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Inter-Bologna, la conferenza di Motta: "A Milano bei ricordi, ma vogliamo continuità"

Il tecnico rossoblù ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida di San Siro: "Vignato ha qualità per fare il titolare, ma è lui che deve dimostrarlo. Orsolini? Da parte sua impegno e sorrisi"

Solo due giorni fa il Bologna batteva il Torino in casa ma oggi è già vigilia di Inter-Bologna, 14^ giornata di Serie A. L'allenatore Thiago Motta è intervenuto in conferenza stampa proprio in vista della partita di San Siro. Ecco le sue parole:

L’appetito vien mangiando.
Continuiamo a mangiare (sorride, ndr).

Che clima c’è nello spogliatoio?
è vero che abbiamo poco tempo. Dobbiamo usare tutte le risorse disponibili. Abbiamo una tecnologia molto avanzata per guardare la squadra avversaria e la nostra e possiamo capire come attaccare e difendere contro una squadra candidata per vincere il campionato. Faremo la nostra partita. È presto per dire che è tagliata fuori. Ha una squadra preparata per competere fino a. Fine stagione, sia in Europa che in Italia.

Qual è il segreto del lavoro fatto in queste settimane?
I giocatori. Alla fine, sono loro che fanno la differenza. In questo modo, come siamo oggi, è molto più facile lavorare e far passare i messaggi e trasmettere loro cosa vogliamo vedere. E anche affrontare le partite: le affrontiamo con tanti giocatori, quelli che iniziano, quelli che subentrano che fanno ancora meglio. I cinque cambi sono una cosa straordinaria. 

Per te è un ritorno a Milano.
Ho dei bei ricordi, sicuramente. Un’esperienza vissuta che porterò per sempre nel cuore. Andremo a Milano per fare la nostra partita. Dobbiamo essere molto concentrati e determinati per fare una buona gara e competere contro una grande squadra.

Orsolini due gol da subentrato. Che valutazione fai in vista di domani?
È un giocatore che sta bene in questo momento. Unisce impegno e sorriso, con il giusto entusiasmo. Così è facile dare il massimo ogni giorno. Dobbiamo continuare così, lui e anche gli altri. Quando lui entra fa molto bene e sono convinto che quando partirà titolare darà il massimo, dando il suo contributo. Senza impegno il sorriso non basta: dobbiamo volere tutt’e due.

Anche per Arnautovic sarà un ritorno. Ne avete parlato?
Non abbiamo ancora parlato di questo. Lui affronterà la partita da professionista, come tutti gli altri. È una partita importante dopo quattro vittorie. Ci troveremo di fronte una squadra forte che viene da una sconfitta. Sappiamo la difficoltà di giocare a San Siro, dovremo essere concentrati per fare una grande partita.

Storicamente il Bologna ha dato fastidio all’Inter, ma tutti ricordano quanto successo lo scorso anno al Dall’Ara. Sarà una motivazione in più?
Forse sì, forse no. Noi pensiamo al presente. Vedo bene la nostra squadra. Dobbiamo continuare a crescere e domani è una grande prova. Dobbiamo continuare ad essere concentrati.

L’Inter ha più pressione di voi?
Una squadra come l’Inter ha sempre pressione. Quando hai l’aspettativa di vincere il campionato devi sempe convivere con la pressione.

L’Inter cambia la propria stagione con il Barcellona: esiste un punto di svolta nella stagione del Bologna?
Non c’è un momento specifico. C’è una serie di cose che cambiano le dinamiche di una squadra. L’Inter ha giocato in modo fantastico contro il Barcellona, ha avuto l’umiltà di giocare in quel modo anche in casa. L’Inter sa cosa vuole, aveva l’ambizione di andare negli ottavi e ci son riusciti. Per noi è la stessa cosa: abbiamo la consapevolezza di essere una squadra importante, abbiamo un dato molto interessante che sono le 900 vittorie in Serie A. E non è poco. L’esigenza è enorme: ognuno di noi deve cercare di migliorare per fare il meglio del club. Dobbiamo avere il giusto entusiasmo ma non c’è solamente un episodio: ci sono una serie di cose. Dobbiamo dare continuità e vivere il presente.

Da quell’occasione Calhanoglu gioca davanti alla difesa, ora invece potrebbe tornare Brozovic.
Sono giocatori diversi ma entrambi con grande qualità, fisico e mentalità. Brozovic è in una Nazionale importantissima dove gioca partite di spessore. Cambia, ma non tantissimo: Brozovic interpreta meglio il ruolo, ma Calhanoglu ha ugualmente dimostrato di poter giocare bene in quel ruolo. Entrambi sono giocatori di livello altissimo.

Lei cambia spesso di collettivo: ci racconta un po’ che grippo è?
Il segreto del gruppo è avere qualcosa in comune da ricercare insieme. Siamo tutti egoisti, tutti vogliamo pensare al nostro prima di tutto. In un gruppo, invece, più aiuti il vicino e più lui aiuterà te. Questo modo di vivere e lavorare è la cosa più difficile ma rende più forte il compagno e più migliora il giocatore. Questo sta succedendo e questo vogliamo per essere competitivi. E non solo i giocatori: tutte le persone che lavorano qui dentro.

L’asticella adesso si alza: nella partita con il Toro cos’è che non le stava piacendo? Per la prima volta ha fatto quattro cambi in meno di un’ora.
Nulla in particolare. Semplicemente dovevamo cercare qualcosa di diverso con i cambi e avevamo le disponibilità in panchina per farlo. È merito dei ragazzi, sia quelli che hanno iniziato la partita e sia quelli che sono entrati nel secondo tempo. Il Torino era stanco perché mette tanta energia in quello che fa. Noi con i cambi abbiamo alzato il livello e li abbiamo messi in difficoltà.

Un pensiero su Vignato, un ragazzo che ha avuto poco spazio negli ultimi anni. Può seguire la parabola di alcuni giocatori come Ferguson e Posch?
Sicuramente sì. Il primo passo lo fa sempre il giocatore. Noi siamo qui per aiutarli, ma il primo passo tocca a loro. Detto questo, Vignato come tutti gli altri hanno la possibilità di venire qui e dimostrare tutti i giorni di poter giocare. Lo sta facendo molto bene, spero che continui. L’importante è farlo sempre e non solamente in un periodo. Lui ha una qualità enorme e può aiutarci tantissimo.

In che ruolo?
Piò fare l’esterno nel 4-2-3-1 o anche sotto la punta. A tre a centrocampo può giocare in mediana, se riesce a fare la fase difensiva. Il potenziale ce l’ha, tocca a lui dimostrarlo. Noi lo aiutiamo al massimo: se lo meriterà giocherà, altrimenti dovrà aspettare.

Bologna è stata troppo dura con te? Ricordiamo ad esempio i fischi contro la Sampdoria.
No. Rispetto l’opinione di tutti voi e del pubblico, è stato tutto giusto. I tifosi hanno sempre ragione perché sentono e trasmettono le emozioni della partita. Questo è il mio ruolo, ogni giorno sono qui per dare il massimo e trovare le migliori soluzioni. I giocatori con questo mi aiutano: hanno disponibilità e si mettono a disposizione anche cambiando ruolo. Cerchiamo di trovare sempre le migliori soluzioni e facciamo tutto questo per fare il massimo.

Cosa manca a Barrow per il salto di qualità?
Lui è un giocatore importante, ha caratteristiche diverse: può fare tutta la fascia e può andare in profondità. Può migliorare lì. Lui è molto veloce e può mettere in difficoltà i difensori. Poi calcia bene ed è bravo nell’ultimo passaggio. Contro l’Empoli ha dato una palla ad Orsolini simile a quello di Vignato di domenica scorsa. E poi fa gol: è un ragazzo che sta migliorando e che può fare meglio perché ne ha le capacità. Può aiutare di più e sono convinto che riuscirà a farlo.

Tante partite in pochi giorni. Prevede un po’ di turnover?
È molto difficile tenere il conto, ma pensiamo al presente. Io penso all’Inter e penso ai migliori per affrontarli. Poi vedremo.

Sei qui con la famiglia. Sei riuscito a vedere Bologna?
Per essere onesto l’ho vista poco. È venuta la mia famiglia per una settimana e anche loro hanno visto poco. Passo più tempo qui al centro tecnico che a casa. Ma è una cosa normale, mia moglie e le bambine sono abituate e mi aiutano. Come dicevo siamo tutti egoisti e io per primo. Ma è la nostra vita. Mi piace stare con la mia famiglia ma in questo momento ho questa priorità. Sta a loro accettare che papà non stia tanto in casa.

Anche in casa c’è la forza del collettivo.
Certamente (ride, ndr). Uno per tutti e tutti per uno.

Se guarda più avanti pensa già al mercato?
No. Rispondo onestamente, penso solo alla partita di domani. AL resto penseremo più avanti.

L’Inter ha circa otto convocati per il prossimo mondiale: questi nazionali secondo lei si preoccuperanno per la propria incolumità?
Non ne ho idea. I miei vanno in campo per competere, al di là del Mondiale. Un giocatore in campo deve dare il massimo sempre. 

In vista della preparazione con la sosta dei Mondiali: ha già pensato a qualcosa?
Ho un’idea. Faremo ciò a cui siamo abituati, ma non ci penso adesso. Domani c’è l’Inter, poi avremo tempo per preparare la seconda fase della stagione.

Le scoccia la pausa?
Lo sapevamo già prima. Il presente è bellissimo, domani c’è una partita bella e difficile. Ma lo sapevamo, questo è il calendario e lo affrontiamo così com’è.

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