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Virtus Bologna, Scariolo si presenta: "Qui per un progetto a lungo termine" | FOTO

Il nuovo Head Coach delle V Nere è stato presentato stamattina in conferenza stampa: "Ci saranno cambiamenti. Il nostro obiettivo è l'Europa"

Giornata di presentazione in casa Virtus Bologna. Il presidente Massimo Zanetti e il direttore generale Paolo Ronci hanno aperto la conferenza per presentare alla stampa il nuovo Head Coach Sergio Scariolo. Originario di Brescia, l'allenatore ha lavorato in Europa - è attualmente il coach della Nazionale spagnola, con cui ha vinto anche un Mondiale - e gli Stati Uniti, dove per tre anni è stato assistente dei Toronto Raptors.

Virtus Bologna, il benvenuto di Zanetti a Scariolo

“Grazie di essere qui in questa ennesima giornata di festa. Non solo per me, ma anche per la città di Bologna e per la Virtus. Siamo qui a presentare un Campione del mondo - ha dichiarato il patron Zanetti - che ha accettato di venire ad allenare la nostra società e ad aiutarci a far diventare la Virtus più bella e più vincente. Sergio nin sarà solo un allenatore, ma ci aiuterà a rendere più professionale la Virtus vista la sua esperienza in NBA. Anche noi vogliamo diventare professionali e organizzati, come in America, e vogliamo una società forte con nuovi risultati, anche in Europa, e diventare la prima società in Italia. Se non lo è già. Il nostro impegno continua, ancora più forte, con il nostro mister. Più di così non si poteva trovare, abbiamo scelto il meglio. Sono sicuro che ci darà tante soddisfazioni”.

Virtus Bologna, parla Zanetti: "Belinelli un sogno, Bologna città unica"

La parola è poi passata al direttore generale Paolo Ronci: “Ringrazio il presidente per l’introduzione, voglio sottolineare le parole che ha appena detto: abbiamo un grande desiderio di andare avanti e di portare il club all’eccellenza in Europa. Questo è stato un aspetto fondamentale nel momento in cui questi signori qui presenti si sono confrontati per arrivare a questa scelta. C’0è il desiderio di crescere per arrivare in Eurolega ed essere una squadra importante anche in. Europa. Ringrazio il dottor Zanetti per la passione che ci trasmette e un ringraziamento al dottor Baraldi che ci segue da casa, rappresentando per noi un motore enorme anche in questi momenti. Infine, un grazie a coach Scariolo per condividere con noi questi desideri con l’entusiasmo che ha manifestato".

Virtus Bologna, la conferenza stampa di presentazione di Scariolo

Scariolo, le prime parole da coach della Virtus Bologna

“Ringrazio Zanetti e la Virtus per la fiducia. Spero stavolta di entrare in pianta stabile nella Virtus - ha dichiarato Scariolo - torno a vivere in una città che adoro e dove ho tanti amici. Spero di poter avere soddisfazione per entrare di nuovo nella pallacanestro italiana, anche se ho qualche remora. Sono felice di essere qui alla Virtus. Penso che ci sia tanto lavoro da fare, ma voglio fare i complimenti alla squadra e a Sasha, l’ho sentito anche personalmente. Da parte mia c’è il pensiero al futuro, è un momento importante: bisogna consolidarsi al vertice della pallacanestro italiana ed europea e voglio fare il possibile per riuscirci. Conosco i miei limiti e sono di essere solo un ingranaggio. Posso portare la mia esperienza che ho maturato in Europa e nel mondo, ma il mio ruolo è chiaro: non voglio fraintendimenti. Ai tifosi dico che darò il 100% e spingerò chi è con me a fare lo stesso, che è altrettanto importante. Spero di poter continuare a crescere senza squilibri emozionali, senza stress e tragedie quando si perde ma senza neanche pensare di esser diventati i campioni del mondo alle prime vittorie. Bisogna farsi trovare pronti, spero presto anche in Eurolega. Bisogna saltare in alto e in maniera duratura nel tempo. Grazie a tutti per l’accoglienza e per l’amicizia".

Qui porta un bagaglio di esperienza enorme dopo le esperienze a Toronto e in Spagna. Quali sono gli aspetti più importanti che si porta da queste due esperienze?
Io ho imparato moltissimo e continuo a imparare, non farei una classifica. Stare nella miglior nazione a livello cestistico in Europa per tre anni e per anni in NBA mi ha permesso di fare un master importante. L’esercizio fondamentale è capire quanto è trasportabile questo modello. Prima di tutto è importante la consapevolezza, capire che dei cambiamenti vanno fatti. Poi dipende anche dai mezzi a disposizione: se parliamo di NBA il livello è diverso. Però ci sono cose che invece si possono riproporre, senz’altro.

Quanto ha inciso in questa scelta il fatto che in NBA non si punti mai sugli allenatori europei? E quanto incide il poter continuare a lavorare per la Virtus dopo il percorso travagliato nella prima esperienza?
Ovviamente non è stato facile decidere di lasciare l’NBA con tre anni di contratto e in un posto dove stavo veramente bene. Mi sentivo importante, la mia famiglia stava bene e i miei figli rimarranno lì. Allo stesso tempo è vero: l’NBA per determinate posizioni ci crede fino a un certo punto. Vuole proteggere la propria identità, per non usare altre parole. Sinceramente in alcuni momenti mi sono sentito importantissimo, ad esempio nei playoff del primo anno. La questione è sul ruolo di head coach: in questo momento è difficile. Io non ero andato lì con l’ossessione per diveltarlo, io volevo essere immerso nel gioco come solo un assistente può fare. Sono contento di esserci stato, ho imparato moltissimo, più di quanto siamo abituati a credere qui. Non darei una linea di continuità con il momento di tanti anni fa con la Virtus. In quel caso tornai volentieri a Bologna così come oggi, e gli sforzi che facemmo in quell’occasione senza percepire un euro. Quella fu un’esperienza frustrante e durissima, passando ore e ore in sede aspettando Godot. Per fortuna non trovo tanta continuità rispetto a quel momento. Questa è una proprietà nuova e ambiziosa. 

Virtus Bologna, Belinelli all'attacco: "Qui con Teodosic anche il prossimo anno"

Hai già parlato con i giocatori? Poi due nomi: uno è Teodosic, e l’altro è Marc Gasol.
Io sono appena arrivato, però una delle primissime cose che ho fatto è stato parlare con i giocatori più rappresentativi: Ricci, Teodosic e Belinelli. Ho raccolto indicazioni interessantissime che hanno confermato in parte le mie intuizioni. In generale le sensazioni comuni sono: ok, ci sono stati venti giorni magici, ora cerchiamo di non farci abbagliare. Cerchiamo di fare una valutazione ampia e oggettiva, che tenga presente i mesi e gli anni passati. Nella conversazione che ho avuto con tutti e tre ho capito che loro si sentivano nel progetto, con la voglia di darmi consigli e con il piglio di chi si sente dentro al progetto. Poi non entro in questioni contrattuali, noi abbiamo parlato di pallacanestro. Ci sono altre persone che si occupano di queste cose e loro vorrebbero rimanere nel progetto.
Riguardo a Marc devo dire che ho trascurato un po’ l’altra famiglia, e rivedrò presto lui e gli altri. Sulla voce che lo vorrebbe qui non so davvero da dove sia uscita. So come funziona questa città, ci rido, ma cerchiamo di essere professionali. 

Come vedi la squadra in ottica Eurocup?
I giocatori dicevano “non ti far abbagliare da questo ultimo mese” lo stesso non voglio valutare negativamente l’Eurocup solo perché si è persa una partita. Io penso che la squadra sia rinforzabile, qualunque squadra lo è, ma è chiaro che ci vuole equilibrio, specialmente dopo aver avuto un successo importante. C’è spazio per continuare a riempire il bicchiere, ma non possiamo versarci dentro troppa acqua, come detto serve equilibrio, anche nella questione stranieri per quanto riguarda l’Europa. Vorrei che il gruppo di italiani continuasse, penso piacerebbe anche a loro, poi si può migliorare qualcosa nei giocatori stranieri ma senza stravolgere. Ci sono delle individualità forti che possono confermare o migliorare il rendimento dello scorso anno. 

Una delle chiavi della trasformazione della Virtus nei playoff è stato Weems. Lei vorrebbe confermarlo?
A tutti noi piacerebbe. Non lo conosco ma spero di poterlo fare presto. Quando sta bene è un ottimo giocatore, gli altri giocatori lo rispettano, perciò direi che è una questione meramente contrattuale.

Il club ha intenzione di fare un mercato aggressivo, come sta facendo Milano, o più attendista?
Zanetti: La squadra non la farò io ma la farà Sergio. La nostra volontà è di fare una squadra forte, più di questo non posso dire.
Ronci: Inutile fare nomi e cognomi, se guardiamo negli anni precedenti tutti i nomi scritti poi non è che li abbiamo ritrovati nel roster. Vogliamo migliorare la squadra, questo sì, ma senza fretta e senza fare troppi nomi.
Scariolo: Siamo appena arrivati, cercando di creare una struttura forte nello studio dei giocatori. I primi anni nei nuovi progetti hanno sempre carattere di urgenza ma anche di attenzione nel fare le cose fatte bene, che siano durature. In NBA sono super “lungoterministi”, noi forse un po’ meno, però ricordiamoci che siamo al primo anno di un progetto. Come la Nazionale: la prima partita, la seconda e la terza non la giocano bene. Poi io ho vinto un Mondiale, e la fotografia può essere quella: bisogna farsi trovare pronti quando è necessario.

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