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Con il Recovery Plan forte spinta ai green jobs: posti in netto aumento nei prossimi cinque anni

Professioni e competenze sempre più green: con la spinta del Recovery Plan si stima che ad essere molto richiesti nei prossimi anni saranno proprio i green jobs, considerati dal governo "fondamentali per lo sviluppo industriale del Paese"

Grazie alla spinta data dal Next Generation Ue, il fondo approvato nel luglio 2020 dal Consiglio europeo al fine di sostenere gli Stati membri colpiti duramente dalla pandemia, si stima che l’occupazione in Italia, almeno nei prossimi cinque anni (2021-2025), potrebbe crescere di un milione di unità circa.

Con dati che hanno fonte dal Sole 24 Ore, si tratta nel dettaglio di 933.200 posti, nel caso si verificasse uno scenario economico 'avverso', legato all'aumento dei numeri dei positivi causati dal Covid-19 e dunque un peggioramento della situazione epidemiologica, o al contrario, nel caso di uno scenario 'più favorevole', di un aumento dell’occupazione che potrebbe sfiorare quota 1,3 milioni di unità. "Sommando a questa componente 'espansiva' (900mila o 1,3 milioni di unità) gli oltre 2,6 milioni di occupati che dovranno essere sostituiti nel quinquennio per il naturale turn-over, si può ipotizzare un fabbisogno complessivo di lavoratori tra 3,5 e 3,9 milioni di unità (circa il 70% quindi delle necessità sarà dovuto al turn-over). Importante il ruolo dei settori privati, che esprimeranno tra il 2021 e 2025, un bisogno di 1,7-2,1 milioni di dipendenti e di 1-1,1 milioni di autonomi. La componente pubblica si attesterà su oltre 740mila nuovi ingressi".

Queste stime sono state calcolate e sono contenute nelle «Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia nel 2021-2025», elaborate nell’ambito del sistema informativo Excelsior di Unioncamere-Anpal, e anticipate appunto dal Sole 24 Ore. I due ipotetici e antitetici scenari disegnati nello studio sono stati costruiti sulla base delle indicazioni contenute nell'ultima Nadef, applicando alle stime sul Pil l'ipotesi di peggioramento del quadro epidemiologico tra fine 2020 e inizio 2021, o, per lo scenario 'più favorevole', utilizzando i tassi del quadro programmatico Nadef che prevedono una crescita dell'economia italiana già da quest'anno.

Le stime

Dunque, per gli anni a venire si stima un incremento dello stock di occupati compreso tra 190mila e 260mila unità a seconda di uno o dell'altro scenario. "In tal modo, evidenziano Unioncamere ed Anpal, il nostro Paese potrebbe ritornare ai livelli occupazionali pre Covid del 2019 nel 2023 (scenario 'avverso') oppure nel 2022 (scenario 'più favorevole').

Spinta ai green jobs con il Recovery Plan

Rispetto alle previsioni 2020-2024 si assiste ad un'inversione di tendenza, legata soprattutto all'impatto dei diversi interventi di politica economica prevista dal governo Draghi, tra questo il Recovery Plan che porterà in dote al nostro Paese oltre 200 miliardi di euro.

Grande spinta è stata data all'ecosostenibilità e alla digitalizzazione, entrambi temi che nell'ultimo periodo, grazie anche agli investimenti Ue per le transizioni green e digitale, hanno potuto beneficiare di un notevole interesse da parte della politica. "Nel quinquennio, imprese e PA richiederanno il possesso di attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale a 2,2-2,4 milioni di occupati, e per il 60% di questi tale competenza sarà necessaria con importanza elevata (1,3-1,4 milioni)". Questi dati potrebbero fare emergere la necessità di professioni in alcuni settori specifici quali ad esempio specialisti in domotica, progettisti in edilizia sostenibile, tecnici e operai specializzati nell’efficientamento energetico nelle costruzioni, progettisti meccanici per la mobilità elettrica e tanto altro ancora.

Ma saranno richieste anche competenze green per altre professioni trasversali come lo specialista in contabilità verde, l’addetto commerciale per la promozione di nuovi materiali sostenibili, il giurista ambientale o il responsabile degli acquisti green.

Incentivare le politiche ambientali per lo sviluppo industriale

L'importanza del tema ambientale era emerso durante l’ultimo round delle consultazioni per la formazione del nuovo governo. Secondo quanto riferito a Huffpost da uno dei partecipanti, Mario Draghi ha infatti spiegato che anche "le politiche ambientali sono fondamentali per lo sviluppo industriale del Paese", come da egli stesso affermato, infatti: "serve una transizione verde anche per creare nuovi posti di lavoro". Una spinta ai green jobs e l’ambiente come fulcro di politiche che devono agire "in maniera trasversale, come ci chiede l’Europa".

"Lo sbocco dell’obiettivo politico - la creazione di nuovi posti di lavoro - allude anche alla necessità di imprimere un'accelerazione alla riconversione dell’industria italiana. La maggior parte dei tavoli di crisi che sono attivi al Mise riguardano aziende della siderurgia, della metallurgia, della raffinazione, della chimica. Tutti settori che devono entrare ancora appieno nel ciclo della riconversione green". L'obiettivo è dunque proprio questo.

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