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Periodo di allergie, risponde il medico: "Il vaccino è l'unica terapia"

"Si diventa allergici in funzione di due fattori: una predisposizione genetica che ognuno di noi eredità e che rimane tale per tutto il resto della vita e l'influsso dell'ambiente nel quale viviamo e l'esposizione agli allergeni

E' tempo di allergie ed è il dottor Filippo Fassio, medico chirurgo specialista in allergologia e immunologia clinica a rispondere ad alcuni importanti quesiti per capire che cosa ci accade quando con l'arrivo della bella stagione cominciamo a starnutire, o quando  mangiamo qualcosa che non va, o respiriamo aria che ci fa male?

Che cos'è un'allergia?
L'allergia è una reazione inappropriata del sistema immunitario, che si attiva e reagisce contro un sostanza innocua, definita "allergene". Gli allergeni possono essere sostanze che si respirano come i pollini o gli acari della polvere, possono essere un alimento o un farmaco, il veleno di un insetto pungitore come l'ape o la vespa, oppure sostanze di altri tipi ancora. La cosa che li accomuna, appunto, è che non sono di per sé in grado di nuocere alle persone. Infatti, i soggetti non allergici tollerano il contatto con gli allergeni senza alcun problema. Nel soggetto allergico, invece, il sistema immunitario attiva una reazione infiammatoria che causa sintomi fastidiosi e - in certe occasioni - potenzialmente gravi.

Quanti e quali tipi di allergia esistono?
Ne esistono moltissimi tipi. In generale, abbiamo allergie respiratorie come la rinite o l'asma bronchiale, oppure reazioni allergiche agli alimenti (di qualsiasi tipo), ai farmaci, al veleno degli insetti oppure anche allergie da contatto per determinate sostanze, come ad esempio il nichel o alcuni componenti delle tinture per capelli.
Tra tutti questi tipi differenti di reazione allergica, si calcola che esistano diverse decine di migliaia di allergeni differenti. Per questo motivo le reazioni allergiche possono mostrare un'estrema variabilità da un soggetto ad un altro, con uno spettro di gravità che va da reazioni molto lievi che si risolvono spontaneamente a reazioni potenzialmente fatali come lo shock anafilattico.

Le allergie sono genetiche o possono manifestarsi anche a partire dall'età adulta?
Sicuramente, come per quasi tutte le malattie, c'è una componente genetica di sottofondo. In generale, si diventa allergici in funzione di due fattori: il primo è una predisposizione genetica che ognuno di noi eredita, e che rimane tale per tutto il resto della vita. Questa non deve essere vista come un fattore "tutto o nulla", bensì come un certo di grado di probabilità di sviluppare allergie nel corso della vita.
Il secondo fattore è l'influsso dell'ambiente nel quale viviamo ed in primo luogo l'esposizione agli allergeni: nessuno nasce "allergico", ma le allergie si possono sviluppare nel corso della vita in funzione degli allergeni ai quali ognuno di noi è esposto. E' per questo che un soggetto che vive in Italia può diventare allergico ai pollini delle piante presenti nella nostra area geografica, ma non a pollini - ad esempio - tipici di altre aree, come l'Africa o l'America Latina. Se però quello stesso soggetto si trasferisce in un'altra area, dopo un congruo periodo di tempo - diciamo mesi o alcuni anni - può sviluppare allergie verso i pollini delle piante ai quali è esposto.
Quindi i fattori principali che determinano il rischio di sviluppare un'allergia sono proprio questi due: predisposizione genetica ed esposizione ambientale.

Le allergie legate al periodo primaverile? Rischi all'aria aperta, ma anche al chiuso?
Chi soffre di allergia ai pollini, anche definita pollinosi, sa che la primavera è il periodo più fastidioso dell'anno. In questi casi anche la terapia prescritta dal medico deve tener conto della stagionalità. Ci sono però molti altri tipi di allergia che non risentono così tanto del periodo. Gli acari della polvere, ad esempio, sono presenti nell'ambiente per 12 mesi all'anno, anche se in autunno tendono a proliferare maggiormente dentro le nostre case.
Nel periodo dei pollini, i soggetti che sono allergici possono avere maggiori sintomi quando si trovano all'aria aperta, soprattutto in presenza di campi falciati di recente. Al contrario, i soggetti allergici ai pollini "indoor" come appunto gli acari possono avere maggiore fastidio al chiuso, quindi in casa, a scuola o in ufficio.

Cos'è la marcia allergica?
Per marcia allergica si intende l'evoluzione naturale delle allergie, che tende a manifestarsi dapprima nel bambino piccolo sotto forma di dermatite atopica (anche detta "crosta lattea"), per poi evolvere in asma bronchiale durante l'infanzia e poi perdurare come rinite o rinocongiuntivite allergica nell'età adulta. Non sempre le cose procedono esattamente così, ma spesso l'evoluzione delle allergie - in un singolo soggetto - è proprio questa.

Cosa ci dice a proposito del vaccino antiallergico?
Il cosiddetto "vaccino antiallergico", più propriamente chiamato immunoterapia allergene-specifica, è l'unica terapia attualmente disponibile per modificare la storia clinica dell'allergia in un soggetto. Ciò vuol dire che - a differenza dei farmaci "sintomatici", che possono funzionare molto bene ma non risolvono il problema alla radice - l'immunoterapia può "desensibilizzare" il paziente verso uno specifico allergene, con un effetto che richiede alcuni mesi di trattamento ma che poi perdura per molti anni anche dopo la sospensione della terapia. E' quindi l'unica terapia per le allergie che può vantare un effetto così a lungo termine.

Bambini. Come comportarsi?
Nel caso dei bambini, le accortezze devono essere ancora maggiori. Le allergie tipicamente colpiscono di più la popolazione pediatrica rispetto agli adulti. Il consiglio generale, valido sia per gli adulti che per i bambini, è di non sottovalutare le forme allergiche, e di valutare insieme al medico o al pediatra, alla comparsa dei sintomi, l'opportunità di una visita specialistica allergologica.

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