Sexy, eleganti e ironiche: per il quinto anno consecutivo la squadra di football americano femminile delle Neptunes Bologna mette in mostra il suo lato più scanzonato nel calendario 2016. Quattordici scatti – i tradizionali dodici mesi più il fronte e il retro di copertina, presentati ufficialmente oggi all' “Altro Spazio” di via Nazario Sauro a Bologna – in cui le vicecampionesse d'Italia si sono trovate alle prese non solo con caschi e paraspalle ma con situazioni particolari che hanno esaltato l'aspetto più scherzoso del loro essere atlete.

«Come di consueto – dice Simona Venturi, dirigente responsabile delle Neptunes - abbiamo voluto mostrare quello che normalmente non mostriamo quando scendiamo in campo: allegria, gioia e quel non prendersi troppo sul serio che sono la perfetta rappresentazione dello spirito Neptunes. Il football è uno sport che richiede duro impegno e tanto sacrificio, e lo dimostrano le due finali nazionali che le nostre ragazze hanno raggiunto l'anno scorso e quest'anno, ma deve sempre essere giocato con l'obiettivo di divertirsi e uscire dal campo col sorriso».

Giocatrici di football in lingerie e caschetto

Gli scatti sono stati realizzati dai fotografi della cooperativa bolognese ''Camera7'' ( Massimo Paolone, Rossella Santosuosso, Stefano De Grandis, Federico Borella, Alessandro Ruggeri, Rodolfo Giuliani e Davide Lolli), specializzata nel campo del reportage aziendale di eventi e di fotografia commerciale. «Ogni anno Camera7 realizza un progetto fotografico rivolto a un soggetto che rappresenti i valori della nostra cooperativa – spiega il fotografo Rodolfo Giuliani – e quest’anno abbiamo deciso di dedicarlo allo sport al quale ci ispiriamo per quanto riguarda il lavoro di squadra, la determinazione verso un obiettivo comune, il sacrificio ma anche il divertimento. Ci sembrava una bella storia da raccontare: una squadra femminile di football americano, considerato nell’immaginario comune sport esclusivamente maschile e macho. Ci siamo divertiti a immaginare cosa si potrebbe nascondere sotto quelle armature all'apparenza così dure, spogliando metaforicamente le ragazze ma sempre nel segno dell’umorismo».