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Giovedì, 28 Marzo 2024
Calcio

Thiago Motta si presenta: "Sarà un Bologna all'attacco. Sinisa è storia, ma ora tocca a me"

Statistiche, gioco collettivo, dominare l’avversario, capacità cognitiva, costruzione: questi alcuni dei concetti più interessanti della prima conferenza di Motta da nuovo allenatore rossoblù

Maglietta bianca e sguardo concentrato: questa è la prima immagine di Thiago Motta come nuovo allenatore del Bologna, presentato ufficialmente oggi in conferenza stampa. L’ex Spezia e Genoa si è detto “orgoglioso" per questa nuova sfida. Il tecnico in conferenza è stato accompagnato da l’amministratore delegato Claudio Fenucci e dal direttore dell’area tecnica Giovanni Sartori.

Thiago Motta, le parole di Fenucci

"Presentiamo il nostro allenatore con grande piacere - ha commentato l'amministratore delegato Claudio Fenucci -. Quello che è successo fino alla decisione di affidare a lui la panchina credo sia ormai il passato. Sono contento di avere un allenatore come lui e lo sono anche Sartori, Di Vaio e il presidente. È un allenatore giovane, non vi descrivo il passato da calciatore perché lo conoscono tutti. Ha fortissime motivazioni, ha tipologie di allenamento che avevamo già visto nella scorsa stagione e viene con grandi motivazioni. Essere l’allenatore del Bologna deve essere motivo di orgoglio per quello che questa squadra rappresenta nel calcio italiano".

Le prime parole di Thiago Motta

Cosa ti ha trasmesso il Bologna nella gara contro la Fiorentina e cosa hai detto alla squadra
È una squadra che al di là della vittoria ha fatto una buona partita contro una squadra ottima come la Fiorentina. La reazione dopo il gol è stata molto significativa: ho detto ai ragazzi complimenti e continuate così.

Che tappa è questa
Mi ha spinto la sua storia e la sua squadra. Non conoscevo le strutture ma sono contentissime, abbiamo tutto per fare un buon lavoro.  È qualcosa di straordinario. 

Vista la situazione particolare di questa stagione, quanto tempo crede ci vorrà per vedere la sua impronta?
Il tempo che ci vorrà per vedere il mio Bologna è relativo. Ci sono buoni giocatori, adesso abbiamo l’opportunità di conoscersi tra giocatori e staff e ci sarà tempo per capire come metterli in campo per avere il meglio da loro. Ma ci vorrà tempo. Dobbiamo lavorare al massimo per arrivare il prima possibile al livello che ci richiede la Serie A.

Lo scorso anno ha lavorato un anno intero per lavorare con lo Spezia. Cosa le ha dato?
Sono migliorato tantissimo, non solo a livello personale ma anche nel lavoro con il gruppo e nel rapporto con i giocatori. Mi sento preparato per la responsabilità che ho preso nell’accettare il Bologna. 

L’anno scorso ha affrontato il Bologna: come lo trova rispetto a questo anno
Ho avuto due soli giorni per osservare i giocatori. È una squadra forte, come lo era lo scorso anno. È importante che i ragazzi siano convinti del modo di giocare e dell’identità che adotteremo.

Modulo? E ha sentito Arnautovic
Di modulo ne ho in mente uno. Con Arnautovic abbiamo giocato insieme: è un giocatore importante e un bravissimo ragazzo. Mi aspetto tantissimo da lui e dagli altri, abbiamo un grande potenziale che non solo in partita ma tutti i giorni in allenamento. Sono contento della squadra che abbiamo.

Obiettivo stagionale?
L’obiettivo è che domani saremo meglio di oggi. I conti li faremo alla fine.

Sugli esterni e sulla difesa a quattro che idea si è fatto?
Sul modulo e sui singoli dico che dipenderà anche da loro. È un momento di osservazione, ma lo vedrete con il passare delle giornate. Ora sono concentrato su ciò che faremo, ma credo che già in poco tempo potremo avere una squadra con un’identità chiara per raggiungere le vittorie.

Ai tifosi cosa dice?
Ai tifosi dico che daremo il massimo: questo non è negoziabile. Daremo il massimo non solo in partita ma ogni giorno, migliorarsi e arrivare ad un livello per poter vincere tutte le partite.

Che identità ha in mente per la squadra?
L’identità non è solo il modulo di gioco. A me piacciono le squadre che giocano sì in attacco ma con equilibrio. L’identità però è globale. Mi piace una squadra che domina l’avversario e che appena perde palla lotta subito per recuperare palla. Lo scorso anno ci siamo anche adattati giocando dietro e poi ripartire. Ma l’importante è che siamo tutti convinti e sono convinto che creeremo una forte identità.

Sulla sua formazione da allenatore in Italia e sulla storia di Sinisa: alcuni suoi colleghi hanno rifiutato l’incarico. Le invece non ha avuto imbarazzo. 
Ho avuto Ancelotti come allenatore che è stato straordinario da tutti i punti di vista. Ho avuto Gasperini e Mourinho, anche altri grandissimi allenatori, ma non possono sceglierne uno. Sulla decisione di venire a Bologna dico che è ognuno è libero di decidere come crede, io sono felice e orgoglioso di essere qui oggi e da oggi inizia il mio lavoro.

Domenica allo stadio nessun cenno a Mihajlovic. Come l'ha vissuta?
Sinisa fa parte della storia del Bologna e io ho il massimo rispetto per lui come uomo e come allenatore.

Dal punto di vista atletico come hai trovato la squadra? E cosa ti ha chiesto il club?
La squadra sta benissimo. Questa è una squadra che deve vincere e deve costruire qualcosa. Deve fare un calcio propositivo. La società mi ha chiesto impegno e concentrazione e questo è il mio lavoro. Prendo questa opportunità con piacere e orgoglio.

Quando vedremo il suo Bologna?
Non so se vedremo qualcosa già da domenica o da dopo la sosta: ora non so rispondere. Da ieri abbiamo cominciato a fare qualcosa di diverso. Non vengo ad inventarmi nulla, il calcio non si inventa, ma voglio che i miei giocatori siano convinti che la maniera in cui giochiamo sia la migliore per vincere.

Su Soriano e su Vignato?
Roberto lo vedo come centrocampista. Con la sua qualità può fare tutto: avanti, indietro, la sua disponibilità è stata fantastica. Di partita in partita vedremo cosa sarà meglio per la squadra. Vignato ad oggi lo vedo come esterno ma anche nella parte centrale del campo: gioca tra le linee, sa girarsi e fa comunicare i giocatori. Vedremo come lui si sentirà e come potrà dare il meglio.

E Medel?
Può fare sia il centrale nella difesa a tre e sia centrocampista o centrale a quattro come gioca con il Cile. Può giocare ovunque con la sua qualità. Vedrò di partita in partita, sempre pensando a come si sente lui in ogni posizione per dare il meglio. 

Duttilità, attacco e regole: sono parole chiave nel tuo modo di giocare?
Per me una squadra deve avere un’organizzazione all’interno della quale dobbiamo lasciare libertà ai giocatori di esprimere il proprio gioco. Bisogna sempre pensare al bene del collettivo: se il giocatore ha la capacità fisica tecnica e cognitiva di giocare in altri ruoli facilita la vita a me e alla squadra e mette in difficoltà gli avversari così da poterli sorprendere.

Ha già deciso sulla linea a tre o a quattro in difesa?
Ho un’idea, ma lo vedrete sabato. Per ora posso dire solo questo.

Hai sentito Saputo? E Orsolini può essere importante?
Sì, l’ho sentito, e ho avuto un’ottima impressione. Mi ha dato molto fiducia e mi sento a mio agio nella mia posizione. È importante per iniziare bene. Lo ringrazio per la scelta e per le belle parole, ora sta a me. Riccardo è un giocatore interessante: lo vedo felice e con il sorriso in allenamento. È un giocatore che secondo me deve dare tantissimo nell’attacco della squadra. Le sue statistiche sono buone ma possono migliorare. Ha il potenziale per diventare sempre migliore e sono convinto che avrà delle belle soddisfazioni come giocatore e come persona e io voglio aiutarlo.

Spezia e Genoa che esperienze sono state?
Ogni esperienza ti fa imparare e ti fa migliorare. Tutte le esperienze che ho fatto fino ad oggi mi hanno permesso di arrivare qui.

Su Barrow?
Lo aspetto anche io come i tifosi, è un giocatore di grandissimo livello. Dico lo stesso che ho detto di Orsolini: ha il potenziale per fare bene e io voglio aiutarlo per fare il massimo.

A proposito di organizzazione: Ancelotti ne ha fatto una sua prerogativa.
La fase difensiva deve avere una organizzazione. Bisogna avere la predisposizione a fare un sacrificio. Nello specifico, le squadre di Ancelotti hanno una grande organizzazione offensiva. 

Cosa intende quando dice che il Bologna è una grande squadra?
Il Bologna è una squadra storica che ha una rosa importante in questo momento. Sono orgoglioso di poter partecipare. Voglio fare il massimo, come ho sempre fatto, e voglio portare qualcosa di diverso e qualcosa in più affinché il Bologna possa continuare a crescere. 

Si è sentito con Sinisa?
No.

Il tuo centravanti ideale cosa dovrebbe fare?
Come centrale abbiamo Arnautovic e Zirkzee. Joshua ha dimostrato tanta voglia di far vedere il suo valore e ha dimostrato un talento che va aiutato e direzionato per fare ciò che un attaccante deve fare, e cioè gol. Naturalmente l’attaccante fa parte di un gruppo: deve aiutare la squadra, creare situazioni di gioco e concludere le azioni. Se non abbiamo la palla è il primo difensore. Se loro fanno la prima pressione poi dietro saranno più tranquilli. Stessa cosa per i difensori: quando abbiamo palla devono essere i primi attaccanti. Io penso tanto al gioco collettivo ed è questo che voglio vedere.

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