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Il bolognese Lorenzo Fortunato al Giro d'Italia: "Corro per vincere"

Intervista al giovane ciclista originario di San Lazzaro di Savena che lo scorso anno aveva stupito il mondo sul Monte Zoncolan: "Voglio vincere una tappa anche in questa edizione"

Lorenzo Fortunato mi risponde al telefono con una voce calma e gentile. È in macchina, sta tornando dalla tappa che si è appena conclusa a Genova: mi chiede di chiamarlo in questo momento perché poi “tra massaggi e il resto” non avrebbe avuto tempo. Ha appena corso per 204 chilometri, da Parma a Genova e, se anche la stanchezza c’è, davvero non si percepisce.

Lorenzo è un giovane ciclista classe 1996 originario di San Lazzaro di Savena e quest’anno partecipa al suo secondo Giro d’Italia, dopo che lo scorso anno aveva stupito tutti aggiudicandosi la difficile tappa Cittadella-Monte Zoncolan. Quest’anno l’effetto sorpresa è svanito: ormai, anche gli osservatori meno attenti sanno chi è Lorenzo Fortunato. E sembra saperlo anche lui.

Giro d’Italia, Fortunato: “Corro per vincere”

Noi ci eravamo sentiti un anno fa, più o meno in questo periodo. Cosa è cambiato da quel momento ad oggi?
Rispetto allo scorso anno è cambiato tutto. Lo scorso anno correvo ma quasi non sapevo chi fossi, ora invece corro per vincere.

Il tuo Giro fino ad adesso com’è stato?
All’inizio non è andata bene, ho avuto tanta sfortuna. Prima la caduta in Ungheria, non bene la crono, poi sull’Etna ho perso un paio di minuti. Adesso sta andando meglio.

Però la salita è il tuo forte.
Abbiamo già avuto due tappe con l’arrivo in salita, l’Etna e il Blockhaus. Ora ne mancano sei: il mio obiettivo è quello di vincere una tappa, non è facile ma vediamo cosa succede.

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Qual è la situazione del ciclismo italiano attualmente?
A guardare il Giro direi non male. Oggi ha vinto Oldani davanti a Rota, ieri ha vinto Dainese. Poi io parlo per il mio team, l’Eolo-Kometa, e posso dire che il livello è sicuramente da World Tour.

Lorenzo Fortunato, il passaggio a Bologna e le strade per il futuro

Com’è stato il passaggio a Bologna?
Devo dire che lo scorso anno me lo sono goduto di più. Lì ero riuscito a salutare gli amici che erano venuti a salutarmi, ieri invece (mercoledì 18 maggio, ndr) è stata una gara molto nervosa: andavamo tutti molto veloci e non sono riuscito a godermela fino in fondo. So che al passaggio a San Lazzaro c’erano tante persone per me, ma non sono riuscito a vederle. Di sicuro ci ha condizionati il forte vento: sapevamo che una volta girato su via Sabotino avremo avuto il vento laterale che non ci avrebbe aiutato. 

Aspettative per questo Giro?
Mi aspetto di arrivare alla terza settimana insieme ai migliori e vorrei vincere una tappa, questo sì. Per il futuro invece devo migliorare. Dove? Un po’ in tutto, ma so di poterlo fare.

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