Lista d'attesa infinita per un intervento. Ancora nessuna chiamata, chi ne risponderà?
A gennaio mia moglie è stata inserita in lista d'attesa per un intervento chirurgico proctologico di classe B, cioè da eseguire entro 60 giorni. A marzo, quindi in prossimità della chiamata, le attività non urgenti delle sale operatorie sono state bloccate a causa dell'impennata di ricoveri legati al Covid, ma già ad aprile era stata ufficialmente annunciata la loro ripresa a partire dal 4 maggio . Invece ora siamo a luglio ma tutto è ancora fermo: perchè? I medici del reparto più volte contattati capiscono il grave disagio e ne sono rammaricati, ma non possono farci niente in quanto la riapertura non dipende da loro; ho scritto sia all'AUSL sia all'assessore regionale Donini chiedendo spiegazioni su questo ritardo, che sta causando una seria prostrazione fisica e psicologica a mia moglie, ma nessuno si è degnato di rispondere. Forse chi non vive sulla propria pelle certe sofferenze non si rende conto della gravità della situazione, ma l'assunzione di responsabilità fa parte dei ruoli istituzionali che si ricoprono e dovrebbe essere una priorità assoluta: quali sono i motivi di un simile ritardo e chi risponde delle sue conseguenze? Quando sarà possibile risolvere finalmente il problema sanitario di mia moglie e dei tanti che certamente stanno subendo la stessa situazione?