mentre tra gli uomini è quello della prostata (23%). Segue il tumore del polmone, con un'incidenza in lieve calo tra gli uomini ma in aumento tra le donne. Oltre a essere un vero dramma per chi si ammala, il cancro rappresenta anche un costo sociale.

I costi sociali

Per il sistema sanitario regionale, un paziente over 65 con tumore costa in media 30.000-40.000 euro all'anno, piu' del doppio rispetto a pazienti della stessa eta' con patologie croniche multiple non tumorali. La spesa sostenuta nel 2018 per farmaci innovatici oncologici e' arrivata a 74,5 milioni di euro. I dati sono emersi questo pomeriggio a Bologna, nel corso della tavola rotonda sulle prospettive future dell'oncologia organizzato da Pro Format, alla presenza di clinici, esperti, aziende farmaceutiche, istituzioni e rappresentanti dei pazienti. 

In Emilia-Romagna, spiega Valentina Solfini del servizio Assistenza territoriale della Regione, "abbiamo competenze e strutture in grado di affrontare in modo adeguato la gestione dei pazienti che devono essere sottoposti a queste terapie. Ma servono regole e criteri chiari a livello nazionale. A un certo punto, ad esempio, si porrà il problema del costo altissimo di farmaci super-tecnologici come le Car-T. Ma dovrà essere affrontato dalle autorità competenti, non certo a livello regionale". Anche per questo, sottolinea Giuseppe Turchetti, economista e docente della Scuola Sant'Anna di Pisa, "è importante valutare in modo attento le innovazioni in arrivo in oncologia, tenendo sempre conto della sostenibilità del sistema sanitario. Vanno valutate tutti i costi su cui le nuove terapie andranno a impattare, sia i costi diretti sul bilancio della sanità sia quelli indiretti. Inoltre, sarebbe opportuno valutare anche l'impatto sulla qualità della vita dei pazienti". Secondo Giuseppe Longo, coordinatore clinico del Gruppo regionale farmaci oncologici Emilia-Romagna, "l'oncologia è cambiata radicalmente negli ultimi 15 anni e oggi prevale la gestione multidisciplinare del paziente, che funziona sempre quanto si hanno poche o inefficaci armi terapeutiche. Ma con il tempo avremo sempre piu' terapie potenti e non ci sarà più bisogno della multidisciplinarietà nè di combinazioni terapeutiche". Infine per Federico Fucetola di AbbVie Italia, che ha contribuito all'iniziativa di oggi, per vincere la sfida dell'innovazione in ambito oncologico "è fondamentale la collaborazione di tutti gli attori: aziende, operatori sanitari, istituzioni e associazioni di pazienti". (dire) 

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