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Giovedì, 25 Aprile 2024
Scuola

Scuola, bilancio della ripresa: "E' uno dei luoghi più sicuri. Il problema contagi sorge quando si esce"

Intervista a Giuseppe Antonio Panzardi, direttore Ufficio V - Ambito Territoriale di Bologna: "La scuola senza alunni è una contraddizione in essere, abbiamo fatto di necessità virtù e accelerato alcuni percorsi"

Sono passate esattamente due settimane dalla riapertura delle scuole dopo l'emergenza Coronavirus. Era lunedì 14 settembre e i timori erano consistenti sia da parte dei genitori e degli studenti, che da quella degli insegnanti e del personale scolastico in generale: per tutti i 121 istituti scolastici del bolognese, come per quelli dell'intero paese, è stata una grande prima volta. 

Oggi, dopo quindici giorni di campanelle, di polemiche, dopo i primi casi di positività e le prime classi messe in quarantena il bilancio la realtà è che non è andata poi così male e salvo alcune problematiche già risolte o in via di risoluzione, la prova l'abbiamo passata. Lo dice Giuseppe Antonio Panzardi, direttore Ufficio V - Ambito Territoriale di Bologna, che fa una panoramica dettagliata sullo stato delle cose: "Le scuole di Bologna e provincia sono partite bene. Abbiamo avuto qualche problema (cito San Pietro in Casale e le scuole Majorana, per le quali stiamo attendendo in questi giorni la consegna delle otto aule in più), ma i più grossi sono stati risolti". 

Il problema vero sono le graduatorie e i docenti che mancano 

"Le criticità vere sono di due ordini e riguardano le GPS (graduatorie provinciali supplenti) e l'impossibilità di trovare docenti disponibili (erano 100 i candidati per due posti di insegnamento di matematica e fisica per le secondarie di secondo grado e siamo ancora scoperti). Le graduatorie normalmente avevano una versione provvisoria e una definitiva e quest'anno la prima non si è potuta fare: l'obiettivo è quello di trovare un posto di lavoro per tutti, ma c'è stato materialmente poco tempo per fare un controllo capillare delle posizioni dei docenti, che adesso spetta alle scuole. Scuole che se trovano delle anomalie devono fare un decreto di rettifica". 

Tornando alla questione Covid-19, Panzardi continua: "Premesso che il rischio zero non esiste sento di poter dire che siamo ripartiti bene (anche rispetto agli altri Paesi, possiamo tenere la testa alta) e riaccendere le luci delle scuole è stato emozionante: abbiamo capito che senza gli alunni la nostra è una società più triste. Naturalmente adesso la speranza è quella che l'andamento epidemiologico possa essere sempre meno pesante per poter tornare a una maggiore normalità. Dobbiamo ringraziare Ausl per il costante rapporto con il dipartimento di prevenzione, c'è una collaborazione totale e le procedure da seguire sono chiare e precise". 

"Una scuola senza alunni è una contraddizione, una società decisamente più triste" 

Come il Covid-19 ha cambiato la scuola? Cosa resterà dopo l'emergenza? 

"Il Coronavirus ha accelerato alcuni percorsi sui quali si stava già lavorando: basti pensare allo smartworking e alla didattica a distanza. Abbiamo fatto di necessità virtù, abbiamo sperimentato tanto e in tempi stretti con risultati a mio avviso molto importanti. C'è stato dunque un grande ripensamento su tutto". 

Ci sono delle preoccupazioni, qualcosa che temete possa accadere nei prossimi mesi? "Dire che stiamo tranquilli nonostante come detto i risultati in termini di prevenzione siano soddisfacenti non è possibile in questo momento storico, la paura resta quella di rivivere la condizione che ci ha portati al lockdown. Ma oggi siamo consapevoli che la paura, cosa umana, non porta da nessuna parte"

E i genitori? "Capiscano che la scuola è uno dei luoghi più sicuri"

"I genitori devono maturare consapevolezza sul fatto che a scuola ci si deve andare, che in questo momento è uno dei luoghi più sicuri, dove vengono applicate logiche di prevenzione e dove le procedure sono ben calibrate grazie anche al prezioso lavoro di Ausl, che a necessità interviene in modo scientifico caso per caso con grande tempestività e competenza. Il problema vero subentra quando questi bambini e questi ragazzi escono dalla scuola e non c'è vigilanza". 

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