Caos gestione rientri dall'estero: "Vi racconto la mia esperienza"
Vorrei raccontare la mia esperienza, e quella di tutte le persone che conosco tornate dall’estero in Italia durante il mese di dicembre. Sono personalmente tornata il giorno 8 dicembre da Edimburgo con due voli, uno per Amsterdam da Edimburgo e poi da Amsterdam a Bologna. Dopo il decreto del 4 dicembre migliaia di italiani sono entrati nel panico in quanto il Dpcm era stato riportato sbagliato sul minister degli esteri, poi ricorretto, dichiarando che chi proveniente dal Regno Unito doveva munirsi di tampone negativo fatto entro 48 ore dalla partenza già dal 4 dicembre. Poi ricorreggendo a 72 ore prima o da effettuarsi all’arrivo.
Personalmente sono impazzita per trovare un posto che potesse farmelo con cosi poco preavviso e oltretutto per cifre che vanno dalle 80 sterline alle 250 sterline.
Fatto il tampone e stampato tutti i documenti richiesti mi dirigo in aeroporto, nessuno mi controlla alcun documento, l’aereo pienissimo e senza alcun distanziamento, ad Amsterdam, ancora nessun controllo se non quello del passaporto elettronico e un foglio di autodichiarazione fornito da KLM per l’arrivo in Italia, consegnato al gate.
Arrivo in Italia con un aereo ancora pienissimo e senza distanziamento e ci mettono su uno shuttle tutti appiccicati. Scendo, nessun controllo, prendo la valigia e mi dirigo verso l’uscita. Vedo una poliziotta di frontiera e chiedo a chi dovessi fare vedere il mio tampone negativo e mi viene risposte che “beh quelle cose lei non poteva saperle”, io e altre due signore dietro di me allibite, usciamo e tutto ad un tratto sono fuori dall’aeroporto senza alcun controllo effettuato per le 12 ore che sono stata in viaggio.
Come da protocollo richiesto dal governo italiano segnalo il mio rientro all’azienda sanitaria di competenza con un form online dove pero’ non c’e’ modo di dichiarare che e’ stato fatto il tampone prima della partenza, o all’arrivo. Una volta compilato mi aspetto che mi DEBBANO contattare entro 48 ore per accertamenti, ma dopo 13 giorni ancora niente. Il giorno 21 dicembre l’Italia decide di chiudere le frontiere col UK a causa di un nuovo ceppo di Covid19.
Dopo 13 giorni che sono stata in Italia senza che nessuno se ne curasse, la AUSL invia una mail a tappeto che finisce nelle spam per fare un tampone a tutti quelli tornati entro i 14 giorni precedenti. Dopo aver vissuto questo in prima persona e avendo moltissime conoscenze che hanno avuto la mia stessa esperienza, che fu la stessa anche quando tornarono a marzo, mi rendo conto che l’Italia, e non solo, hanno portato questa situazione su se stessi, un sistema dove nessuno sa nulla, i decreti sono incomprensibili, le AUSL smettono di lavorare alle ore 13, e chi rientra da ovunque nel mondo non viene considerato.
Chi di dovere e’ eccellente a p[untare il dito dopo non aver svolto il proprio compito, tutto ciò e’ inaccettabile ed e’ un sistema penoso, se l’Italia si trova in una situazione allo sbando, purtroppo e’ solo colpa sua, e in primis dei responsabili al controllo della pandemia, un sistema penoso che perde acqua da ogni lato. In questo momento mi vergogno anche di raccontarlo, i telegiornali raccontano solo delle imprese eroiche dell’Italia, ma non raccontano come il paese potrebbe aver evitato cosi tanto dolore per colpa di chi non svolge il suo compito. Rachele