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Mihajlovic: la guerra, la malattia e la Coppa Campioni del 1991

L'allenatore del Bologna ne ha parlato nel suo intervento al Festival dello Sport di Trento

Tanti i temi trattati da Sinisa Mihajlovic nel suo lungo intervento al Festival dello Sport di Trento. L'allenatore del Bologna ha parlato della malattia, resa pubblica nel luglio del 2019, della guerra in Jugoslavia e della Coppa Campioni del 1991, vinta con la Stella Rossa di Belgrado. 

Le parole di Mihajlovic

Sulla sua malattia.
"Tu non sei forte se non piangi, non c'entra niente. È una cosa che viene da dentro ed è giusto presentarsi agli altri per ciò che si è. Piangendo ho dato un'immagine di forza, di una persona che ha voglia di vivere e di lottare. Mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo, ma non ho mai perso la voglia di vivere. Ho pianto, ho urlato, poi ho fatto a pugni con la Leucemia. Alle persone dico di tenersi in forma e volersi bene, perché ti aiuta nei momenti di difficoltà. È grazie al mio fisico se ho sopportato le cure. L'altra cosa fondamentale - scrive la Gazzetta dello Sport - è non mollare mai e per fortuna ho potuto allenare".

Sulla guerra in Jugoslavia.
"Io avevo 22 anni e giocavo alla Stella Rossa. Con la guerra non esistevano più i legami familiari: un mio cugino voleva buttare una bomba in casa, mentre mio padre stava guardando in tv la Stella Rossa di Belgrado. Si fermò solo perché in casa c'era anche suo fratello insieme a mio papà". Come riportato da Ansa, inoltre, il tecnico ha ricordato di come il suo migliore amico dell'epoca, per dimostrare l'attaccamento alla causa croata, distrusse la casa dei genitori di Mihajlovic. 

Sulla Coppa dei Campioni del 1991.
"Il premio per la vittoria della Coppa Campioni nel 1991 con la Stella Rossa non superava i 5.000 euro di oggi. Le mie scelte sportive non sono mai state dettate da ragioni economiche".

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