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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Lavoro, l'Italia riparte con le aperture. Le nuove sfide di un mercato ancora incerto

Dopo i numerosi lockdown il mercato del lavoro italiano è pronto a ripartire, ma le difficoltà non mancano

Dopo mesi di chiusure a causa della pandemia, l'Italia riparte, tra nuove aperture, ripresa delle attività economiche e le inevitabili sfide di un mercato del lavoro in profondo mutamento.

Con il Decreto Legge del 22 aprile le nuove misure per la ripresa delle attività economiche e sociali sono infatti entrate in vigore, e saranno vigenti fino al 31 luglio. Fino a questa data, il nuovo DPCM proroga lo stato di emergenza e ripristina le zone gialle nelle regioni dove si registra un calo dei contagi, istituendo inoltre le certificazioni verdi COVID-19 a garanzia degli spostamenti.

La ripresa graduale delle attività

Sono numerose le attività che, in zona gialla, hanno ripreso dal 26 aprile, prima tra tutte quella didattica, seguita dagli spettacoli, con l'apertura di cinema, teatri e sale da concerto a ingresso limitato e con posti a sedere preassegnati. Bisognerà invece attendere il 15 maggio per l'apertura delle piscine e il 1° giugno per l'apertura delle palestre.

Per la riapertura delle fiere bisognerà invece attendere il 15 giugno, mentre dal 1° luglio sarà di nuovo possibile organizzare convegni e congressi, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza anti-covid.

Il Decreto Sostegni

Se le attività produttive e commerciali riprendono gradualmente in zona gialla, la pandemia e i numerosi lockdown si lasciano dietro numerose chiusure e situazioni sociali arrivate ormai a livelli emergenziali: è per far fronte ad una situazione tanto delicata quanto imminente che sono state attivate misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici. A partire dal 30 marzo e fino al 28 maggio sarà possibile presentare la domanda per il Decreto Sostegni, accedendo al portale dell’Agenzia delle Entrate, per richiedere il contributo a fondo perduto.

Le sfide del mercato del lavoro

A seguito dei numerosi lockdown nel 2020, da un'analisi dei dati raccolti da Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) ed esposti nel Rapporto annuale sul mercato del lavoro 2020 ben si comprende come l'anno sia stato caratterizzato da una incisiva riduzione delle ore di lavoro e da un tasso di occupazione che, se non fosse stato introdotto il divieto di licenziamento, con l'introduzione degli ammortizzatori sociali speciali, avrebbe toccato minimi storici. (Fonte: Ipsoa).

Un esempio su tutti? I ristoranti. Se attualmente, in zona gialla, sono consentite le attività dei servizi di ristorazione, svolte da qualsiasi esercizio, con consumo al tavolo esclusivamente all’aperto, la ristorazione rimane uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia, a causa dei numerosi mesi di chiusura.

Come si legge nel Rapporto, infatti, nel secondo trimestre 2020 si è assistito a un vero e proprio crollo dell’attività economica, seguito da una leggera ripresa nel terzo trimestre e una nuova riduzione nel quarto in seguito al nuovo aggravarsi della diffusione dei contagi. Se le stime mensili degli occupati indicano una stagnazione nei primi due mesi del 2020, da luglio si sono registrati timidi segni di ripresa fino a novembre, dovuti probabilmente alla forma più leggera delle misure di lockdown e agli interventi a sostegno delle attività economiche.

Il Decreto Cura Italia

Anche se, sino ad oggi, gli effetti della crisi si sono tradotti in meno ore lavorate più che su un calo dell’occupazione, soprattutto grazie al divieto di licenziamento introdotto dal Decreto Cura Italia, resta però considerevole il numero di persone rimaste senza lavoro, a seguito delle cessazioni dei contratti a termine non rinnovati e del venir meno di nuove assunzioni, soprattutto nei servizi.

Un futuro (ancora) incerto

Che cosa, nello specifico, succederà al mercato italiano è ancora presto per dirlo: se da una parte lo smartworking rimane per molte aziende la soluzione preferita, le possibilità di impiego per le donne, i giovani e le persone straniere nei settori maggiormente colpiti dalla crisi (come la ristorazione e l'hotellerie) rischiano di rimanere a lungo compromesse.

Sarà solo la graduale ripresa delle attività economiche - prima tra tutte quella turistica, agevolata anche dall'arrivo dell'estate - insieme al costante aumento degli italiani vaccinati, a delineare in maniera più netta un futuro a tratti promettente, ma ancora inevitabilmente incerto.

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