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u.di.con: il problema dell’Italia? La burocrazia

La riflessione del Presidente Nazionale dell'U.Di.Con., Denis Nesci, nasce dall'ultimo episodio di empasse che si sta verificando per la vicenda relativa ai fondi destinati a finanziare gli interventi di restauro e ricostruzione di interi paesi colpiti dal sisma

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

"Qual è il male che affligge la nostra nazione? Sicuramente la crisi economica che ha colpito i maggiori Paesi europei è solo la punta di iceberg di un'Italia che deve fare i conti con un virus molto più invasivo, che si insinua in ogni settore rallentandone le capacità vitali e rendendo ogni azione un calvario dalla fine incerta: la burocrazia".

La riflessione del Presidente Nazionale dell'U.Di.Con., Denis Nesci, nasce dall'ultimo episodio di empasse che si sta verificando nel Nord Italia, in particolare per la vicenda relativa ai fondi destinati a finanziare gli interventi di restauro e ricostruzione di interi paesi colpiti dal sisma dello scorso maggio. Risale a qualche giorno fa il via libera del Ministro dell'Economia e Finanze per l'accesso ai contributi per la ricostruzione, attraverso il decreto-legge varato dal Consiglio dei Ministri come ulteriore misura per favorire una pronta ripresa dei normali livelli di attività produttive; sono passati 5 mesi e purtroppo la macchina degli aiuti ancora fa fatica ad ingranare, a causa dell'iter burocratico talmente complesso da risultare, almeno finora, del tutto inutile per la popolazione che ancora vive negli alloggi provvisori.

Dei 15 milioni di euro raccolti, grazie alla solidarietà mostrata dagli italiani, ancora non si sono visti i frutti, e il perché è presto detto: il messaggino mandato in automatico dai cittadini, al costo di 2 euro, non segue un percorso così diretto, ma passano prima dal gestore per essere incassato, da qui allo smistamento e alla Banca d'Italia, seguita dalla Protezione civile che sta gestendo in maniera esemplare la situazione ancora di emergenza, per giungere infine al Commissario straordinario (in questo caso le Regioni), che poi a loro volta versano alle casse comunali.

"Lo Stato in questo modo abbandona i cittadini a se stessi nel momento di maggior bisogno - afferma sconcertato il Presidente dell'U.Di.Con. - mentre chi viene colpito dal terremoto dovrebbe avere a disposizione in tempi brevi i fondi per poter risollevarsi, quindi bisogna studiare altre forme di intervento più rapido per poter far fronte ad altri episodi di emergenza, che sicuramente si verificheranno; inoltre - aggiunge il Presidente Nesci - è fondamentale pensare a ridurre l'iter, accelerando i meccanismi che riguardano l'Emilia, in questo caso, ma l'intero Paese".

 

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